LA MOSTRA
Dopo la mostra dedicata ai fratelli Jacopo e Lorenzo Salimbeni e alla
civilta' tardogotica (1999), San Severino e il suo territorio celebrano la
fioritura artistica rinascimentale che prese le mosse da quel filone cortese
grazie ai nuovi apporti culturali che contribuiscono ad aggiornare l'arte
settempedana in sintonia con un nuovo sentire e una nuova visione del mondo. In
virtu' di una favorevole congiuntura economica e politica, nella seconda metà
del XV secolo giunsero nelle chiese piu' rappresentative di San Severino i
preziosi polittici di Niccolo' Alunno e di Vittore Crivelli destinati a catturare l'attenzione dei devoti con il fasto dei loro impianti e con
l'affascinante espressione dei personaggi rappresentati. A quei modelli
guardarono con ammirazione i pittori locali la cui attivita', sostenuta da
un'egregia perizia tecnica, assume ben presto i caratteri di una vera e propria
scuola pittorica i cui riflessi hanno contagiato i centri vicini coinvolgendoli
in un rapporto artistico che la mostra si propone di ricostruire.
Ludovico Urbani, "crivelliano
indipendente" (Longhi), apre questa stagione artistica con le sue tipiche
immagini di santi intrise di misticismo, inclini ad esibire una preziosita'
levigata esaltata dagli eleganti grafismi che
definiscono plasticamente le immagini. Lorenzo d'Alessandro segna nuovi
traguardi nella pittura settempedana grazie all'eclettismo con cui rielabora
entro schemi personalissimi motivi crivelleschi, piu' addolcite cadenze
alunnesche e assunti camerti.
Disperse nell'Ottocento in seguito alle requisizioni napoleoniche e alle
successive vicende legate all'unità d'Italia, le tavole di Ludovico Urbani e di
Lorenzo d'Alessandro tornano dunque a San Severino ricomponendo l'immagine di
una citta' che e' stata la culla di importanti fenomeni artistici.
L'esposizione
si proietta poi nel territorio coinvolgendo anche i centri di Sarnano, Gagliole
e Serrapetrona in un itinerario che consente di valutare il ruolo di capitale
artistica svolta da San Severino, esteso fino al pesarese dove, a Pergola si
ammirano gli affreschi dell'Oratorio dell'Assunzione o 'Palazzolo'.
In un
paesaggio che ancora conserva gli incanti del passato, le opere dei pittori del
Rinascimento riscoprono dunque la possibilità di dialogare con l'ambiente che
le vide nascere, recuperando così per intero il loro valore di testimoni di una
civilta' figurativa variamente declinata, ma che si esprime con una sola lingua in tutto il
territorio italiano.
ITINERARI
A San Severino la sede principale della mostra e' nell'antico
Palazzo Servanzi Confidati dove sono esposte preziose tavole, splendidi
polittici e rari affreschi di Lorenzo d'Alessandro, Ludovico Urbani e degli
artisti che operarono nello stesso ambito culturale e geografico. L'itinerario
comprende, con un breve percorso attraverso il centro storico, la Pinacoteca
Civica "P. Tacchi Venturi", nel quattrocentesco
palazzo Manuzzini, prezioso scrigno dove sono conservate, accanto ai capolavori
dei Salimbeni, le opere di Niccolo' Alunno, di Vittore Crivelli e del
Pinturicchio.
Il percorso prosegue alla scoperta di affreschi straordinari e sconosciuti, oggi
riportati al primitivo splendore grazie a questa iniziativa, nel territorio
extraurbano, nelle chiese solitarie delle colline circostanti:
a Santa Maria dell'Ara di Paterno, un tempo edicola viaria, dove si puo' ammirare una Madonna della Misericordia, forse la prima testimonianza di Lorenzo d'Alessandro dagli evidenti influssi salimbeniani. Ad appena un chilometro di distanza, in localita' Panicali, e' in attesa di restauro una "maestosa Maestà" recentemente attribuita a Lorenzo Salimbeni (visita su prenotazione);
nella chiesa rurale di Santa Maria della Maesta' a Parolito dove si ammirano gli splendidi affreschi attribuibili alla fase pienamente matura del maestro sanseverinate (visita su prenotazione).
Poco lontano da San Severino, a Gagliole, e' possibile visitare il santuario della Madonna delle Macchie, piccolo monastero di origine romanica a cui e' stata accorpata la chiesina gotica. Secoli e stili diversi anche negli affreschi che affollano le pareti, databili dal XIV al XVI secolo, in cui si leggono i diversi idiomi delle scuole pittoriche di San Severino, Camerino e Fabriano. (visita su prenotazione).
l'itinerario prosegue con la ricerca di un'altra testimonianza di Lorenzo d'Alessandro a Serrapetrona da cui proviene il meraviglioso polittico in esposizione a San Severino e dove in un tabernacolo della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, antica edicola votiva, la Vergine regale e misericordiosa fra i santi Sebastiano e Giovanni Battista sostiene con gesto delicato il suo Bambino. (Orario di apertura 9-12; 16-19).
A Sarnano nella medioevale Chiesa di Santa Maria di Piazza Alta, nello
spazio serenamente e razionalmente conquistato dal grande tabernacolo della Madonna
degli Angeli, che nell'Anno del Signore 1483 "LAURENTIUS SEVERINAS PIXIT", si puo'
ammirare uno dei vertici mai toccati da un artista marchigiano del Rinascimento.
Nella stessa chiesa, monumento di storia e di arte ma soprattutto luogo di fede e
devozione, sono conservate due tavole attribuite a Niccolo' Alunno, uno stendardo di
Girolamo di Giovanni e una "Madonna della Misericordia" del pittore crivellesco Pietro
Alemanno. (Orario di apertura 8.00-20.00).
Da segnalare, anche se non e' possibile visitarlo, il complesso decorativo
dell'Oratorio dell'Ascensione o "Palazzolo" di Pergola, nel Pesarese,
dove l'artista settempedano racconta l'ascesa di Cristo in una complessa scena affollata di
Apostoli e Santi.
Di altra mano gli affreschi della parete destra, forse di quel Bernardino di Mariotto
considerato l'erede dell'arte e della bottega di Lorenzo.