Capitolo Trentasei

                                                                       Preparativi

 

 

 

 

Passarono lunghi minuti. Avrebbero potuto essere ore.
- Interessante, molto interessante. - sussurrò Raistlin - Anche perchè il tuo latino più di formule di religione è composto di formule... magiche. Ma con le tue conoscenze sviscerare i libri del prete dovrebbe riuscirmi facile. Grazie dunque. -

- Prego... - disse Severus di malavoglia - Cosa pensi che potremmo fare con Berengaire? - chiese poi con riluttanza.

- Se necessario... nella peggiore delle ipotesi, io sono bravo a sostituire medaglioni. Ma forse è meglio sentire prima l' opinione di tutti. Chissà che Gwillion... ancora una volta... non abbia l' idea giusta. -

- Uhm... tieni giù gli occhi... ricorda che ci devi sposare, mago... - disse Severus.

- E chi ti ha suggerito l' idea? -
Fece l' altro con un sorriso ironico.
- Ho portato da mangiare. -
Disse Gwillion entrando.

Severus stava per essere sgradevole con Raistlin, ma si trattenne.
- Hai cucinato? - chiese Piton - In effetti ho fame...-

- In realtà abbiamo cucinato io e Mac... - disse Gwillion - Ma non credo che abbia avuto il tempo di mettere nulla di velenoso nel cibo... -
Severus si voltò verso Raistlin protendendo un piatto
- Assaggia - disse.
Raistlin lanciò uno sguardo di fuoco all'altro e cominciò a mangiare - Sarei tentato di simulare delle convulsioni ma per stavolta lasciamo perdere. -
Severus si servì, e poi sorrise a Gwillion - Veramente buono! Sarà un acquisto in tutti i sensi sposarti! -
Gwillion non disse nulla, e continuò a mangiare.
- Beh, è buono davvero! - fece Severus.

- Grazie. -
Disse la giovane, e sorrise.
- E posso sapere come sono andate le lezioni di latino? -

- Uno studente distratto, svogliato e incapace... ma vista la grande intelligenza del maestro... direi bene. -

Raistlin nemmeno si degnò di rispondere.
Severus sorrise appena...
Continuarono a mangiare in silenzio. A tratti solo qualche colpo di tosse di Raistlin interrompeva la cena.
- Hai la tosse, Raistlin? Era un po' che eri in salute... già... la magia... -

- Mi è andato il cibo di traverso... -

- Si... il cibo di traverso... come no. Beh, poco male... tanto tu sei resistente, potente... un po' di tosse... che fa? Basta che non sputi sangue qui e lì... -

- Se dovessi iniziare a farlo ti avvertirò, stanne certo. -

-Grazie, così mi toglierei dalla tua mira... -

- La conversazione si sta facendo piuttosto scadente, non credi? -

- Si, in effetti tu sei davvero scadente come conversatore... -
- Povero Severus... - mormorò Gwillion - che razza di addio al celibato ti stai preparando... litigare con Raistlin tutta la sera... -

Severus sorrise - Mia cara, è più facile poter scontentare una fidanzata che una moglie, sai? Forse è per questo che stasera mi diverto... da domani ti dovrò maggiore obbedienza. -

- Mmm detesto il termine moglie... sposa, consorte si... ma moglie mi sa di pane e burro! E strofinacci e calzini sporchi! -

- Io invece, trovo sia una parola molto bella... moglie. E sai che non corrisponde necessariamente a fatiche domestiche nè a nulla del genere e poi... c'erano dei versi di Neruda su questo... forse abbiamo una visione differente delle cose, io e te. -

- Ed è necessariamente un male? -

- No, non lo è, ma... - Severus si avvicinò per mormorare all'orecchio della ragazza, in modo che Raistlin non sentisse...
- Qui stanno il pane, il vino, la tavola, la dimora:
il bisogno dell'uomo, la donna e la vita:
a questo luogo correva la pace vertiginosa,
per questa luce arse la comune bruciatura.
Onore alle tue mani che volan preparando
i bianchì risultati del canto e della cucina,
salve! L'integrità dei tuoi piedi corritori
viva! Ballerina che balli con la scopa.
Quei bruschi fiumi con acque e minacce,
quel tormentato stendardo della spuma,
quegl'incendiari favi e scogliere
son oggi questo riposo del tuo sangue nel mio,
quest'alveo stellato e azzurro come la notte,
questa semplicità senza fine della tenerezza. -

- Mi vuoi fare scappare? -
Mormorò Gwillion con la fronte corrucciata.
- Uhm... - fece Severus - Forse dovrei rivedere la mia decisione! - rise - Ma no! Avremo diversi elfi domestici a casa nostra, non temere... eppure io trovi bellissimi quei versi, e davvero mi spiace se per te non è così. -

- Erano belli... sono belli... finchè restano versi soprattutto. -
Mormorò la giovane, e sorrise.
- Eh... sia come tu vuoi... - disse Severus inarcando un sopracciglio, ma poi sorrise, pur sapendo che tra lui e Gwillion v’erano molte e profonde differenze.
- Più tardi ricordami che devo dirti qualcosa... -

- Di certo... sono curioso! -

Gwillion sorrise.
In quel momento Lord Voldemort e la sua sposa fecero la loro comparsa.
- Buonasera a tutti! - fece la Dama.
Severus storse la bocca e ricambiò il saluto.

- Non è che volessi farvi andare il pranzo di traverso... no, in realtà rientrava anche questo tra i miei scopi. Ma credo che dovremmo parlare. Di un certo medaglione. -
Disse Voldemort.

- In effetti è quello che dovremmo fare. Già... esattamente parlare del medaglione. E a questo punto meglio condividere tutte le informazioni... siamo tutti in pericolo, mi sembra. - fece Piton.

 

Il nobile Berengaire era rientrato al convento. E si era precipitato nelle sue stanze a meditare.
A meditare... così aveva detto ai domenicani ed al suo seguito.
In realtà... doveva estinguere la propria rabbia in qualche modo... afferrò una brocca e la scagliò su una parete, reprimendo un grido... che con la sua stridula voce sarebbe inconfondibilmente risuonato nel convento.
Stregoni! C'erano stati stregoni al mercato! E non era riuscito a prenderli... ma aveva preso almeno i loro poteri... ed ora, chiunque fossero, ovunque fossero... beh, lui li avrebbe trovati! Sarebbero morti nel tormento... torture, roghi... questo piaceva a Berengaire. Torturare chi riteneva impuro... e si sarebbe tolto lo sfizio, presto... molto presto. Aveva già mandato alcune squadre di uomini a pattugliare  i luoghi dove in passato s'era diffusa la voce che le streghe si riunissero per i sabba. Presto... Berengaire si inginocchiò a pregare, presto si sarebbe divertito. Poi il volto della donna vista per strada... gli tornò in mente, e Berengaire sussultò...

 

Barthy aveva seguito lo sguardo di Black - Si, in effetti sembra una taverna... andiamo e... prudenti... -

La locanda era tranquilla. O almeno tale sembrava. I letti erano privi di pulci se non altro. Sirius in particolar modo aveva avuto esperienze sgradevoli con quegli animaletti e ne fu lieto. Poi si rivolse verso Silvia.
Come a chiederle quante camere avrebbero preso.

- Beh io direi di prendere due camere... non ho intenzione di rinunciare a farmi coccolare da te per le crisi di gelosia di Barthy... - mormorò piano Silvia a Sirius.

Barthy fissò i due con amarezza. Aveva perfettamente sentito e soprattutto capito.
- Due stanze andranno benissimo - disse - Se non avete ancora capito chi e come sono... è affar vostro. Domattina andrò a cercare Lord Voldemort. Del resto Black è più che capace di proteggerti, Silvia. -

- Come ordina la Duchessa. -
Fece Black... anche se non era troppo convinto. D' altronde le nobildonne avevano anche il diritto di portarsi a letto gli attendenti. Oppure no? Oppure era un rischio?

- Va bene,allora se la cosa può essere pericolosa io mi prendo la stanza singola e voi due l'altra... che sia la volta buona che riusciate ad appianare le vostre divergenze. - e sorridendo maliziosa si fece accompagnare dall'oste nella stanza.

- Hai nulla da obbiettare? -
Mormorò Black.

Barthy scosse la testa. Frastornato ecco. Si sentiva frastornato.

- Andiamo allora. Domani sarà una lunga giornata. -

Silvia entrò nella camera... niente male, decisamente niente male.
In un angolo c'era una grande tinozza... la riempì e ci si immerse... una meravigliosa sensazione di benessere la pervase tutta....
Certo, se ci fosse Sirius sarebbe stato bellissimo, ma forse era meglio stare da sola per un po', avrebbe avuto la possibilità di restare un po' da sola con sè stessa, a volte faceva così bene!

Barthy entrò in camera e si gettò sul letto.
Aveva sonno, ed era infastidito... dormire... dormire... era la cosa migliore.

 

 - Prima di passare agli argomenti cupi però... -
Fece Gwillion fissando quasi distrattamente il soffitto.
- Credo che la ragazza voglia ricordarti di una certa richiesta che hai da compiere. -
Sussurrò Raistlin.

Piton imprecò, maledisse, e poi... cercò di essere serio, anche se forse... sarebbe stato tutto molto più semplice se l'avesse buttata sul ridicolo... ma no, non era tipo!
E Mac ridacchiò... perchè sapeva.
Severus fissò Voldemort e sospirò - Ho bisogno di un testimone di nozze... potresti farlo tu? Se non puoi... troverò qualcun altro... -

- Come si fa a dire di no ad una richiesta così... sentita? -
Se l' Oscuro Signore avesse voluto aggiungere altro fu impossibile saperlo. Perchè Gwillion ridacchiava e la Dama Verde non era da meno. Anche Raistlin stava ridendo... e la sua risata non era esattamente gradevole. Lord Voldemort si unì alle risate. Che altro poteva fare?

Piton tentò faticosamente di ridere. Dopo un po' ci riuscì, e poi sospirò.
- Come è strana la vita... - disse piano.
- Già... - disse in risposta la Dama.

- Il medaglione. - tornò a dire Voldemort - So che deve essere distrutto. In realtà non è possibile dire se tra mesi o anni potremmo recuperare naturalmente i nostri poteri... il libro che ho letto non contemplava questa ipotesi per il semplice fatto che i maghi che subivano l' influsso di quell' arma in genere non sopravvivevano. Ma venivano sottoposti all' altra faccia del medaglione subito dopo. Quella che permette di rubare... la forza vitale.

Mac ascoltava, ma erano cose che sapeva già. C'era quando Voldemort aveva trovato il libro... si allontanò. Voleva fare una cosa, adesso che tutti avevano altro da fare, e uscì verso il giardino.
Severus ascoltava, pensoso. Scosse la testa - E' dannatamente complicato... -
- O forse sembra complicato. -
Sussurrò Raistlin.
Piton fissò Raistlin - Tutto semplice per te, vero? Io dico che dobbiamo cercare maggiori notizie su Berengaire e sui suoi... se ha lui il medaglione... dobbiamo trovare il modo di sorprenderlo. O hai proposte, Raistlin? -

- No. Concordo con te. Dobbiamo trovare notizie su Berengaire. Poi quando ne sapremo abbastanza potrei... dirgli che desidero fare una copia del medaglione... una copia priva di poteri intendo... per portarla in dono a Roma... e magnificare il suo operato presso le alte gerarchie. Se ha un briciolo di vanità dovrebbe accettare... e a quel punto... -

- Tenteresti la sostituzione, immagino... -
- Berengaire per prima cosa una volta riottenuto il medaglione controllerebbe che fosse quello autentico. La sostituzione avverrebbe sì... ma DOPO. -

Severus ghignò - Era quello che volevo dire. -
- Sì... probabilmente sì. -
Ammise l' altro con un sospiro.

- C'è altro all'ordine del giorno? Perchè se no, io ho altro da fare. -

 

- Per quanto si può esserlo in questo luogo si, è al sicuro. - disse Victor.
Neville in quel momento si avvicinò ai gemelli.
- Lui... lui e l' altro hanno detto che erano in debito con me... -
Disse in un bisbiglio.

Fred avrebbe fatto qualunque cosa per portar via Neville... gli si strinse il cuore.
- Sei coraggioso Neville e... se questi ti toccano solo... io li ammazzo... stai tranquillo. -
- Neville...in gamba! - fece George.

Draco fissò il giovane Paciock per un istante ma non disse nulla. Che doveva dire quando era stato lui a suggerire ai suoi scagnozzi di ficcarlo nella ghiacciaia... secoli prima... e non certo per salvargli la vita!
- Forse dovremmo andare... - sussurrò - Prima che cambino idea. -

- Già... andar via... a malincuore, ma... a presto Neville! -

- Mi dispiace... - sussurrò poi Draco quando erano già lontani dal laboratorio - sono stato io a spingervi a venire. E si è rivelato un rischio... inutile. -

- No. No... è stato un... bene... - mormorò Fred tristemente.

- Mi dispiace... -
Tornò a ripetere l' altro. E senza nemmeno sapere il perchè.

- Smettila Draco! - fece George - Tu ci stai solo compatendo per Perce! E non devi... non ce ne è motivo! -

- Se l' ho fatto... - mormorò il ragazzo - non me ne sono accorto... non sono abituato a provare compassione... -

- Non che sia una cosa sbagliata, di norma, ma ora... -

- Andiamo, intanto! -

- Si, andiamo via... il più lontano possibile... -

- Dannazione... il medaglione di mio padre... l' ho perso... devo tornare indietro... -
Ma dopo pochi passi ritrovò la gemma.
- Ecco, andiamo, leviamoci di torno. -

- Filiamo via, sono inquieto... ho una brutta sensazione... -

E salirono sulle scope... e sfrecciarono via lontano.

 

 

- Sul medaglione direi di no... - fece Voldemort - ora dato che purtroppo mi hai affibbiato l' innaturale ruolo di testimone... devo svolgerlo in pieno, con tanto di raccomandazioni prematrimoniali. -
Gwillion aveva il vago sospetto che L' Oscuro Signore si stesse divertendo... e parecchio.

- Raccomandazioni prematrimoniali... - Piton fissò Voldemort come una specie rara di insetto sgradevole -Tienitele per te.

- Io invece penso che abbia ragione - sussurrò Raistlin - e in qualità di officiante e tuo futuro cognato... dico che non solo dovresti ascoltarlo... ma che ci aggiungerò poi la mia dose. E non qui... non in presenza della sposa. -

Piton aprì la bocca per parlare, ma la porta si aprì, e Mac rientrò in camera.
- Posso parlarti? - chiese a Raistlin.
Severus fissò di nuovo Voldemort - Sentiamo... -

- Andiamo di là dunque... - fece Voldemort con un ghigno - E non temere... non ci vorrà molto. -
Fece trascinando di là Piton.
- Io vi raggiungerò tra un istante. -
Sussurrò l' altro mago. Poi si voltò a fissare le due ragazze.
- Qui c' è un cofanetto. - disse loro - Attente a non toccarlo, contiene un sacco... di oggetti pericolosi. -
E iniziò a tirar fuori delle minuscole fiale che una volta estratte tornavano a delle dimensioni naturali.
- Questa vi farebbe prender fuoco, questa racchiude nel cristallo tutto ciò che tocca... questa riempirebbe la stanza di nebbia... ed ecco il sonnifero che cercavo. -
Gwillion fissava le fiale disposte ordinatamente sul tavolo con una strana espressione.
- Grazie. -
Sussurrò.
- Grazie... per l' avvertimento, intendi. -
Fece l' altro con un sorriso ironico.
- Immagino non di sì. - e sorrise anche lei - Ma perchè fai... tutto questo. -
- E chi può dirlo... sono complicato... -
Il mago lasciò la stanza.
- Non volevo prenderti in giro. - stava dicendo Voldemort - Solo mi chiedevo... se sei sicuro di ciò che fai. Insomma... vuoi davvero avvelenare quello che per te dovrebbe essere un giorno felice con la mia presenza? -

Piton meditò un istante - Se non lo chiedessi a te, dovrei chiederlo a qualche illustre sconosciuto. Preferisco invece che sia qualcuno che conosco. Del resto per quanto io lo neghi... ti devo qualcosa. Ma non ripeterò MAI una affermazione del genere... -

- No. Non ti chiederei mai di farlo. -

- Meglio per te. Perchè mi uscirebbe di bocca una serie di insulti senza fine... oltre qualche formula sgradevole... -

- Queste amenità sarebbe meglio scambiarcele adesso... mentre siamo privi di poteri magici, non credi? -

- E rovinarmi la sera prima del mio matrimonio?! Non credo proprio! Del resto... ammetto di trovare persino divertente prendermela con te... - Severus sorrise cattivo - Oh, e complimenti, anche se in ritardo, per il tuo matrimonio. -

- Il mio matrimonio... ancora nemmeno ho ben capito che mi abbia preso... -

- Non chiederlo a me... - Severus ghignò - Io certo non l'avrei sposata la ragazza più pazza che ho mai incontrato, ma cercherò di non insultare la tua sposa. -

- E una ragazza normale... sposare me? -

- Questo è vero. Beh, in ogni caso questa sera è davvero tutto ben strano! Gradisci bere un bicchiere di vino... non avvelenato? -

- Perchè no? -

Severus versò del vino in due bicchieri e ne porse uno all'altro - Brindiamo al mio matrimonio, allora! -

- Alla tua. -

Severus bevve di gusto - Se non abbiamo altro da dirci in privato, potremmo cercare gli altri, no? -

- Credevo che il tuo... così detto futuro cognato volesse aggiungere la sua ma... -

- Ma non è qui...- disse Severus.

- Possiamo andare a cercarlo. -

- Ebbene, andiamo... - e Severus si avviò fuori.

Voldemort annuì e seguì l' altro in silenzio.
- Raistlin?! - chiamò Severus nel buio dei corridoi - Quando non ti serve è sempre tra i piedi, e se ti serve non lo trovi mai! -

- Razza di maleducato! Gli ho detto che volevo parlargli... e se ne va così?! - Mac pestò un piede per terra - Ed io che volevo essere gentile... va al diavolo, Raistlin! Bene... ci hanno lasciate sole… non credo che IO dovrei dare consigli a te. Te la cavi di certo benissimo da sola... ed ora è meglio che io vada a farmi sbollire la rabbia. Maledetto Raistlin...volevo solo parlargli! -

- Se l' ha fatto è per un motivo ben preciso, Mac. E tu non c' entri. Vedi... devo fare il mio anello. E Raistlin sa che se mi avesse aiutato apertamente... la reazione di Severus sarebbe stata terribile. Così mi ha dato un suggerimento obliquo. Ma sono sicura che se esci lo trovi fuori ad aspettare. -
- Infatti è così... -
Sussurrò una voce di là della porta.

- Bastardo! - sibilò Mac, e si diresse alla porta. Uscì e fissò Raistlin - Adesso che ho rinvigorito la mia irritazione, come posso parlarti con calma?! -
- Non parlarmi con calma, allora. -

- Oh, odioso! E io che volevo solo dirti che ti avevo giudicato male, e volevo tenderti pacificamente la mano... e, per tua conoscenza, io posso parlare con tutta la calma che voglio. -

- Allora parlami con calma. Adesso certo non lo stai facendo. -

Mac sospirò - Va bene. Mi spiace di averti giudicato male. Il fatto è che sembri troppo perfetto... e questo scatena in me un istinto ad essere sgradevole... lo ammetto. -

- Forse la prima impressione era quella giusta. -
Rispose l' altro con un sogghigno.

- Si forse... - Mac sorrise - Ho sentito che hai ripreso a tossire da quando siamo qui... -

- E' il viaggio nel tempo. Ho bisogno di riposare. Ma presto starò meglio. -

Mac sospirò - Ma io mi sono sinceramente preoccupata... ho pensato che potevo fare qualcosa per te. Immagino che una semplice bevanda al miele non ti farebbe effetto... anche se sono sempre disposta a preparartela, ed ho cercato qualcosa di più... -

Raistlin fissò l' altra incuriosito.

- Forse sono troppo sfacciata a farti un piccolo regalo... mi giudicherai male... eppure voglio farti questo dono... - e prese un fazzoletto ripiegato che conteneva qualcosa - Posso dartelo? -

Raistlin socchiuse gli occhi. Poi annuì... curioso.
Mac sorrise, e aprì il fazzoletto, traendone una lucertola morta, legata con uno spago, e con uno scatto repentino la mise al collo del mago - Tieni! Questa è magia contro la tosse... e se lo dice Bupu... puoi fidarti... no? -

Raistlin sorrise di un sorriso triste. Ricordi si agitarono nella sua mente. Si tolse la lucertola dal collo e rimase a fissarla per un attimo.
- La serberò con cura. Anche se temo non si addica al mio attuale abbigliamento. -
Un urlo provenne dalla camera accanto.
Raistlin si precipitò dentro.
E tornò fuori poco dopo con un' espressione disgustata.
- Abbiamo avuto una piccola emergenza. - sussurrò - Un dito cristallizzato. Ma per fortuna avevo anche il solvente adatto. -
- Ho l' anello. - mormorò Gwillion rossa in volto - E Mac... vorrei chiederti un consiglio.

Mac scosse la testa, stupita - Che consiglio?! -

- Niente. Non so. Forse non è importante. Solo pensavo.. all' abito... E sì, decisamente NON è importante. -
Raistlin aveva l' espressione di chi stava per dare testate sul muro.
- L'abito! - sussurrò Mac - Si che è importante! E sono certa che troveremo qualcosa... probabilmente il vecchio prete ha una perpetua... o conserva vecchi abiti da cerimonia in soffitta... troveremo qualcosa! Andiamo a frugare! -

- Vecchi abiti da cerimonia... modello Giuditta? -
Mormorò la giovane. E poi seguì l' altra ridacchiando.

- Esattamente modello Giuditta! - sorrise Mac.

Victor ripensava pensieroso al ciondolo del colore dell' acqua che per un istante aveva tenuto tra le mani. Era stato così facile modificare la magia della gemma. Modificarla perchè presto il giovane Draco Malfoy dovesse rimpiangere di essere tornato a raccoglierla.

- E' stato fatto? -
- E stato fatto. -
Ripetè Victor. E voltandosi vide il giovane fantasma di Tom Riddle intento a fissarlo.
- Vorrei solo che... -
- Vorresti solo che il nostro neofita ammettesse le sue responsabilità... che facesse funzionare il suo cervello in maniera... adeguata. A te non piacciono le cose che non funzionano, non sono mai piaciute Victor. Ma forse stai perdendo troppo tempo con il Percy-pollo. -
- E' un ordine? -
- Un consiglio. D' altronde... adesso tocca a me occuparmi del pollo. Lezioni di Avada Kevadra... -
- Ma è pronto? -
- Ovviamente no. Dovrò fare in modo che lo sia. -

- Ancora tutto preso a cullare il tuo sogno infranto di diventare Primo Ministro... Perceval? -

Perce si voltò di scatto.
- Tu! - sibilò - Che vuoi da me, imbroglione?! -

- E' vero che ti ho imbrogliato... ma pensi che davvero la cosa sia andata a tuo svantaggio? Adesso potresti essere al ministero, ad affannarti a salire sempre più in alto... i gradini di un organo morente... che presto avrà perso del tutto la sua importanza. -

- E cosa me ne importa?! Io ho perso la mia importanza... -

- Quello che ti sto dicendo è che il vero potere è in questo luogo. Qui e in nessun altro. Persino i così detti eroi che mi combattono... se anche riuscissero a vincere, non avrebbero ricompensa. Come non l' hanno avuta quindici anni addietro. -

- Il vero potere... puh! Io voglio il solo potere di essere quello che VOLEVO essere! -

- Non ci saranno più ministri. Caramell verrà ucciso O gettato in disgrazia. Forse gli invidi quella fine? E non dovresti disprezzare ciò che ti offro. -
Aggiunse puntando la bacchetta verso l' altro.

- Se non ho più speranze, uccidi pure... - disse Percy terreo - A te so di non poter scappare. -

- E chi vuole ucciderti? Io voglio... insegnarti. Ma prima... sai a chi apparteneva questa bacchetta? -

- No, che ne so io di bacchette! -

- Oh... ma questa è una storia che val la pena di conoscere. Esistevano due bacchette identiche... una era mia l' altra è toccata... ad Harry Potter... Harry Potter... adesso sono entrambe in mio possesso. -

- E' di... Potter?! -

- Di Potter. - ripetè l' altro con un sorriso carico di perfidia - E... non ci sono domande sulla sorte del proprietario? -

- Che... che... gli... hai fatto? -

- L' ho adoperato in una lezione. Sulla dissezione. Anche se gli studenti non sapeva che era lui quello sul tavolo. E che era... ancora vivo. -

Percy sgranò gli occhi, avrebbe potuto vomitare per questo. Ma si sentiva tanto vuoto che... poco dopo anche la fine di Potter gli sembrò senza senso.

- No. Non è stato un atto privo di senso. Aveva il suo scopo. Anche se non starò qui a spiegartelo. E ora... c' è un incantesimo che devi imparare. Tu sai quale. Ma... il punto è... desideri impararlo? O preferisci rimanere ad auto compatirti? -

- Io non mi compatisco! - disse Perce - E ti riferisci... all'Avada... Kedavra? -

Il fantasma annuì appena.

- E se mi decidessi ad usarla... contro i tuoi? -

- Ne pagheresti le conseguenze.

- E adesso cosa sto pagando? Io ne pago già le conseguenze... -

- Lo credi davvero? O forse la tua fantasia è così... limitata? -
E tornò a puntare la bacchetta verso l' altro.

- Si che ne sto pagando le conseguenze! -

- Solo perché ti ostini... a non vedere i vantaggi della situazione. E... in questo istante sono profondamente tentato di farti assaggiare la cruciatus... una vera cruciatus intendo... degna di questo nome. -

- Se credi che una cruciatus mi illuminerebbe sui vantaggi dell'essere tuo schiavo... -

- Sugli svantaggi di non esserlo, forse. -

- Ci sono svantaggi in tutto... -

- Ancora però non hai risposto alla mia domanda iniziale. -

- Beh, insegnami, se ci tieni... -

- Se ci tengo? - l' altro fece una smorfia - Troppo facile così. Dovrai essere tu a chiederlo! -

- Più che dirti "se ci tieni" non posso. Così, se vuoi non insegnarmelo... ma forse tu vuoi proprio farmi vedere come sai lanciare una bella cruciatus... e allora forse mi convincerai a dirlo. Nel qual caso te lo dirò solo per il dolore e non per altro. Beh, fa un po' quel che ti pare... io me ne disinteresso... -

- Come preferisci. - fece lo spettro voltando le spalle - Ma sappi che fino a quando persisterai in questo stato d' animo sarai solo uno schiavo, un servo, un rifiuto. Ma se è questa la parte che hai scelto per te... chi sono io per negartela? -

- Sparisci, io lo so che sono un rifiuto, quindi... - Perce sbadigliò svogliato.

- Se sei un rifiuto... allora devi imparare... almeno l' obbedienza. Forse non hai ben compreso a chi ti stai rivolgendo. Vedrò di rimediare. -
E puntò la bacchetta. Stavolta non fu solo per una minaccia.
- Crucio... -
Sussurrò e attese.
- Chi sono io... dillo! -

Perce gridò, e gridò. Era un dolore terribile ed insopportabile. E... non voleva soffrire. Se avesse avuto orgoglio si sarebbe trattenuto, ma... perchè soffrire?
-Sei... il... mio... padrone... - disse, contorcendosi sul pavimento.

- Mi sarei accontentato del mio nome. - disse Tom interrompendo il contatto - Il punto è che non si può dire "sparisci" a Lord Voldemort come se nulla fosse. Tu hai scelto di rispondere in altro modo... ma la risposta è stata comunque soddisfacente. -

Perce sibilò qualcosa che, per sua fortuna, era troppo confusa per essere capita.

 

- Sono qui, Severus. -
Disse Raistlin. Era tentato di imitare un colpo di tosse. Poi carezzò appena la lucertola morta e la spinse in fondo a una delle sue tasche.

- Siamo venuti ad ascoltare le tue corbellerie, quindi muoviti e dimmi quello che devi... - disse Piton a Raistlin.
- Che devo dirti? - Raistlin sorrise - Non devo dirti nulla in realtà. Le banalità gratuite possiamo anche far finta di averle già pronunciate. -

- Splendido! Questo mi solleva non sai quanto! -

- L' immagino. - rispose l' altro con un sorriso obliquo - E adesso se non vi spiace torno ai miei libri.

-Prego, fai pure...anche io ho un po' da fare, adesso... -

- Io vado a riposare. -
Disse Voldemort. E salutò gli altri. Raistlin si era già immerso nella lettura.
- Allora io faccio quel che devo... - e Severus si chiuse in un'altra stanza.

 

- Forse dovremmo prendere delle candele. - disse Gwillion.

- Eh, si... candele... - fece Mac -In cucina ne ho viste. Andiamo prima lì e poi in soffitta... allora, come ti senti? -

- Strana. Insomma un falso matrimonio non dovrebbe farmi nè caldo nè freddo e invece... -
Presero le candele, e poi iniziarono a salire le scale.
- Falso! Perchè falso, poi? Un matrimonio è vero solo se ci sono... due persone che si amano. Il resto non conta... io credo. Quindi, il tuo matrimonio non sarà affatto falso. -
- Celebrato da Raistlin Majere... - disse la ragazza con un sorriso - e due persone che si amano... c' erano già prima mi sembra. E il tuo matrimonio piuttosto? Com' è che è stato? -

- Allora se due persone che si amano c'erano già prima... è come se foste tacitamente sposati da prima. E Raistlin che celebra... beh, ti fa piacere, io credo. Il mio matrimonio... se te lo dicessi... suppongo che non ci crederesti affatto... - Mac ridacchiò.
- Tra tante cose improbabili... -
Poi lo sguardo della giovane cadde su di una specie di costume d' angelo. Una tunica azzurra ricoperta di sottili ricami e due grandi ali... e un' aureola.
- Che te ne pare di... questo? Con i dovuti ritocchi intendo.

- Intendi togliendo le ali e l'aureola? Si, sarebbe davvero carino.. .- Mac sorrise - Ma tu sai cucire? Io... mi arrangio. Oh, e poi ci servirà qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio, qualcosa di blu e qualcosa di prestato... a quello provvedo io. Oh, e vi sposerete di sera o di mattina? Comunque per soddisfare la tua curiosità... io mi sono sposata ad Avalon! -
- Avalon! Niente male direi... proprio niente male... è com' è l' Isola? - Gwillion fissava l' abito perplessa - L' aureola si leva facilmente ecco, già fatto... le ali no. Per quelle ci vorrà più tempo... a meno che non decida di tenerle. Sono così graziose in fondo. E per la cronaca no, non so affatto cucire. -

- Beh, in effetti... le ali potresti tenerle, e ci risparmieremmo ignobili figure di sarte negate... Avalon è... un sogno. Ma mi sarebbe stato bene anche sposarmi in una stalla, credo. -

Gwillion annuì.
- Ah... l' anello. Immagino dovresti tenerlo tu... in qualità di testimone. -
Poi tornò a fissare l' abito.
- Certo che queste alucce sono proprio graziose... e blu per giunta. Così ho già uno dei tre   qualcosa. -

- Eh, si... spero di non perderlo... l'anello. E la cosa blu la abbiamo. Molto bene! Ed ora? Che si fa? -

- Si prova l' abito no? Potresti stare attenta alla porta? -

- Porta sotto controllo... - disse Mac -Prova! Su... vediamo questa sposa come sta! -

- Tu che ne dici? Non c' è nemmeno uno specchio. Ma non mi sta stretto, e nemmeno largo. Almeno questo... -

Mac sorrise - Ti sta d'incanto! D'incanto! Severus sarà felicissimo! -
- Bene... molto bene. Ma adesso aiutami a levarlo. Se lo strappo... -
-Se lo strappi saremo in guai davvero seri, altro che! E nessun mago, nemmeno mago del cucito a ripararlo... - sorrise Mac, ed aiutò l'amica a togliere quello che sarebbe stato il suo abito da sposa -Sai, Gwill... tutto sommato sei stata fortunata... se con noi fossero finite altre fan di Severus... avresti avuto vita molto più dura... ma adesso vi sposate. Ecco fatto... appendiamo quest'abito, e domani farai scintillare gli occhi di Severus... più del solito. Perchè non so se hai notato, ma i suoi occhi scintillano quando ti guarda. -

- A me sembra che scintillino sempre... -
Mormorò la giovane piegando l' abito.
- E a proposito di paramenti sacri... non dovremmo trovare qualcosa anche per l' officiante? -

Mac sorrise - Beh, per l'officiante credo che non ci sarà alcun problema... tra chiesa e canonica... deve essere pieno di paramenti sacri. Piuttosto spero che sappia che letture fare e quali preghiere... ma credo di si. -

- E se anche sbagliasse... non mi formalizzerei. -

- No... non penso proprio che tu lo faresti... -

- Adesso... devo parlare con Severus. C' è qualcosa che devo dirgli. -
- Beh... buona conversazione, allora. Io torno in camera mia... - disse Mac, e si allontanò.

- A domani... -
Sussurrò la giovane. Poi scese le scale. Alla ricerca del suo futuro sposo.
 

Piton sospirò, e osservò l'opera...come incisore poteva non essere un granché, ma...due nomi ci arrivava a inciderli senza far troppo danno.

 

- Beh, certo che ci hanno fatto un bel piacere a lasciarci la pupa così... - disse Lupin, poco convinto - Speriamo vada tutto bene, o Silvia e Sirius ci ammazzano... - e Remus guardò la sua adorata Francesca che cullava la piccola.

- E' magnifica vero? - disse Kikka, riferendosi alla bambina - Un giorno... spero di averne una altrettanto bella... - disse, e continuando a cullarla si sedette vicino a Remus.

 - Beh chissà, magari l'anno prossimo potremmo averne uno tutto nostro... che ne dici?- e le fece l'occhiolino, stringendola forte a sè.

Kikka diventò rossa e sussurrò  – Dici? Ti piacciono i bambini? - e si lasciò stringere.

 - Ma è ovvio che mi piacciono i bambini... non sono forse il professore più amato della scuola? O forse sarebbe meglio dire che ero il professore più amato... -

- Hai ragione… il più amato... - sorrise - come lo o la chiameresti? -

- Sai, non ci avevo mai pensato... non è che un figlio fosse fra i miei progetti, prima... - e sorridendo a Francesca, la baciò dolcemente.

- Beh, se è per quello non era neanche nei miei... - disse rispondendo al bacio - La vuoi tenere un po'? -

 

- Severus... sei qui Severus? -

- Sono qui! - fece Severus lasciando scivolare la sua opera in una tasca.

- Volevo parlarti, te l' ho detto. -

- Si, e sarei venuto io a cercarti tra un po'... sono curioso... -

- Il fatto è... che mi sono resa conto che alla tua domanda di oggi... non ho affatto risposto come si deve. -

- Quale domanda? - chiese Severus sorridendo.

 - Lo sai... - rispose la giovane sorridendo - quella che domani ci porterà in quella chiesa. -

- Oh...- Piton sorrise - Cosa devi dirmi, allora? -

- Io ti amo Severus. E l' idea di trascorrere il resto della mia vita accanto è te è semplicemente meravigliosa. Non c' è altra risposta che ti meriti. Non c' è altra risposta che desidero darti. -

Severus si illuminò in maniera quasi impossibile per un uomo dall'aspetto e dai modi spesso cupi. E strinse la sua promessa sposa, e la baciò. Poi si fermò a rimirarla, e sorrise ancora - Ti amo... - disse.

Gwillion annuì. Non c' era bisogno di aggiungere altro... non bisognava aggiungere altro.

- Ardo dal desiderio di... ma vorrei attendere che tu sia la mia sposa, adesso... - Severus sospirò, e poi sorrise - Vorrei dirti che non vorrei trovare nessuna altra donna all'altare. Amo solo te, e ti amerò per sempre. -

La giovane non disse nulla, e poggiò il suo capo sul petto dell' altro.

Severus la strinse, con delicatezza.

- Se stringi troppo potrebbe arrivare il mio... fratellino... impegnato a vegliare sulla mia virtù... -

- Oh, quello! - Severus sciolse Gwillion dall'abbraccio - La cosa peggiore è che se lo uccido prima del matrimonio... chi celebrerà? -

- Allora... buona notte? E... a che ora dovremmo sposarci? Mac lo chiedeva prima. -

- Mi piacerebbe sposarti nella luce del tramonto, se non hai nulla in contrario... -

- Perfetto... mi hai letto nel pensiero... anche perchè ho delle occhiaie tremende al mattino. Anche sei immagino che tu cercherai di negarlo sfacciatamente. -

Piton sbuffò - Anche se fosse vero... non credi che negare sarebbe il mio giusto ruolo? -

Gwillion annuì e sorrise. Salì le scale di corsa. Quasi danzando.

Severus l'osservò correre via, e quando rimase solo... rise. Rise di felicità e soddisfazione.

 

 Mac scivolò silenziosamente in camera. Sembrava tutto tranquillo.

- Mia Dama Verde... -
Sussurrò Lord Voldemort nell' oscurità.

- Credevo che dormissi, mio Signore. Non ti ho svegliato? Stai bene? -

- Sto bene. Solo è tutto così strano... mi sembra di vivere come in sogno... -

- Strano? Ti eri dimenticato com'è avere un corpo che non è alterato dalla magia? O è perchè è dalla tua infanzia che non devi far tutto senza magie? -

- No. Non si tratta di questo. Non solo di questo. E'... difficile da spiegare... -

- Per la strana quiete che regna tra te e i tuoi nemici? Desideri spiegarmi, tentare di spiegarmi cosa provi? -

- La maschera del Dio è andata in frantumi... l' ho persa. Non devo più stare a chiedermi se indossarla o meno. -

- E questo ti addolora? Del resto, tornati a casa... la ritroverai. -
- Non provo dolore. E' questo il punto. Non provo dolore. -

- Non sei rammaricato? E perchè? Voglio dire, ti sei chiesto perchè? -
- Non provo dolore. Ma nemmeno gioia. E' come... come se stessi sognando. -

- Cerco di comprendere. Ma una condizione che non da nè gioia, nè dolore... ha l'apparenza di non essere davvero gradevole. Se è come sentirsi perduti in sogno... è più sgradevole che altro...  io temo. -
- Sta a noi immagino... scegliere se renderlo sogno... o incubo. -
E si protese a baciare l' altra.

- Già... - la Dama ricambiò il bacio.

- Vieni più... vicina. -
Sussurrò l' uomo con voce suadente.

- Si... - e la Dama si accostò di più.
- Più vicino... e non sarà mai abbastanza... -

- Non sarà mai abbastanza...- sorrise - Anche se sono le barriere che innalziamo noi a non permetterci di avvicinarci mai davvero? Ma io... - e si avvicinò ancora, e adesso non c'era quasi più spazio tra i loro corpi. -
- Non esistono barriere nei sogni... solo noi... nel bene e nel male. -
E strinse l' altra a sè con tutta la forza di cui era capace.
- E' vero... nei sogni è così. Ed io sono un'esperta di sogni... Amore mio... - si lasciò stringere, e avrebbe voluto sprofondare nell'altro.
- Se sei un' esperta dovresti essere tu... forse... a insegnarmi... -

La Dama sorrise piano. Eppure era un sorriso velato. Lasciò scorrere le mani sul corpo dell'altro, accarezzandolo. E lasciò scivolare le labbra a baciare ogni centimetro della sua pelle.

Lord Voldemort strinse le mani sui fianchi della donna. E sorrise. Sorrise di pura gioia.

Mac sorrise con gli occhi, mentre si scioglieva i capelli e poi poggiò le mani su quelle delle altro e... sorrise ancora.

L' uomo afferrò la donna, e la sospinse delicatamente tra i guanciali. Forse c' era paglia nei materassi, o forse lana, comunque sia si affondava parecchio.

Lei rise, rise di felicità.
- Resta fermo un attimo... alla luce di una candela sei ancora più bello, mio... giovane Signore... -

- Come tu desideri... -

Lasciò scorrere un dito sul volto dell'altro - Ogni volta non posso fare a meno di notare che sei la perfezione assoluta... non ho mai visto niente di più bello... -

- Mi sono... perfino fatto la barba... -

- Oh... che gentile... così non mi pungerai... e adesso vieni qui dolce e terribile Signore... - e lo attirò a sè.

- Vengo... come potrei non venire... -
E furono vicini... sempre più vicini...
- Dimmi che sono tua... dimmelo... -

- Non mi stancherei mai di ripeterlo... -

Lord Voldemort osservava la sua donna mentre la luce del mattino filtrava dalle finestre socchiuse.

- Sei sveglio? - chiese Mac - Oggi è giorno di festa... dovremo comportarci bene... -

- Dipende da cosa voglia dire comportarsi bene... -

- Beh, io ho molte cose da fare, adesso... - disse la Dama - E comportarsi bene vuol dire far avere un bel matrimonio a quei due... -
- E chi glielo nega? -

- Siamo certi che non vogliamo negarglielo? -

- Non vedo perchè dovrei. O forse tu sei... di un parere diverso? -

- Oh, no... mi sinceravo solo della tua onestà, Amore mio. Ammetterai che con te non si può mai sapere... - sorrise - E poi io devo aiutare la sposa... -
- Se sei tu ad aiutarla... allora sarà tutto perfetto, io credo. -

- Ti dirò...in realtà siamo tutti inutili. Essendoci una sposa ed uno sposo che si amano... -

- Serviamo a osservare il loro amore immagino. Ad esserne... testimoni appunto. -

- Cosi è... ma quei due sono certi di loro, e non hanno certo bisogno di testimoni... ed ora... prepariamoci... - e si diresse ad un catino e ad una brocca d'acqua che aveva preparato la sera prima.

- Scendiamo mia Dama Verde... - disse Lord Voldemort quando furono pronti - o preferisci andare tu in avanscoperta? -

- No, non mi mandare sola... vieni con me... ho paura del Baubau... - fece l'altra con tono lamentoso.

- Il Baubau? -
L' altro scosse la testa. Ma prese la mano dell' altra. Sarebbero scesi insieme.

- Non lo sai cos'è il Baubau? Come sei ignorante! -

- Forse i maghi lo chiamano con un altro nome... - disse Voldemort.

- Bugiardo! Il Baubau è un'entità universalmente nota con il nome di Baubau! E'inutile che tu nasconda la tua ignoranza... ho scoperto il tuo punto debole ormai. E... mi vuoi baciare? Non ho avuto ancora il bacio del buongiorno... baciami e poi entreremo in cucina! -

E Lord Voldemort si chinò a baciare la donna.

 

 

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