LA MORTE

Una delle grandi paure dell'uomo da sempre è la morte.
La morte di un parente o di un familiare veniva infatti vissuta tragicamente da tutti i membri della famiglia, anche dai parenti più lontani. Si pensava che nella vita, la morte, non dovesse mai arrivare.
Perciò proprio per scongiurarla e allontanarla si recitavano "sas pregadorias", dei canti contro la morte. Alcuni esempi:

1) Deo mi corco in sa sepoltura
Deo m'inde pesade non so sigura
No so sigura de m'inde pesare
Deus mi liberet de ogni male
Deus mi sovede de'ogni pena
Ave Maria grazia piena.

2) Su lettu meu est de battoro contones
Battoro anghelos si bi ponene
Duos in pes e duos in cabitta
Nostra Signora a costazzu m'istat
E mi narat drommi e reposa
Non happas paura de malu fine
S'anghelu Serafinu, S'anghelu Biancu
S'Ispiritu Santu, sa Vergine Maria
Siant tottu in compagnia mia.
Mi corgo in su lettu meu
Tre cosas dimando a Deus:
cunfessione, comunione, ozzu Santu
in nomen de su babbu, de su fizu
e de s'Ispiritu Santu.

La vita faceva il suo corso e molte erano le persone che morivano per varie cause anche nel nostro paese Ploaghe.
È molte erano anche le tradizioni legate a questo evento.
Il defunto veniva posto nel letto per 24 ore e veniva "attitadu" cioè pianto da tutti i familiari.
"S'attidu" consisteva infatti in un pianto continuo, voci e urla fatte da donne molto spesso non parenti, ma chiamate a posta per "attirare" il morto e indurre i parenti al pianto.
Il funerale veniva poi celebrato Da tre sacerdoti per le persone più ricche e importanti; persone appartenenti a ceti sociali meno agiati si accontentavano di una messa celebrata da un solo sacerdote.
La bara veniva fatta su misura dal falegname e portata a spalle dagli uomini e seguita da parenti e amici tutti maschi, perché non andavano in cimitero.
Non tutti si potevano permettere una tomba di marmo, perciò i più poveri venivano seppelliti in terra e sopra la sepoltura si poneva la croce con il nome, la data di nascita e di morte del defunto; si ponevano anche mazzi di fiori fatti di carta perché i veri fiori erano troppo costosi.
Dopo la sepoltura, le condoglianze venivano date a casa del defunto lo stesso si faceva alla messa del mese e all'anno.
Le donne in lutto, rimanevano dentro casa, a finestre e porte chiuse, alcune anche per anni che potevano diventare addirittura cieche.
Nei giorni successivi al funerale queste non cucinavano, ma ricevevano "s'accunnostu" cioè del cibo già pronto come lardo, porcetto, verdure ecc. da parenti e amici.
I piatti dove era contenuto questo cibo venivano restituiti solo dopo nove giorni.
Le donne rispettavano il lutto ma anche gli uomini.
Questi si mettevano una fascia nera al braccio destro alta anche dieci-venti cm, che col passare del tempo diminuiva sino a essere rimpiazzata da un bottone nero o da una fascia sottile sul bavero, oppure sul cappello nero.

"Lassadu bos hada"
"Pro custu mundu"

"Angheleddu de chelu bo l'azis fattu? "
" In cambiu de su babbu e de sa mama siada "

"Gia l'hada cumprida sa penitenza"
"Ache lu connoschede in su chelu" "Incumadaded a Deus"

"In sufragiu de s'anima li siada" "In gloria li siada" "A chent'annos nde li diedas"