ANGLI
Gli Anglo-Sassoni in Britannia
La conquista
L'arcipelago Britannico, costituito dalla Gran Bretagna, Irlanda e altre minori isole, abitato da genti celtiche, non era stato completamente conquistato dai Romani. Il confine veniva stabilizzato dall'imperatore Settimio Severo nel vallum, tracciato dal golfo di Clyde a quello di Forth, oltre il quale erano le genti ancor barbare dei Pitti, degli Scoti e dei Caledoni. Partiti i Romani sui primi del quattrocento, costoro calarono alla conquista del Sud, più fertile e piano. Per difendersi i Britanni, discordi e divisi fra capi, chiamarono in loro aiuto delle genti germaniche stanziate nella penisola Cimbrica e sulle foci dell'Elba: Iuti, Angli e Sassoni, ch'essi conoscevano già come audaci corsari.
Incomincia così, a partire dalla metà del V secolo, una specie d'immigrazione guerriera. I primi pare fossero Iuti e Sassoni, condotti da Hengist e Horsa e invitati, secondo la tradizione, da un Guothigerno, signore di Kent, il cui paese finì per diventare loro preda. Altri Sassoni immigrati occuparono il paese intorno al regno di Kent (Canzia); più tardi sopravvennero gli Angli che si stanziarono più al Nord. Nella prima metà del secolo successivo troviamo già costituiti sette piccoli regni: Kent, Sussex, Wessex, Essex, Northumberland, Estanglia, Mercia. I Britanni, a loro volta, divisi in regni minori, si ritrassero sempre più verso occidente, difendendo tenacemente la loro terra. In questa lotta nazionale spicca la figura leggendaria di re Arturo.
Il
Cristianesimo, ricacciato ma non distrutto, riprese la sua rivincita sui barbari
con Etelberto, re di Kent, che aveva sposato Berta, principessa cattolica
franca. Era allora pontefice Gregorio Magno, che mandò a convertirli il monaco
irlandese Agostino (596), ciò che non avvenne senza contrasti. Da quel momento
anche gli Anglosassoni entrano nell'orbita della civiltà occidentale; il clero
comincia a esercitare il suo ascendente nei consigli della corte e
nell'amministrazione delle provincie.
Governo degli Anglo-Sassoni.
Nel
loro insieme i regni anglo-sassoni costituivano un'eptarchia, non sempre tale di
numero, nè sempre unita. Assisteva il re un Gran consiglio costituito di
vescovi, di abati, di governatori delle provincie (aldermans) e di nobili (eorli
e tani). La monarchia era elettiva; nella pratica tuttavia, spesso al padre
succedeva il figlio. Come capo militare e dominatore di parte o di tutti i
regni, il re assumeva talvolta il titolo di bretwalda. II regno si divideva in
contee, queste in centurie e decanìe. La giustizia, amministrata in origine
dall'assemblea dei liberi, fu più tardi affidata a una giuria di 12
rappresentanti di tutto il popolo libero. L'intera società anglosassone si
divideva in liberi e schiavi (dewes); i liberi in nobili (eorli) e popolo (ceorli).
L'energia di Alfredo il Grande (871-901) e dei successori tenne loro testa per più d'un secolo, finchè con Canuto il Grande, loro re, i Dani ebbero il sopravvento; ed Ethelredo fu costretto a riparare in Francia presso Riccardo, duca di Normandia (1013), di cui aveva sposato la figlia Emma. Morto Canuto, Edoardo il Confessore, figlio del del re vinto, detto così per la sua pietà religiosa, potè ricuperare il trono avito ; ma il disagio, in cui si trovò, presso il suo popolo feroce e barbaro ancora, lo indusse a circondarsi di normanni, e a introdurre a corte la lingua francese. Allora Godvino, suo congiunto e capo del partito nazionale, lo costrinse a cacciare i Normanni dal regno, e, quando il re morì senza eredi, gli diede a successore, col consenso dei grandi, il proprio figlio Aroldo, contro il quale Guglielmo di Normandia, ch'era cugino del morto, reclamò la corona e, forte del consenso di papa Alessandro II, chiamato arbitro nella questione, intraprese con un esercito di 60.000 guerrieri quella spedizione che prostrò nella battaglia dì Hastings (1066) l'usurpatore e sottomise ai Normanni l'Inghilterra tutta. La lingua, i costumi, la civiltà romanizzata dei Normanni soppiantarono in breve la rozzezza anglosassone.
Torna alla Mappa