CORTONA

   

Melone di Camucia

 

Il Melone di Camucia, presso l'odierna stazione ferroviaria, rende bene l'idea della struttura spettacolare e delle dimensioni gigantesche che caratterizzano questo genere di sepolture. Esso aveva una circonferenza di oltre 200 metri, un diametro di 70 metri e un' altezza di 14; vi si trovano due grandi sepolcri a più camere, precedute da un lungo dromos, con copertura a tholos. Gli scavi furono iniziati da Alessandro Francois nel 1842; la tomba principale, a sud, consta di un dromos, da cui si accedeva in un ampio vestibolo (forse originariamente diviso in due da un tramezzo), oggi crollato. Il vestibolo presenta ai lati due camerette (di 2x1,30 metri) coperte con volta a tholos; sul fondo esso immetteva in due identiche tombe parallele, ciascuna costituita da due camere, con identica copertura. La tendenza alla simmetria della pianta è una delle caratteristiche li questi monumenti sepolcrali cortonesi. Nell'Ottocento si riesumarono anche i resti di altre tre stanze costruite con tecnica più povera e inizialmente interpretate dagli scavatori come "cellette per servi". In realtà sembra trattarsi di tombe più recenti, più superficiali e meno conservate, che attesterebbero una certa continuità gentilizia anche nei periodi posteriori.

Melone di Camucia – tomba A (via Lauretana)

Tra la suppellettile (ora al Museo Archeologico di Firenze) si segnala per l'antichità un'urna cineraria globulare di bronzo su un alto piede, a triplice ansa, con motivi decorativi di stile geometrico e databile al VI secolo a.C.

La maggior parte del materiale dei corredi (buccheri, vasi d'impasto, ceramica etrusco-corinzia, un piatto attico a figure rosse, bronzi, frammenti di armi e di oreficeria e una sfinge eburnea) risale però al VI secolo a.C.

Molto interessante una lastra di pietra, sempre del VI secolo a.C., già costituente il fronte di una banchina per deposizione, su cui sono scolpite a rilievo molto basso le immagini di otto donne inginocchiate nel gesto del lamento funebre.

Melone di Camucia – tomba B (via Etruria)

Non mancano tracce di una continuità di impiego del sepolcro anche per tutto il V secolo e ci sono evidenze di un riuso nell’III-II secolo a.C. Nella parte nord-occidentale del Melone di Camucia fu riesumata, nel 1964, una seconda tomba, un po' più recente con un corridoio o vano centrale allungato, dotato di sei camere laterali (tre per lato) e di una camera posteriore con una struttura simile a quella delle camere principali della tomba più antica (la copertura a tholos è quasi ovunque crollata). Il corredo fu saccheggiato in antico ed era per certo composto da materiali di eccezionale pregio e interesse, come dimostrano gli oggetti rinvenuti, tra cui ceramica italo-geometrica, buccheri, avori e frammenti di sculture funerarie, che coprono un periodo compreso tra il VI e il IV secolo a.C.

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