SAQQARA
ed il
Complesso Funerario di DJOSER
Il nome Saqqara é di origine antica e deriverebbe da
quello di una divinità funeraria, Sokaris, che era posta a tutela della
zona.
Posta sulla riva sinistra del Nilo, a occidente del sito dell'antica Menfi, da cui è separata dal corso del Bahr el Libeni, derivazione del Nilo, la zona archeologica di Saqqara è, con Giza e Tebe uno dei tre grandi luoghi dell'Egitto antico.
Vi sono la grande piramide a gradini di Djoser
della III dinastia, altre piramidi di re della V e VI dinastia,
numerosissime sepolture di alti personaggi dello stesso periodo (mastabe),
fra cui alcune note per la bellezza dei rilievi che contengono ed il
singolarissimo Serapeo, o sepoltura sotterranea del toro sacro Api. |
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Necropoli
di Saqqara: 1,
mastaba di Kagemni; 2,
mastaba di Mereruka; 3,
piramide di Teti;
4,
piramide di Userkaf; 5,
complesso funerario di Djoser; 6,
mastaba di Ptahhotep;
7,
piramide di Unas; 8,
complesso funerario di Sekhemekhet; 9,
Serapeo. |
Il grande complesso funerario di Djoser, la cui
piramide a gradini è l'elemento più imponente, rappresenta un momento
significativo nella storia egiziana.
Un sacerdote di Heliopolis, Imhotep, fece costruire
sulla tomba tradizionale del sovrano un grandioso tumulo in blocchi di pietra.
Il tumulo doveva essere collegato ai miti cosmogonici che vedevano la terra
emergere dalle acque primordiali ed il sole sorgervi per la prima volta.
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In una descrizione per
sommi capi abbiamo, all'interno di un grande rettangolo allungato nel
senso dei meridiani, al centro la piramide a gradini e negli spazi liberi
vari altri edifici. Complesso di Djoser 1,
piramide a gradini; 2,
cortile meridionale; 3,
tomba del muro di cinta sud; 4,
cortile del giubileo; 5, cortile orientale; 6,
serdab; 7,
tempio funerario; 8, magazzini; 9, altare. |
Il grande cortile che è davanti alla piramide (lato
sud) ha sulla destra la corte del giubileo e, sul lato meridionale, la
cosiddetta "tomba del muro di cinta sud". a destra della piramide
(lato est), proseguendo dalla corte del giubileo, vi sono la Casa del Sud e la
Casa del Nord. Dietro la piramide, addossato al suo lato settentrionale, vi è
il tempio funerario con il serdab ed in fondo (lato nord del recinto)
un altare a terrazza con rampe d'accesso. Lunghi lavori hanno portato alla
ricostruzione parziale tuttora continuante di molti edifici del recinto.
Tutti gli edifici contenuti nel recinto non sono
praticabili, ma pure facciate, essi sono riproduzioni in pietra di edifici per
loro natura realizzati con altri materiali. Entrambi questi fatti rivelano il
loro carattere simbolico.
L'architetto
Imhotep costruì per il faraone Djoser-Neteri-Khet (III Dinastia,
2630-2611 a.c.) la prima "dimora dell'eternità" a forma di piramide a
gradoni.
Alta
63 m. e con un perimetro di base con lati di 125 m. e 109 m. è formata da sei
livelli che ricoprono una mastaba iniziale. Si è potuto constatare che
è il risultato di sei successivi progetti, i primi tre dei quali non si
discostavano dalla forma della mastaba.
(La
piramide di Djoser in 3D)
La camera funeraria è più o
meno al centro della base della piramide, in fondo ad un pozzo di 28 metri.
Attorno si snoda un complesso sistema di gallerie, nelle quali sono state
scoperte camere ricoperte di faïence azzurra.
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Sezione
da est a ovest:
1, mastaba primitiva; 2,
prima piramide a quattro gradini; 3,
piramide definitiva a sei gradini; 4, pozzo; 5,
camera funeraria; 6,
camera con le pareti di faïence azzurra. |
Altri undici pozzi portavano, ad un livello inferiore,
alle tombe di regine e principi reali e a due gallerie magazzino che contenevano
tra trenta e quarantamila pezzi di vasellame di pietra, per la maggior parte
frantumati, anche con iscrizioni di re delle prime due dinastie. Addossato alla
base della piramide, sul lato nord, vi è il serdab, una stanza
interamente chiusa. Da due fori cilindrici si vede all'interno la statua di
Djoser; è una copia, il prezioso originale che è stato qui ritrovato si trova
al Cairo. Di fronte al monumento, nel cortile della festa Heb-Sed, durante
questa cerimonia il re doveva percorrere dieci volte il giro attorno a due
confini che rappresentavano le due terre, l'Alto e Basso Egitto, per dimostrare
simbolicamente che era ancora abbastanza forte per governare il Kemet.
Tra l'entrata, alla sua destra, e la piramide, c'erano
le dieci cappelle dedicate alle divinità principali dell'enneade di Iunu: Atom,
Iside, Osiride, Set, Nut, Geb, Shu, Nephty, e Orus. Due cappelle consacrate una
a sud all'Alto, e l'altra a nord al Basso Egitto si trovavano dietro la
piramide. A nord, dietro il colosso di calcare, una cappella ospitava e ospita
ancora oggi la statua di Djoser.
Una cinta muraria, di cui oggi ne è rimasta in piedi solo una piccolissima parte concentrata attorno all'ingresso, circondava l'intero complesso. Alta circa dieci metri formava un rettangolo di 270 m. e 545m. Quattordici false porte servivano a disorientare i visitatori indesiderati. Solo un ingresso consentiva l'accesso alla città sacra, che richiese 45 anni per essere completata.
Il termine mastaba deriva da
una parola araba che indica il banco di fango seccato che serve da sedile
davanti alle case dei contadini egiziani. La sovrastruttura, che è un nucleo di
muratura a pianta rettangolare, rivestito di calcare e con le pareti leggermente
inclinate verso l'interno, vagamente assomigliante a quei banchi. Ma tale
sovrastruttura è sita sopra ed intorno all'imboccatura di un pozzo scavato
nella roccia che conduce alla camera sotterranea, in cui era depositato il
sarcofago. Una nicchia nella parete orientale della struttura fuori terra - in
fondo alla quale la falsaporta (ovvero la raffigurazione in pietra di una porta)
costituiva il punto di comunicazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti -
era il luogo di deposizione delle offerte. Il repertorio iconografico dipinto
sulle pareti è alquanto vario: il titolare in caccia; mentre sorveglia i vasi
di unguento trascinati su slitte nei quartieri delle donne; mentre assiste alla
sfilata delle offerte, a giostre sull'acqua, al censimento del bestiame, alla
macellazione. Una delle mastabe più famose è quella di Mereruka, un grosso
personaggio che svolse compiti diversi sotto alcuni re della VI dinastia. La
moglie era "figlia reale e sacerdotessa di Hathor"; la sua
mastaba, di 32 stanze, con appartamenti per tre destinatari, lo stesso Mereruka,
la moglie e il figlio è la più complessa fra quelle del Regno antico; si
ripetono le scene di tutte le altre sepolture, ma per esempio nella pesca si
usano l'esca, le nasse e una rete tirata da 18 pescatori.
Si sa che gli animali sacri venivano mummificati e
sepolti. L'animale sacro al grande dio menfita Ptah era il bue Api. Ve ne era
uno solo alla volta, scelto secondo particolari caratteristiche, bianca la
fronte ed alcune altre piccola parti del corpo, nero in tutto il resto. Anche
l'Api morendo diventava un Osiride, come i faraoni, l'Osiride Api, per i greci
Osorapis, per cui fu facile l'identificazione con Serapide, il dio
artificialmente inventato dai Tolomei con caratteristiche di Osiride e di Zeus.
Quindi il sepolcreto degli Api ebbe il nome di Serapeo. Con cappelle e tempietti
sopra la catacomba, era meta di pellegrinaggi, con intorno tutto il mondo
variopinto che, ovunque e in ogni tempo, ha popolato tali luoghi. Quando
Mariette trovò il corridoio sotterraneo con le celle laterali delle sepolture
degli Api, usato dalla XXVI dinastia fino ai tempi greco-romani, i 24 sarcofagi
di pietra dura erano stati tutti svuotati. Successive ricerche hanno portato
alla scoperta di un altro sotterraneo, precedente, con il quale all'epoca di
Ramses II si era cominciato a deporre in un unico sito i corpi mummificati degli
Api, prima sepolti in tombe isolate. In questa altra catacomba, ad un livello
diverso e ad angolo retto rispetto a quella già citata, sono state ritrovate 28
mummie intatte di Api, nonchè la mummia di Khamuas, il figlio di Ramses II che
fu, a Menfi, sommo sacerdote di Ptah.
Vediamo in particolare alcune tombe di re. Ricordiamo,
inoltre, che Pepi I, Merenra e Pepi II (VI dinastia) ebbero la loro piramide
nella parte meridionale della necropoli. Infine vi sono ancora a Saqqara i resti
delle piramidi di due re del primo periodo intermedio e altre due, di mattoni,
di re della XIII dinastia (secondo periodo intermedio).
La piramide di Userkaf, il primo re della V
dinastia, aveva il lato di un po' più di una settantina di metri ed era
racchiusa da un recinto im cui era racchiusa una piccola piramide satellite.
Oggi ne segna il luogo, a nordest del recinto di Djoser, un ammasso di blocchi.
Sezione e
Prospetto della Piramide:
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A sud-ovest del complesso
di Djoser, è stato scoperto l'analogo complesso che Sekhemkhet, il
successore di Djoser, cominciò per se stesso e che, rimasto incompiuto,
spari gradatamente sotto la sabbia. |
Sezione e
Prospetto della Piramide:
La storia di questa
costruzione è davvero singolare e particolarmente interessante dal punto di
vista Scientifico, dato che probabilmente si tratta di un'opera di transizione
fra le piramidi a "gradoni", come quella di Djoser a Saqqara, e le
piramidi lisce di Dashur e del celebre sito di Giza (cheope, Chefrene Micerino).
Alcuni ritengono che una prima piramide a sette gradoni sia stata inizialmente
eretta da Huni, ultimo faraone della III dinastia (2663-2639 a.C).
La costruzione sarebbe
stata poi ripresa dal suo successore Snefru (2630~26O4 a.C.), primo
faraone della IV dinastia e padre di Cheope. Costui l'avrebbe non solo
sopraelevata di un gradone, ma anche rivestita di materiale, trasformandola
nella prima vera piramide dell'Antico Egitto.
Si tratta però di una
teoria che suscita alcune perplessità, dato per tutto l'Antico e Medio Regno
nessun faraone si è assunto l'incarico di portare a termine la piramide di un
predecessore, nemmeno per farla propria. Chiunque sia il suo primo costruttore,
della struttura definitiva di 147 metri di lato e 93,50 di altezza oggi non
rimane che il nucleo centrale, alto appena 70 metri. il riutilizzo del
rivestimento da parte dei Romani e il crollo delle strutture periferiche hanno
anche portato alla luce i gradoni originarie con essi tutta una serie di
quesiti.
La piramide dell'ultimo
re della stessa dinastia, Unis, si trova invece a sud del recinto di
Djoser. Il lato è solo di una settantina di metri. |
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L'ingresso davanti al lato settentrionale, immette in
un corridoio, per la prima parte discendente, poi in piano. Superato il punto in
cui vi sono le abituali tre saracinesche di pietra che bloccarono l'accesso dopo
la sepoltura del re si arriva ad una anticamera quadrata con il soffitto di
lastroni a contrasto.
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L'anticamera serve, a
destra, la camera funeraria con il sarcofago di basalto nero e, a
sinistra, un'altra camera con tre nicchie. |
Sulle pareti dell'anticamera e della camera funeraria
sono scritti, in geroglifici in verde in colonne verticali, i ben noti Testi
delle Piramidi.
Raccolta di formule rituali, precetti magici,
preghiere, manuale di comportamento nell'aldilà, con folgoranti immagini
poetiche.
Appartamento
funerario della piramide di Teti:
1: cappella; 2:
ingresso al corridoio discendente; 3: vano-vestibolo; 4: corridoio orizzontale;
5: vano delle saracinesche di bloccaggio; 6: camera del sarcofago; 7:
anticamera; 8: vani-magazzino.
I Testi delle Piramidi comparivano anche nelle
stanze della piramide di Teti, primo re della VI dinastia, che è oggi solo un
ammasso di blocchi, a qualche centinaio di metri dai resti della piramide di
Userkaf. Atri re ebbero il loro monumento funerario a Saqqara.
Sezione e Prospetto della Piramide:
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Complesso
funerario di Pepi II:
1:
grande terrazza prospiciente il Nilo; 2: Tempio a Valle; 3: Via Cerimoniale; 4:
Tempio Funerario (parte pubblica); 5: recinto della piramide; 6: Tempio
Funerario (parte intima); 7: ingresso all'appartamento funerario; 8: piramide
sussidiaria; 9,10,11: piramidi delle regine.
Un grande recinto ancora più a occidente, identificato
dalla fotografia aerea ma non ancora scavato, può forse essere stato una
costruzione dello stesso tipo.
Mastabet el Faraun, la "Mastaba del
Faraone", è la sepoltura, di forma simile ad un grande sarcofago, di Shepseskaf,
successore di Micerino (IV dinastia).
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