Capitolo Trentesimo

                                                                          Enigma

 

 

Severus lasciò scorrere un dito sulla pagina di un libro. - Queste parole... sapevano bruciarmi... - ricordò, e guardò Gwillion con la coda dell'occhio, quasi vergognoso per quello che aveva detto.

Raistlin fece appena un cenno del capo.
- Tuttavia è pur sempre meglio essere stati bruciati da tali parole... che ricordare di averne pronunciate di simili. -
Sussurrò.

- Su questo... hai ragione... purtroppo... - disse Severus, sorridendo cupamente.
Raistlin non disse nulla. E ripresero a leggere.

- E di questo che te ne pare? - fece ad un certo punto Raistlin

-Tre formule per il mio nuovo volto
Il volto di serpe immortale
Tre formule nascoste
Impossibile ritrovarle tutte
Una è tra queste pagine
Una dove non vi dirò
La terza è custodita
Dove di quattro fanciulle
L' ultima possiede
Un volto biforme di vecchio.
Nella città di Nanoed
Che non è più parte
Del suo antico regno. -

- Che io sia dannato... - disse Severus, stupito.

- Che vorresti dire? - fece Raistlin - Nemmeno tu hai la soluzione dell' enigma? -

Piton sospirò - Mi secca ammetterlo. Non ho la soluzione a quest'enigma. Dovrei riflettere... ma Voldemort non è tanto stupido da scrivere una cosa del genere... senza aver celato maledettamente bene il tutto... -

- Io lo so... io lo so... - cantilenò Gwillion - Io conosco la soluzione dell' enigma... perché... Dans le prisons de Nantes j' avec tant prisonniers, j' avec tant prisonniers... -

Severus si voltò a guardare la ragazza - Cosa sai? - disse, e la sua voce era poco più di un sibilo.

- Se mi guardi a quel modo non te lo dico. -
Sussurrò la ragazza con una smorfia.

- Gwillion... - ammonì Severus...

- Oh bene - fece l' altra sbuffando - Cantavo una melodia dei Tri Yann... veramente un tradizionale eseguito da loro... e il nome completo del gruppo è Tri Yann an Nanoed che vuol dire... i tre Giovanni di Nantes! Antica capitale della Bretagna, che tuttavia adesso si trova fuori della regione geografica con questo nome. -

Severus osservò Gwillion. Aveva due pensieri in testa. Uno era deciso a non affrontarlo adesso, ma poi. Quando fossero stati soli lui e lei... ed era un pensiero che gli dava una certa sofferenza. Il secondo pensiero, lo espresse...
- E'... incredibile... ma... continua... -

- Non ho molto da aggiungere, se non che nella cattedrale di Nantes c' è una bellissima tomba con quattro fanciulle adorne di strani simboli. Una di esse aveva un volto di vecchio tra le chiome dei suoi capelli.-

Piton guardò Raistlin e inarcò un sopracciglio.
-Vedi il vantaggio di avere Gwillion? -

- Non mi sembra di aver mai fatto commenti al riguardo. - disse soltanto l' altro, poi si alzò               - Dunque questa città sarà la nostra prossima tappa. -

- Spostiamo l'intera baracca?- si domandò Severus - Elfi, ragazzi, donne, bambini?-

- Io non credo sia necessario e poi... mi è sembrato di capire che desiderassi stare lontano dal tuo... amico. -

- Sei un genio... Raistlin... - rispose Severus cupamente - Andremo noi tre? -

- Comprendo che la nemmeno la mia presenza ti è... gradita. Ma i misteri di Voldemort mi affascinano troppo perchè io mi tiri indietro. Comunque sia adesso vi lascio soli. Ci sono delle cose che devo controllare... prima della partenza. E poi credo che tu e la tua Gwillion abbiate qualcosa da dirvi. Il tuo sguardo era pieno di pensieri inespressi... Prometto che non ascolterò. Se non alzerete il tono della voce, almeno. -
E lasciò la stanza.

-Vai vai... mago... - disse Severus, ma non aveva molta voglia di fare sarcasmo, nè di parlare, a dire il vero.

- Devi dirmi qualcosa, Severus? -

- Non lo so... non lo so se ti devo dire qualcosa a dire il vero. Forse... i miei pensieri... - disse Severus.

- Io ti ascolto. Desidero ascoltarti. -

- Ma io so cosa dirti? Me lo domando io stesso... non ne sono certo... è solo che a volte mi sento a disagio... mi faccio domande... su di te... -

- Non capisco. -

- Neanche io. E' questo che a volte mi... turba... ma comincio a vedere qualcosa... e... non lo so... -

- Cosa vedi? Oh ma se non sai la risposta... avvicinati almeno. Lascia che ti stringa. -

- Vedi... Gwillion... - Severus sospirò - Questo è il mondo fantastico che vagheggiavate, che credevate esistesse solo nella vostra fantasia... e ci siete arrivate. Ma lascia perdere questo... è un caso che... un altro personaggio che tu vagheggiavi nei tuoi sogni sia apparso qui? E' un caso che tu abbia potuto risolvere facilmente un enigma che forse nessuno tra noi avrebbe risolto a tale velocità... e tante altre piccole cose come queste, che riguardano te e le altre ragazze. A volte... mi sembra... di essere davanti ad una sorta di Creatore... capisci quello che dico? E non è un peso! Io ti amo! Qualunque cosa sia... io, creatura indipendente... ti amo... ma rifletto... indago... e quello che scopro mi turba. -

- Capisco, sì. - la giovane fece una smorfia - Abbandonato a casa mia c' è una storia che vedeva una scrittrice, immancabilmente io, catapultata nella sua stessa storia. Un argomento molto affascinante da trattare... fino a quando resta puramente teorico. E poi... sino ad ora non ho fatto che guardare mi sembra. -

- Guardare... guardare. E allora? Non è necessario agire, Gwillion! -
- No? Tu credi che non lo sia? Esistono parecchi modi di agire... e volte mi sembra di essere incapace in tutti. Davvero un bel creatore sarei... davvero! -

- Sai... questa tua osservazione finale... è in genere quella che fa la gente su Dio... -
- Mettiamo le cose da un altro punto di vista... - la giovane sorrise, si costrinse a sorridere - se io fossi, consapevolmente o meno, creatrice di questo mondo... tu ti ritroveresti con una... raccomandazione di ferro per il tuo avvenire. Certo... ho un contorto senso dell' umorismo... ma non ti farei mai del male... tutt' altro. -

- Tu non saresti la sola. Ci sarebbero... sei creatrici, Gwillion. Ecco il motivo per cui sarebbe imperfetto... non del tutto aderente alla tua volontà. -

 - Meglio così... troppa noia altrimenti... certo io sono molto parca nelle ucci... - la giovane si fermò a metà - perdonami. -
Disse soltanto.

Severus guardò altrove - Non ti piace questo discorso, vero? Forse non dovevo cominciarlo... ma un giorno dovremo iniziare a comprendere qualcosa sulla vostra "antimagia"... se tale è. Se non è altro... -

- Ti risponderò come rispondeva il mio alter ego nel romanzo che ho lasciato a metà: fuori da questa stanza c' è un intero mondo, miliardi e miliardi di persone... un universo troppo complesso perchè sia stato la mia mente a generarlo. E quanto all' antimagia... sono secoli che insisto sulla necessità di saperne qualcosa di più, mi sembra. -

- E dovremo indagare... subito dopo aver risolto i più immediati problemi... - sospirò Piton.
- Ma che stanno combinando i ragazzi di là? - disse all' improvviso Gwillion - C' è un tale fracasso... -

- In effetti credo che dovremmo andare a vedere... - e Severus si diresse alla porta.

 

- Quale lascivia? - rispose Voldemort con un sorriso - Quello che ci attende è soltanto... l' assolvimento dei nostri doveri coniugali...

- E' vero... - sorrise la Dama - E' esattamente così... desideri assolvere a questi doveri con il dovuto impegno? -

- Dubitavi forse di ciò? -

- No, non dubitavo affatto... posso aprire la fibula che ti tiene il mantello? Esattamente come la prima volta che... -

Voldemort fissò per un istante la riva, poi agitò per un istante la bacchetta e cespugli di rose bianche comparvero tutt' intorno a loro.
- Puoi... -
Disse soltanto.

E la Dama Verde aprì la fibula del mantello di Voldemort, che scivolò via, con un fruscio.
- Dicesti, quella volta..."Adesso sei tu a tentarmi..." ora io provo la medesima emozione... -

Per me è diverso invece... pensò l' uomo, perchè allora credevo soltanto di giocare... ma non disse nulla, e sorrise, sorrise con il suo sorriso che sapeva d' argento.

- Chiudi gli occhi, mio Signore... - disse la Dama - E mantienili chiusi... per una volta. A volte la vista ci confonde, rallenta gli altri sensi... li chiuderò anche io... così potrò concentrarmi sul suono della tua voce, il fruscio delle vesti, il tuo odore... -

- Come desideri... mia sposa. -

Con gli occhi chiusi, immersa nel buio, la Dama cercò le mani di Voldemort - Aiutami... devo sfilare l'abito... -
E Lord Voldemort con le sue mani prese a guidare le mani dell' altra.
- Anche togliersi un abito produce una musica... - disse a voce molto bassa la Dama - Adesso ho capito anche un'altra cosa... non me ne ero resa conto... odori di bosco... è proprio questa la fragranza della tua pelle...  -

- Veramente? -

- Si... veramente... oh, e la tua voce... sembra ancora più carezzevole... ascoltarla è meraviglioso... -

- Tu mi lusinghi... -

- No, non è vero... io non ti lusingo affatto... - la Dama depose un bacio sul collo del Signore Oscuro, e poi uno sulle sue labbra - Non si può lusingare una creatura perfetta... ma stringimi   forte... -

Lord Voldemort strinse a sè la donna. Sentendo il calore del suo corpo, ogni piega delle vesti, il sapore della sua pelle sotto i suoi baci.

La Dama si strinse all'Oscuro Signore, avvertendo il respiro più veloce di lui. L'insistenza dei suoi baci...

- Sei mia... mia, mia... -
Sussurrò l' uomo mentre le sue mani cercavano il corpo di lei, scivolando sotto la tunica sottile.
- Dillo che sei mia, desidero sentirlo dalla tua voce. -

- Sono tua, sono tua, sono tua... tua... di nessun altro. Non sono mai stata di nessun altro, non sarò mai di nessuno... sono tua...  -

Voldemort sorrise, mentre cercava ad occhi chiusi la bocca della donna. Poi le loro labbra si toccarono. E l' uomo sorrise ancora.

Baci, cento, mille baci... e poi ancora... pensava la Dama Verde, la giovane sposa innamorata...
- Toglimi la veste nuziale... toglimela, adesso... -

- Come posso non obbedire ad un simile ordine? Come posso? -

La Dama Verde rabbrividì, mentre Voldemort le sfilava lentamente la tunica leggera.
Adesso, immersa ancora nel buio, cercò le mani del Signore Oscuro perchè le sue carezze non avessero fine.
- Mio sposo... -

- Mia sposa... - Voldemort sorrise - adesso non ci resta che... cadere tra le rose.

- Dunque... lasciamoci cadere tra le rose, mio sposo...credo che abbiamo atteso sin troppo... ma ora... prima dimmi tu che sono tua... -

 

Ad un certo punto Draco ebbe un' idea, un' idea sleale... forse avrebbe funzionato, forse no, ma in ogni caso avrebbe portato un po' di confusione:
- Dobby, - gridò - difendi il tuo padroncino! -

Dobby saltò tra Malfoy e George che tirava le bombe ragnatelose... in pochi istanti... George fu ricoperto di ragnatele...

- Basta Dobby... basta così. - fece Draco con un ghigno - Una cosa senza dubbio l' abbiamo scoperta: a usare questa roba in un ambiente troppo piccolo si rischia di creare una trappola pericolosa anche per noi... - fece indicando i festoni di tela di ragno che pendevano dappertutto - e ora... basta un semplice Solvitur per liberarci di questa roba oppure... perchè noi NON vogliamo che i mangiamorte si liberino.

- No, non è tanto facile! - fece Fred -In effetti stiamo ancora perfezionando... l'eliminazione della ragnatela... ouch... -
La porta si spalancò.
- Che succede qui?! - fece Piton.

- Ci stavamo esercitando all' uso di armi non convenzionali. - disse Draco prontamente - Anzi, io credo che il suo parere potrebbe... esserci utile. -

- Armi non convenzionali?! State cercando di catturare... mosche giganti? O non lo sapevo e siete animagus che si trasformano in ragni?! Ragnatele... - fece Piton con un tono tra il divertito e l'attento.

- L' idea è stata mia. - fece Draco - Sono partito dal principio che i nostri avversari avrebbero preso con ogni probabilità delle contromisure preventive contro gli incantesimi più potenti e letali... rimanendo relativamente esposti tuttavia ad un attacco di questo genere. Ovviamente non penso che questo sia il genere d' arma che ci darà la vittoria... ma se è sufficiente a darci qualche minuto in più di tempo... un minuto o due possono dir molto, talora. -

Piton guardò Draco ed assentì - E' un'ottima idea... se riusciamo, in battaglia, a distrarre anche per solo qualche istante il nemico... è un notevole passo avanti. Avete solo le ragnatele, per ora? -

- Questo deve chiederlo ai Weasley sono loro gli esperti... come credo lei abbia imparato... a sue spese. Le mie conoscenze scivolano di più verso le arti oscure, e questo le rende più... intercettabili, temo. -

- Fred, George? - chiese Piton.
- Oh, abbiamo le bombe ragnatela, i fuochi artificiali infiammanti, biglie storci testa, bombe appiccica piedi, e altro materiale simile, altro ancora... uh... in fase di sperimentazione! -
- Eccellente... vi autorizzo a continuare la sperimentazione senza tregua! -

- Ma non qui. - disse Raistlin fermo sulla soglia - C' è una grande salva vuota di là, in attesa di diventare un laboratorio e mi sembra il luogo più adatto. Allora, Severus, a quando la nostra partenza? -
Piton fissò i ragazzi - Noi dovremo allontanarci per un po', resterete qui a sperimentare. Credete di poterlo fare? Non vi causerà problemi restare soli... ricordate che siete bersagli, adesso...-
Fred e George si guardarono - Per noi non c'è problema... -

- Ci sono sempre gli altri due maghi con loro... non sono soli. - fece Raistlin - Il mutaforma è chiuso in uno sgabuzzino. Do a voi la chiave. Se vi interessa potete anche usarlo... basta che me lo fate ritrovare vivo. E adesso... vogliamo andare? -

- Si va... - sospirò Severus, e prese la mano di Gwillion.

 

Barthemius, intanto, salutata Silvia...si dirigeva là dove Victor lo stava attendendo...

Victor passeggiava nervosamente, masticando tra i denti l' estremità di una piuma d' oca.
- Sei qui Barthy. E' tutto a posto... con le tue ospiti? -

Barthemius sorrise - A loro penserà Winky... e Neville? -

Victor fece appena a tempo ad indicare la sagoma distesa sul divano. Il ragazzo stiracchiò le braccia, e si alzò, guardandosi intorno con aria assonnata.
Barthy si avvicinò - Neville... stai bene? -

- Sono confuso... quanto tempo sono rimasto in quella ghiacciaia? E che ore sono... devo andare a lezione? -

- No, Neville - disse tristemente Barthy - Non c'è lezione, non ci sono più lezioni... nessuna lezione. La scuola... la scuola ha subito dei danni, c'è stato un attacco, Neville. Tu ti sei salvato... proprio perchè eri nel frigorifero... -

- Per essere precisi le lezioni ci sono ancora. Solo che non si tratta del genere di lezioni che vorresti frequentare, temo. - fece Victor - Il veleno che è stato sparso per la scuola, ha un nome parlante, Obscurum, e sta a significare che solo i maghi che hanno le arti oscure nelle vene sono sopravvissuti ad esso. -
- Non capisco... -
Mormorò il ragazzo, e poi sbarrò gli occhi.
- I tuoi amici, Neville... - disse Barthy - I tuoi amici... sono morti. Voldemort ha preso la scuola... -

- Ma se Tu-sai-chi ha preso la scuola voi... -
- Si, è come pensi - fece Victor cupamente - noi siamo suoi servitori. Ma proprio noi due non ti faremo del male. In un certo senso abbiamo un debito con te. -
- Co-co-con me? -

- Neville...  io mi chiamo... Barthemius Crouch... si, sono quello che l'anno scorso... ha preso il posto del vero Moody... -

- Ed io sono Victor Lestrange. Dovresti conoscere i nostri nomi. -
Ma il ragazzino era pallido e non riusciva a parlare. Balbettava solo furiosamente.

- Ascolta Neville... non aver paura, non ti faremo alcun male... io, noi... tu sai chi siamo. Siamo quelli che... quelli per cui i tuoi genitori non ti hanno mai potuto mostrare affetto... siamo i responsabili della tua sofferenza, e del tuo terrore... - disse Barthy dolcemente - Capisci quello che ti dico? -

- No... non è possibile... - Neville strinse i pugni e le sue guance diventarono rosse - no... non è... - chiuse gli occhi - e che vi aspettate che faccia adesso? -
Victor fissava il ragazzo senza parlare. Si chiedeva fra sé se sarebbe stato peggio scoprire di non essere più in grado di provare pietà, o di ritrovare ancora quello strano sentimento dentro di sé. Ma la pietà comunque era destinata a essere sconfitta nel suo animo, in un modo o nell' altro.

- Vorremmo che tu ci ascoltassi, Neville... vorremmo che tu ci ascoltassi. Ma se non vuoi farlo... noi non ti obbligheremo a farlo. Tuttavia voglio che tu sappia che sei in pericolo qui... e non a causa nostra. E che, forse... possiamo aiutarti, in diversi modi... - disse Barthy.

 

Severus, Raistlin e Gwillion ricomparvero poco dopo in una viuzza tortuosa con le sue basse case di pietra grigia.
- Nantes. - mormorò la ragazza - Non me la ricordo proprio sapete? A parte l' ambientazione generale e un paio di immagini della cattedrale e del castello... -

- Beh, adesso ti ricorderai il resto, Gwillion. - disse Severus - Ora siamo qui... -

- QUESTO me lo ricordo. - disse la ragazza puntando il dito - Negozio di dischi... credo che farai meglio a trascinarmi via... -
- Cosa è un disco? -
Domandava intanto Raistlin.
- Un disco è un oggetto che ti permette di ascoltare musica con un lettore apposito... te lo spiegherò poi. Gwillion... tu chiedi il disco ed io te lo doppio magicamente... ma non adesso, però. Adesso... indaghiamo... - disse Severus.

- Indagare? - ripetè Gwillion - Non basta seguire i cartelli turistici per la cattedrale? -

Severus inarcò un sopracciglio - A volte mi dimentico che... - sorrise.

- Andiamo! - fece Gwillion sorridendo - Quando si tratta di turismo sono un' ottima guida... a parte il fatto che confondo un tantino la destra con la sinistra... Ma cos' è che ti saresti dimenticato? -

- Quanto sai essere... petulante!- rise Severus - Ma avviamoci... senza confondere la destra con la sinistra... se è possibile! -

- Beh, non esageriamo... io so benissimo da che parte andare con una cartina davanti... il problema è che quando devo riferire a mio padre alla guida... inverto quasi sempre i termini... sempre per la storia del liquido amniotico respirato sembra... -

- Oh, capisco... e dovrei sentirmi confortato da questa faccenda? Dovrei... sentirmi più sicuro? Ma poche storie... se ci perdiamo... sono un mago! Altrimenti a che servirei?!

- Pardon, ou se trouve l' eglise... la cathedrale? -
Fece Gwillion in francese più o meno sgrammaticato ad una signora di mezz' età. Ma l' altra sembrava aver capito, e le indicò gentilmente la strada.
- Tout droite vuol dire dritto, a droit a destra... quindi ora proprio a destra, - fece la ragazza, e sorrise - brava gente i bretoni, non hanno la puzza sotto il naso come i parigini... -
La giovane si fermò a guardare per un istante un manifesto mezzo lacero sui cui stava scritto BZH che stava per Breizh, l' antico nome della Bretagna, e sotto un bel Livre. Ovviamente non mancò di rendere edotto il suo fidanzato di tutto ciò.
- Ecco la cattedrale! - esclamò indicando il cartello di fronte a una chiesa - Siamo arrivati! E senza perderci! -

- Ottimo! - fece Piton - Ottimo! Allora, entriamo... che aspettiamo? -

 

- Sono andati... - disse Draco - adesso che facciamo? Continuiamo la sperimentazione o approfittiamo della via libera per quella visita a Londra di cui parlavamo prima?

- Londra... - disse sognante Fred - Londra... -
- Allora, che aspettiamo? Prima passiamo a comprare degli abiti babbani però. E a cambiare i soldi... in fin dei conti andiamo in cerca di nuove sostanze per la sperimentazione, no? E ci è stato ORDINATO di sperimentare... -

I ragazzi uscirono da un negozio, indossando abiti babbani. Fred e George stavano ridendo allegramente, e Draco non era da meno.
Fu allora che... una donna li vide, e trasecolò.
- Draco... - mormorò Narcissa, chiedendosi cosa stesse facendo suo figlio... perchè vestisse a quel modo...
- Mamma... - disse Draco in un filo di voce, e poi - conosci già i miei... amici... credo. Si, li conosci. Erano alla finale della coppa del mondo di Quidditch. Fred, Gorge, Ginny, Hermione... mia madre Narcissa. -

- Buon giorno signora... - fece Ginny, e Fred e George salutarono educatamente.
- Solo una domanda... - disse Narcissa, più pallida del solito - Perchè quegli abiti? Vi...   nascondete? -

- No, non proprio. - fece Draco - Non sarebbe l' abbigliamento più adeguato per nascondersi a Diagon Alley. Ma ci servono delle cose che si trovano... fuori di qui - il ragazzo sapeva che il termine Londra Babbana avrebbe fatto sobbalzare la madre - e ci siamo vestiti di conseguenza. Però è vero che ci stiamo nascondendo, o che potremmo farlo tra breve. -

- Draco... tu sai che... - Narcissa strinse gli occhi, suo figlio era la cosa più importante -Tu sai che... tuo padre non è morto... possono riportarlo in vita, forse lo faranno... io... tu devi stare attento... -

- So tutto, mamma. Ho incontrato il nostro vecchio elfo domestico, e ci ha raccontato molte cose. Io starò attento. Ma... farò quello che devo. E' ciò che vorrebbe papà, io credo. -

- Draco ha ragione signora Malfoy... e noi gli staremo vicino per assicurarci che non si metta in pericolo... - disse Hermione in un sussurro.

Narcissa strinse suo figlio. La più altera delle donne piegava il capo davanti al suo cuore di madre... che suo figlio si accompagnasse a babbani e mezzosangue... ma che fosse vivo! Che dimostrasse quel valore che Lucius aveva spesso mancato di dimostrare.
- Stai attento, figlio mio... molto attento, perchè io non posso fare nulla per aiutarti. Devo pensare a Lucius... e non dare adito a voci che ci definiscono traditori. -
Fred, George e Ginny osservavano stupiti quella donna dai capelli tanto chiari, e vestita di bianco da sembrare quasi rilucente.

- Si, certo. - Draco annuì - Voldemort ha detto che ero libero di scegliere senza che le mie colpe ricadessero su di voi. - aggiunse in un sussurrò - Altrimenti non so se avrei osato... -

- Abbi coraggio, Draco. Ma io non posso restare con te adesso, figlio mio, ti supplico... sii accorto!- e fece per allontanarsi, ma poi si voltò a guardare gli altri - State attenti anche voi... -

- Mmm è pieno giorno, - fece Gwillion - non attireremo l' attenzione dentro una chiesa... già siamo vestiti in maniera strana... ma immagino che la gente ci potrà sempre prendere per dei fanatici della moda celtica... indovinando solo per un terzo... ma in una chiesa è diverso. Beh tanto voi sapete come... passare inosservati. -
- Una chiesa... - fece Raistlin fissando esitante la costruzione - Un tempio... eppure non percepisco alcun influsso...non ha l' aura che circonda un tempio come quello, diciamo, di Paladine... meglio per me, d' altronde. -
- Meglio per tutti! - bisbigliò Gwillion - Divinità alla larga! -
Entrarono nella cattedrale, con le sue ampie arcate gotiche di pietra bianca. Come la maggior parte delle chiese del nord di Francia, notò la ragazza sottovoce.

- Gwillion... tu non mi hai mai chiesto se... credo in Dio... ed in che Dio... - mormorò Severus, divertito. Ma non disse altro, ed entrò nella cattedrale, guardandosi intorno.

Gwillion si voltò per un attimo a guardare l' altro. Ma ci sarebbe stato tempo in futuro per quella domanda.
La chiesa era diventata improvvisamente vuota. E una luce rossastra proveniva dalle vetrate.
- Chi siete? -
La voce proveniva dalla tomba dei Duchi che Voldemort aveva nominato nel suo indovinello. Le quattro fanciulle di pietra attorno al sepolcro avevano parlato all' unisono.

Piton sgranò gli occhi.
Fissò Raistlin e Gwillion, ed alla ragazza fece segno di stare attenta.

- Chi siete? -
La stessa domanda posta dalle statue. Ma adesso era una voce d' uomo a pronunciarla. Una voce che a Gwillion era in qualche modo familiare.
Poi si voltò. E una sagoma d' uomo era ferma di fronte all' altare, un uomo alto e dai capelli scuri, ma se nella strana luce rossastra che aveva avvolto ogni cosa era impossibile distinguere con esattezza il lineamenti del suo volto, la giovane aveva ormai riconosciuto la sua voce. Voldemort.
- Cercate il mio segreto, o forse mi sbaglio? - tornò a dire l' uomo - Ma siete degli sciocchi. Perché questa è solo una trappola. Non c' è alcuna formula nascosta in questo luogo. E solo tre persone conoscono la seconda delle formule che ho adoperato. Uno sono io. Poi c' è colei che me l' ha rivelata, ma non troverete aiuto da parte sua. La Signora delle Nebbie non interviene nelle lotte di questa terra e se io sono riuscito ad avere quel segreto è solo perché sono l' erede di Serpeverde. E poi c' è il mago perduto... intrappolato tra nove cerchi d' aria. Ma nessun mago potrà mai trovarlo. - in quel momento lo sguardo dello spettro si posò su Gwillion - Una babbana forse potrebbe in effetti. Ma non importa. Perché nessuno di voi uscirà vivo da questo luogo. -

- Maledizione... Raistlin! - fece Piton, come per dire all'altro mago di restare in guardia - Trappole, sempre trappole, dannato Voldemort... -

Voldemort fece un gesto e dei guerrieri spettrali armati di frecce comparvero tutt' intorno.
- Salutate Le Renard ed i suoi compagni. Che ancora una volta tornano per difendere la loro terra. -
- Le Renard.... -
Ripetè la ragazza, conosceva quel nome, proprio i Tri Yann gli avevano dedicato la canzone, una canzone che non faceva altro che parlare del sangue rosso dei normanni.
- Sarete morti tra breve. Poiché costoro uccideranno chiunque, a meno che non parli loro nell' antico celtico dei bretoni di Bretagna. E voi non ne siete in grado. -
- Come fai a saperlo? -
Obbiettò la giovane.
- Magia... diciamo? Ovviamente un mago nato e cresciuto da queste parti avrebbe potuto eludere un simile incantesimo, dunque ho fatto in modo che nessuno tra coloro che hanno il sangue di questa terra nelle vene potessero rimanere nella chiesa mentre le statue prendevano vita. -
E svanì nel nulla.

- Gwillion... - mormorò Severus - Sorprendimi! Dimmi che lo parli... o che lo canti... -

Gli spettri tesero i loro archi.
Gwillion guardò i compagni.
- Non parlo, non canto. E poi non avrei l' accento giusto. Tra parentesi Le Renard ce l' aveva a morte, a morte letteralmente con i Normanni e io come Siciliana e tu come Inglese siamo particolarmente a rischio, temo. Però canzoni celtiche nè ho sentite una miriade e più che tentare non posso. -
In realtà la giovane era abbastanza sicura di quel che doveva fare. Tirò fuori da una tasca una specie di specchietto opaco. Il pensatoio che Alo le aveva regalato secoli prima.
- Tri martelod nia ahh yango da dande li da -
Canticchiò. In effetti solo le prime due parole erano in lingua celtica.
Ma dall' oggetto si levò immediatamente una musica in risposta. In puro celtico della terra bretone.
La ragazza si voltò verso Severus. E gli sorrise.

- Ti amo... ti amo ragazza... come si dice ti amo in lingua celtica? -

- Sinceramente lo ignoro... però una canzone irlandese mi insegna che amore di dice Run. -
Gli spettri intanto sembravano essersi fatti più trasparenti... ma la canzone era ormai al termine. E le finestre brillavano ancora di fiamma.
La giovane si concentrò e una nuova melodia sostituì la prima.
- Mentre io distraggo quei cosi però voi dovreste... controllare se possiamo andarcene... e in caso di risposta negativa... fare in modo che possiamo andarcene... -

- In questo caso direi che il teletrasporto non sia la soluzione migliore...almeno fino a quando non riesci ad indebolire di più la loro magia... - disse Severus allegramente - Nel caso va bene se butto giù una parete e scappiamo, no, eh? Raistlin, ce la fai a concentrarti con me per un teletrasporto d'emergenza o hai altre brillanti idee? -

- Tocca la chiesa e... - Gwillion scosse la testa - le vedi quelle quattro statue? Se la chiesa crolla e succede loro qualcosa dovrai vedertela con me! -
Raistlin frattanto sembrava riflettere intensamente.

- Dannazione... Gwillion! Preferisci quattro statue... a me?! In ogni caso... non la toccherò... magari sono cristiano, non ti balena l'idea? In tal caso non farei nulla di male qui, non credi? - sogghignò, ed era un sogghigno davvero... irritante - Mi chiedo... la porta attraverso la quale siamo entrati... sarà chiusa? Non ho notato... c'è mica un campanile? Se ci fosse... potremmo andarcene volando... -

Raistlin in quel momento pronunciò una strana formula.
- Speriamo che funzioni. -
Sussurrò poi. E gli spettri si inchinarono.
- Ho sempre avuto una certa affinità con le creature dell' oltretomba. -
In quel momento una donna entrò nella cattedrale. E sembrava del tutto inconsapevole della scena di fronte ai suoi occhi.
Poi i fantasmi svanirono. E anche la luce rossa scomparve.
- Severus... perdonami. -
Mormorò Gwillion in un filo di voce.
-Perdonarti...e di cosa?- fece Severus, divertito.

- Lo sai credo.

Piton sghignazzò -Dovrei perdonarti di aver sostenuto che fosse preferibile salvare quattro statue piuttosto che l'uomo con il quale condividere la tua vita? O forse della tua quasi insinuazione che nell'eventualità in cui io fossi cristiano sarebbe stato blasfemo se avessi fatto crollare una chiesa? Ma no... quest'ultima cosa è venuta tutta da me.. .vero, piccola? - poi si voltò a guardare Raistlin
- E'orribile... ma tante grazie. Abbiamo un altro che frequenta i trapassati qui... a quanto sembra... -

 

- Aiutarmi? - chiese Neville.
- Siamo in debito con te. - ripetè Victor - Già l' avevo detto. Adesso ne conosci il motivo. Ah, se se ti può far piacere alcuni dei tuoi compagni si sono salvati. Hermione Granger, Fred e George Weasley, loro sorella Ginny. -
- E gli altri... - Paciock socchiuse gli occhi, la sua voce era ridotta a un bisbiglio - e Harry... -

- Harry... è morto... - disse Barthy - Quello che io devo dirti... lo vuoi ascoltare? -

- L' avete ucciso vuoi dire. -
Il ragazzo tratteneva a stento la sua ira.
Barthy abbassò la testa - Si... - poi il suo sguardo ritornò fermo - Si, lo abbiamo ucciso perchè era il nostro nemico, ed andava ucciso. Quando prendemmo i tuoi genitori... commettemmo un errore. La morte di Potter non è stata un errore. -

- Ed io invece... sono talmente inutile che potete permettervi di salvarmi. -

- No. Non sei inutile, Neville... ti salviamo perchè abbiamo preso già troppo alla tua famiglia. E perchè tu non rappresenti il nemico. -

- Se non sono inutile... allora io credo... che... nemico... -
Il ragazzo farfugliava.
- Calmati Neville... - disse Barthy - Calmati... hai avuto... troppe notizie insieme... -

- Avete detto che volete aiutarmi. Ma come? Non so neppure se abbiamo... la medesima idea di aiuto. -

- Aiutarti a non finire nelle grinfie di qualcuno che si fa molti meno scrupoli di noi. Vero, Victor? -

- O che quanto meno ha criteri più deleteri nello stabilire se una morte sia opportuna o necessaria, preferendo uccidere piuttosto che porsi simili domande. -
- Aiutatemi allora. Tanto credo che lo farete anche se non voglio. Se non mi state solo prendendo in giro. -

- Prenderti in giro? Oh, no... no... ricordi l'anno scorso? Anche come Moody... cercavo... d'esserti d'aiuto... -
- Interpretavi una parte... non era solo con me che eri gentile... -

- No, non è vero Neville. Non interpretavo una parte...è  difficile dirlo qui, adesso! Mi hai forse mai visto gentile con i Serpeverde? No, ed ero onesto... perchè molti dei loro genitori... non hanno avuto ciò che io e Victor abbiamo avuto! Era solo Potter che dovevo condurre ad una meta... agli altri ho dato esattamente ciò che meritavano. E tu meritavi rispetto, Neville. Se avessimo voluto ti avremmo ucciso mille volte, lo sai? Però... no, non lo faremo. Ma dobbiamo anche metterti in guardia... sopravvivere... in salute... può non essere sempre il rimedio migliore... come potresti scoprire. -

- Non capisco. -

- Capirai... purtroppo... -
Neville aveva un' espressione perplessa e rimase in silenzio.

- Conosci Perceval Weasley? Uno studente brillante...un ragazzo inappuntabile, ricordi? Il più facile a farsi corrompere... adesso. Capisci quel che volevo dire, Neville? - disse Barthy.

 

- Grazie mamma... -
Sussurrò Draco con gli occhi sbarrati.
Narcissa sorrise piano, e si voltò. Si allontanò senza girarsi, senza fermarsi, e ben presto scomparve.
Ginny osservò il volto di Draco.
- Draco... -

- Andiamo. - disse il ragazzo con un sospiro - Non avrei mai creduto che mia madre... Andiamo.

Fred ridacchiò - Accidenti, Draco... tua madre è molto bella. Quando la vidi anni fa, mi sembrava davvero indisponente tanto da perdere in bellezza... ma non è vero, è proprio splendida! -

- Beh... grazie. -
Disse il ragazzo senza sapere cosa dire.

- Insomma, Fred si è innamorato di tua madre! -
- Zitta Ginny! -
- Ed è sposata! -
- Sta zitta! -

- E adesso cosa dovrei fare, difendere il suo onore... sembravate così entusiasti all' idea di vedere qualche incantesimo oscuro...

- No, Draco...non adesso! - rise George - L'ultima cosa che vogliamo è vedere Fred trafitto da qualcosa di terribile... e solo perchè tua madre è affascinante! -

- Niente di terribile... magari solo un assaggio del serpensortia... -

- Oh... io odio i serpenti!- fece Fred -Senza offesa... naturalmente! -

- Odi i serpenti? Buono a sapersi. -
Disse l' altro con un ghigno.

- Draco... stai buono... -

- Buono? Io? Le due parole sono in antitesi non lo sapevi?-
E scoppiò a ridere.

- Allora... calmo tu! Tranquillo tu! Sta fermo tu! Niente serpenti tu! O la vendetta delle crostatine canarine sarà... atroce! Potrei mandare una crostatina canarina a Voldemort... a tuo nome. Ti piacerebbe? - Fred rabbrividì.

- Niente serpenti... per ora. A parte me. -
Promise l' altro. E sorrise.

- Allora... mi sento tranquillo... - sghignazzò Fred.

- Meglio... le vittime si colpiscono quando meno se lo aspettano. -

- Senti, Malfoy... ho dato la busta per Voldemort con la crostatina canarina al mio gufo... se mi succede qualcosa... sarà inviata. Stai attento... per il tuo bene! -
- Oh, smettetela, tutti e due! - fece Ginny - Che razza di... vi rendete conto... che se foste stati amici da prima... avreste fatto scintille?! -
George si incupì - Purtroppo... certe cose possono accadere... solo "dopo". -

 

- Mia... una sola parola, così carica di... potere... mia... mia...-
E lasciò che i loro corpi scivolassero tra le rose.
- Grazie...-  sussurrò la Dama, ma non era più quello il momento per parlare... presto avrebbero potuto dirsi ogni cosa che avessero voluto. Ma ora no, ora no.
Quando la Dama riaprì gli occhi, tempo dopo, seppure nella luce della luna, il volto di Voldemort le sembrò risplendere. E sorrise.

- Sono io che devo ringraziare te. E lo sai. -

- No, no... non sei tu che devi ringraziarmi. Sono io che devo ringraziare te... e lo farò con ogni respiro, mio Signore, mio sposo. -

- Non contraddire l' Oscuro Signore... - fece l' altro con un sorriso - potrebbe essere pericoloso. -

- Ma io non ho paura del pericolo, e tu lo sai. Io amo il pericolo, soprattutto se sei tu il pericolo... ed anche contraddire me può essere rischioso! - sorrise.

- Correrò il rischio... perchè so quello che dico. -

Mac sorrise e osservò Voldemort. Sorrise ancora.

- Solo accanto a te ritorno un semplice essere umano. E' di questo che devo ringraziarti. -

La Dama Verde si strinse ancor di più all'altro - Tu con me puoi essere quello che desideri, qualunque cosa, e credo di avertene dato prova. Ma comprendo ciò che vuoi dire, Amore mio. Mio... uomo... - e sembrò che non ci fosse parola dal suono più bello "uomo".

- Non si tratta di ciò che io desidero. Ma di ciò che io sono. E' diverso. Ed è difficile ammetterlo. -

- Tu puoi essere con me, ciò che sei, qualunque cosa tu sia... così è meglio, mio Signore? Qualunque cosa... -

- Posso esserlo con te. Ma con me stesso? E' questo che... -
L' uomo sospirò. E non aggiunse altro.

Mac riflettè per qualche istante.
- Mi ricordo una storia, c'era una persona che temeva che riflettendosi in uno specchio avrebbe perso l'anima. Poi, un giorno, finì in una stanza completamente coperta di specchi, e non ne riusciva ad uscire. In realtà... aveva tanto timore che non tentò neanche di uscirne. Ma non è questo il punto. Rimase per sempre fermo lì con gli occhi chiusi, temendo che riflettendosi negli specchi avrebbe perso l'anima. Ma non si era reso conto che nonostante tutto, nonostante gli occhi chiusi, gli specchi lo riflettevano lo stesso, e lui non aveva affatto perso l'anima. Ma è solo una storia sciocca. - Mac scivolò su Voldemort, sorridendo - In realtà mi domando, ma puoi far finta di non ascoltare e non ti sto chiedendo una risposta, come fai a dire che puoi essere con me qualcosa che non puoi essere con te. Ogni volta che sei con me in un modo, lo sei con te stesso. A meno che non sia tutto un imbroglio. A meno che tu non mi prenda in giro. Ma non dire nulla... non voglio risposte... - e gli pose un dito sulle labbra, sulla bocca che poi baciò con passione - Quando ti sono così vicina, temo quasi di bruciare, Amore mio. Avverto tutto il tuo calore, il fuoco celato sotto il ghiaccio... -

- Ricordi il dono che mi hai offerto... prima? Chiedimelo e io l' accetterò. Quali che siano le conseguenze. Non posso darti altro... per tacitare i tuoi dubbi. -

- Ma io non ho nessun dubbio! - rise Mac -Nessun dubbio... e non ne ho mai avuti, mio Signore. E non ti offrirò quel dono... non più, non adesso. -

- In qualsiasi momento, se lo vorrai potrai chiedermelo. E' una promessa. -

La Dama si chinò a baciare ancora una volta il suo sposo - Ti ringrazio. Ma non lo farò. A meno che io non creda che sia necessario per te... - sorrise - Ma ti rendi conto di quello che mi hai fatto? Non riesco a smettere di desiderare di esserti vicina, così vicina da sentire il tuo respiro, da far sì che i nostri respiri si mescolino... desidero i tuoi baci, il tuo corpo, i tuoi pensieri... voglio guardare i tuoi occhi, sentire la tua pelle contro la mia, desidero sfiorare le tue mani, e carezzare i tuoi capelli. Sei come nutrimento per me... mi rendi felice. Desidero sentirti parlare, ogni parola è come oro dalla tua bocca...ma mi senti? Mi trovi... un po' nauseante? Uhm... confessalo... io lo so... che tu mi trovi un po' nauseante... ma fa lo stesso. Ah... ti adoro! -

- Ho solo un' obbiezione da farti. Non mi piace che l' oro venga collegato alla mia persona. Preferisco l' argento. Per il resto... nauseante? Non direi proprio. -
Mac rise - E argento sia! Lo sai, gli antichi egizi ritenevano l'argento molto più prezioso dell'oro... Ma dimmi, tu mi trovi almeno un po'... bella?- rise ancora.

- Un po' bella? E' troppo poco per descriverti.

- Allora... se non sono un po' bella... sarò un po' carina... - chiese la Dama con aria innocente, e sorrise.

- Un po' tutto quello che vuoi, mia sposa. -

- Un po'... brutta? Un po' antipatica, spiacevole, noiosa, isterica, chiacchierona, immorale, stupida? Un po' tutto quello che voglio, sei sicuro? - sorrise - Parlo troppo vero... chiederai il divorzio? -

 

 Draco sospirò e non disse nulla.
- Vogliamo andare? -
Fece poi.

- Si, si... andiamo. Sarà meglio... - sospirò George.

- La prima tappa sarà una libreria dunque. Dobbiamo ancora scoprire CHI è Raistlin... dato che nessuno sembra intenzionato a dircelo. -

- Ehm... Draco... sai i titoli di quei libri? Li conosci? -

- Non li conosco... speriamo di trovare qualche copertina con un mago dalla pelle dorata... -

-E se chiedessimo al libraio di un libro con un certo Raistlin?- disse Ginny.
- Arriviamo nella prima libreria e poi vedremo... nella peggiore delle ipotesi useremo un incantesimo di richiamo mentre nessuno non guarda. -

- E sia... - fece George - Andremo tra i babbani... mio padre sarebbe incantato! -

- Tuo padre... ah, si, immagino. Beh, potrai portargli qualche souvenir. -
E in quel momento varcarono una delle porte d' accesso di Diagon Alley. Ritrovandosi nella confusione di Londra.
- Londra! Fantastico! Si... credo che prenderò davvero dei souvenir... -
- Quanto fumo! Peggio di un convegno di draghi... - esclamò Draco - e queste macchine sono proprio brutte! Ma immagino che ci sarà anche da divertirsi.

- Si, si... sarà pieno di spine eclettiche! -

- Qui la guida mi sa che diventa Hermione... io avrò anche studiato babbanologia... ma ho imparato di più nell' anno in cui lei era in classe che nei due successivi. Però... quella mi sembra una libreria. Beh, si è proprio una libreria. -

- Wow... libri babbani... chissà se mordono... -
- No ma possono far male se ti li tirano in testa. -

- Oh... i babbani si tirano i libri in testa? - chiese Ginny.
- No. - rispose l' altro con una smorfia - I Malfoy e i Weasley quando si incontrano in una libreria   sì. -

-Oh, vero... ricordo ancora... è stato allora che quel diario... -
- E' stato allora? - Draco chiuse gli occhi - Non lo sapevo. Ma avrei dovuto capirlo. Mi dispiace. -

- Non importa! Alla fine non è successo nulla. Ginny si è salvata. Ma davvero non sapevi nulla? Ti ricordi... quando gridasti sulle scale che l'erede avrebbe fatto la sua comparsa e cose così? -

- No, non sapevo nulla. Evidentemente mio padre temeva che gridassi troppo. E ricordo benissimo quello che ho gridato, ma mi viene la nausea al solo pensiero. -

- Che tempi... il pericolo era tra noi... eppure... era vago. Oggi è cambiato tutto... - valutò George.

- Entriamo. - disse Draco con un sospiro.
E si misero a cercare tra i libri.

- Ora basta! - sbottò Ginny - Chiediamo! Il libraio lo saprà... noi stiamo cercando un ago in un pagliaio! -
- E' un'idea... - fece George.
-Aspetta! Raistlin! Raistlin! Guardate! Ho trovato due libri che contengono il nome Raistlin nel titolo... e poi... qui dietro rimanda ad altri libri! -
- Fai vedere, fratello! -
- Ed ecco... eccoli qui gli altri! -
- Facci leggere sulla copertina... che c'è scritto?- e c'era un breve sunto della storia... un sunto... interessante... e lessero rapidamente. Poi si guardarono tra loro.
- Wow... - fece Fred.
- C'è da stare attenti! - disse Ginny.
- Dobbiamo approfondire! - disse George.
- Dobbiamo comprare tutti questi libri... e leggere in fretta! -


L' altro annuì sbigottito.
- Perce, il prefetto Perce? Non riesco a crederci.

- Esattamente Perce... - cosa ti dice questo?
- Io non so se è vero quello che dite. Ma a me basta ricordare... -
I miei genitori, pensò. Ma non riuscì a terminare la frase.

- Ti stiamo dicendo tutta la verità, Neville... solo la verità... e lo so che è difficile stare ad ascoltare... proprio noi... -

- Non so se voglio sentire. E forse... stavo meglio nella ghiacciaia. -

- E se quelli che sono qui ti trovano... nella ghiacciaia finirai... ma morto, Neville! -
Il ragazzo rabbrividì e non disse una parola.
- Non preoccuparti. - disse Victor - Questo possiamo impedirlo facilmente. Per il resto... ancora non so. -

- Il resto dipende da te... e per fornirti... una dose ulteriore di libero arbitrio...ti ho detto di Perceval... -

- Mi lascerete andar via dal castello? -

- Per dove? Forse si... adesso sei nella lista dei dispersi... e se una volta tornato a casa ti rimandassero qui a studiare?! Meglio tenerti chiuso qui finchè non saremo sicuri che non ti succeda niente... io credo. -

- E... i miei amici? Avete detto che alcuni sono salvi. -

- Sono con... Piton. In fuga, nascosti... on saprei come portarti da loro o... Silvia! -

- Ottima idea Barthy... - fece Victor - Ah, mi faresti un grande favore a proposito di Silvia se le chiedessi una ciocca dei suoi capelli. Forse lei non sarà incline a collaborare... ma io voglio soltanto chiedere, non c' è nulla di male in questo. -

- Credo proprio che Silvia te la offrirà di buon grado... -
- Vedremo... ma non è questo il nostro primo pensiero adesso. -

- Già... già... - disse Barthy, soprappensiero.

- Ehmm - fece Neville - io avrei fame.

- Fame?! - fece Barthy - Si... ahm... dovrei chiamare Winky... -

- Meglio di no. Lei non è con Silvia? - obbiettò Victor - Ci penso io. -
E poco dopo il tavolo del laboratorio si riempì di cibo.
Barthy osservò il tavolo - Dovevi fare il cuoco...Victor. Sarebbe stato meno rischioso... - disse a voce... molto... molto bassa. -

- Dovevo... - l' altro fece una smorfia - non ho rimpianti. Tranne uno. Per il resto ripeterei ogni cosa. E anche tu, credo. -

Barthy sorrise -Tu lo sai che rifarei tutto. Non darei a nessun altro la mia vita se non che a Voldemort. -

- Appunto. - Victor scosse la testa - E adesso pensiamo al ragazzo. -
- Già. Ma sembra che... davanti alla tavola imbandita il ragazzo se la cavi egregiamente. Senti... se Voldemort tornasse... sentirebbe subito la sua presenza. Non possiamo nasconderlo, non a lui... per conto mio gli dirò la verità. Magari per il tempo che resta qui potrà accompagnarsi a Silvia ed a mia figlia... questo lo dovrebbe tranquillizzare. Anche Mac, per il tempo che ha libero, potrebbe dargli un occhio... tu non credi? -

 

- Chi era il mago a cui si riferiva il nostro avversario? - domandò poi Raistlin - Perché era lui, non è vero? Voldemort... -
Gwillion si voltò verso Severus. Sapeva la risposta. Ma forse era meglio che non fosse lei a dirla.

- Si, era Voldemort quello. E l'altro... quello a cui si riferiva... è il più celebre mago di questo mondo. Una leggenda... vera... - mormorò Severus.

- E perchè noi non potremmo trovarlo? -

Piton sospirò amaramente - Perchè la leggenda vuole che ai maghi non sia consentito trovarlo... è stato fatto un potente incantesimo sul luogo del suo riposo... -

- Scusa - intervenne Gwillion - ma stai parlando di Merlino, non è vero? Nove cerchi d' aria DEVE essere lui. -

- Si, esattamente lui... - disse Severus.

- Le leggende babbane al riguardo possono interessarti? -

- Credo proprio... di si... - e guardò Gwillion.

- C' è un bosco non troppo distante da qui. Il suo nome è Broceliande. Brecilien in celtico, o come diavolo si pronuncia. Dicono che la tomba di Merlino si trovi lì. Io la ho vista. Il bosco era bellissimo. La suddetta tomba un tantino deludente. Ma darci un' occhiata... che ci costa? -

- E diamoci... un'occhiata, allora... - fece Severus.

- La trovi da solo o ci serve una cartina turistica? -

- Credevo che tu, Gwillion... avessi una cartina stampata in mente!-

- Il mio amore della Bretagna non arriva a tanto. - la giovane fissò l' altro un po' di traverso - Continui a essere infastidito... ed io non posso farci nulla. -

- Non sono affatto infastidito... - sorrise Severus  -Dammi la mano... e raggiungeremo il posto... -
- Se quel luogo è protetto però - osservò Raistlin - raggiungerlo magicamente potrebbe essere pericoloso. Forse dovremmo affidarci a mezzi meno sovrannaturali.

- Autobus? - sorrise Piton - O prendiamo un taxi? Si... il taxi è meglio... dove troviamo una cabina del telefono per chiamarlo?-
- Da qui costerebbe un occhio della testa - obbiettò Gwillion - non è meglio PRIMA avvicinarci alla foresta con il metodo solito e poi dal paese più vicino spostarci con i mezzi babbani? -

- Hai ragione! Come al solito... - Severus rise - Si va! Tenetevi forte... -

Gwillion si guardò intorno. Si trovavano in un perfetto villaggio bretone. Con le case bianche ed i tetti neri a punta. Non ricordava se lo avesse mai visitato. Ma potrebbe anche essere stato così.
Un cartello in rosso portava scritto: BROCELIANDE e alla tomba di merlino. La ragazza era alquanto digiuna di francese, ma a tradurre quello ci arrivava.

- Sembra che ci siamo... - disse Severus, e sospirò "Smettila Severus, basta! Perchè... perchè sei turbato!"

- Severus. - mormorò la giovane - Questo è un po' il mio regno. Io amo questi luoghi. E quindi è ovvio che io possa rendermi più utile da queste parti. E non c' è altro. -

- Non ho detto nulla, Gwillion... - sorrise Severus - Io non ho detto nulla. Credi che l'abbia pensato? Ebbene non importerebbe... adesso facciamo quello che dobbiamo, piccola. Non angustiarti, non per me, ti prego. -

- Non chiedermi questo. Sarei un piccolo mostro se non lo facessi. -
- Oh, mia piccola... tu sei un piccolo mostro! - Severus sorrise - Avresti dovuto imparare che il mio carattere è ombroso; a volte... muta d'improvviso. E la tempesta segue il sole rapidamente, e poi il sole la tempesta. Sono fatto così... e mi sembrava d'aver capito che ti piacesse... devi sopportare i miei sbalzi d'umore. E a volte i miei pensieri si perdono... come in un labirinto, allora devo trovare da solo la strada per uscirne. Non giudicare male quest'uomo... a volte è troppo onesto, altre disonesto. Che io sia complicato... lo ammetto... - camminavano verso la meta, ed intanto Severus parlava, con un vago sorriso - Ma adesso che ti sei interessata ad in miei pensieri, sento che il sole sta tornando. Ti confesso un piccolo segreto, sono capriccioso!- e strinse la mano dell'altra. Poi si voltò indietro, verso Raistlin - E tu, Mago d'oro... ci segui? E... ascolti, vero? O la tua mente è tutta presa da ciò che troveremo? -

 

- Divorzio... quale divorzio. - disse Voldemort - Non sia mai. Io seguo l' esempio di Barbablù, te l' ho detto. -

-Crudele! Cattivo... spietato! Sei un assetato di sangue! - rise Mac - Non mi sembra vero... stiamo facendo discorsi degni di... Allock! O forse no... lui non sarebbe tanto ironico. -

- Non consapevolmente almeno. -
- Così credo. Posso sapere se il mio sposo si sente soddisfatto? -

- Qualcosa forse ti lascia pensare che io non lo sia. Perchè se ti ho dato una simile impressione merito di essere punito. -

- Punito... con un bacio? E' una punizione sufficiente? O ci vogliono due baci? O tre... -

- Questo sta a te deciderlo. -

- Fosse per me... la punizione non avrebbe fine, mio sposo... -

- Ed io lo accetterei di buon grado. -

- Ma io non posso avvincere il mio sposo... nè tenerlo solo per me... e allora... solo un bacio... per punirti... ma che sia lungo, e dolce... -

- Lo spero... lo spero per te. -

E la Dama Verde offrì un bacio lungo e dolce al Signore Oscuro... un bacio da ricordare.

- Ancora... -
Fu l' unica cosa che l' uomo riuscì a dire.
- Ancora. -
E sorrise. Poi le sue labbra cercarono nuovamente quelle di lei.

- Ancora... - acconsentì la donna. E se avesse potuto... avrebbe continuato all'infinito... perchè non ricordava d'aver mai fatto nulla di tanto piacevole.

- Ancora. -
Tornò a ripetere Voldemort. E sorrise.

- Ancora... Amore mio... ancora... potrai chiedermi ogni volta che vorrai di baciarti così... il mio dovere è esaudire i tuoi desideri... -
E lo baciò.

- Sai... detesto dirlo... ma forse dovremmo... tornare indietro. -

Mariacarla sorrise lentamente - Lo so. Sapevo che lo avresti detto, e credevo che l'avresti fatto prima... è stato meraviglioso essere qui, essere con te. E' splendido essere tua moglie, e questo piccolo segreto che resterà tra noi mi riempie di gioia. Del resto... qui, o ad Hogwarts o alla Torre, o in qualunque luogo... è sempre uguale, purchè io sia con te. E' sempre il nostro giorno, mio Signore. Ed ogni giorno è nostro. Una cosa soltanto ti chiedo... una piccola tradizione che vorrei rispettare... quando più tardi, tra diverse ore, dopo tutti i tuoi impegni, torneremo nella nostra camera da letto, portami tra le braccia oltre la soglia, come fa ogni sposo con la sua sposa. Ed ora usa la tua magia... rendici di nuovo "presentabili", come sei solito dire, e torniamo... a casa. –

 

 

[continua]   [indietro]   [fuori]