Il
visitatore delle antichità cortonesi trova spunti di sicuro interesse nella
vista di alcune tombe situate nei dintorni della città. Per il periodo arcaico
spiccano i tre tumuli (che, con termine locale, sono chiamati
"meloni") di Camucia e del Sodo I e
II. Essi, in quanto tombe di
famiglia principesche, sono la testimonianza più eloquente che nel sito della
futura città o nelle sue immediate vicinanze si erano già formati in età
Orientalizzante (nel VII secolo a.C.) nuclei abitati e una struttura sociale
legata alla proprietà fondiaria e imperniata attorno all'egemonia di principes
e del loro gruppo gentilizio. A quel tempo il tumulo era un simbolo
essenziale della ricchezza e della potenza del suo possessore e della sua
stirpe. Ma,
durante la stessa campagna, ne1 1990, un sondaggio effettuato sul lato est,
opposto al Melone del Sodo II, in direzione di Cortona, ha portato alla scoperta
di un grandioso monumento, che rappresenta finora un unicum per
l'architettura funeraria etrusca. Si tratta di un podio-altare a forma di
terrazza (prima metà del VI secolo a.C.), oggi mirabilmente ricomposto e
restaurato. L'accesso alla piattaforma è costituito da sei gradini
perfettamente conservati; su ciascun lato della gradinata sono posti due grandi
blocchi scolpiti di eccezionale interesse: essi raffigurano scene di lotta tra
uomini e fiere. Le figure umane rappresentano dei nobili guerrieri con
acconciatura a lunghe trecce, l'uno rivolto verso la belva, l'altro di spalle
rispetto a essa; entrambi tentano di difendersi colpendo con dei pugnali le
fiere che li stanno stritolando. Il tema iconografico richiama piuttosto
chiaramente il simbolismo della contrapposizione tra la vita (nella fattispecie
è il nobile guerriero eroizzato che tenta di contrapporsi con la sua virtù al
fato inevitabile) e la morte (la fiera è tradizionalmente simbolo funerario
regale). L'altare era in origine delimitato da un parapetto in cui erano
inserite monumentali decorazioni a forma di spirale e di palmette. Tale
parapetto, così come gli altri elementi crollati dell' altare sono stati
ricomposti e risistemati dagli scopritori, come un gigantesco puzzle.
Piante
dei Moloni a Cortona
Il
fatto che la piattaforma sia appoggiata al lato est del Melone del Sodo II,
rivolta proprio verso Cortona, in una posizione eminente lungo un passaggio
obbligato sotto la città, esprime chiaramente la potenza economica e sociale
dei proprietari del tumulo e può indiziare l'esistenza di un importante nucleo
abitativo nel sito della stessa Cortona già all' inizio del VI secolo a.C. Nei
dintorni del Melone del Sodo II sono stati infine riportati alla luce diversi
frammenti fittili facenti parte, con somma probabilità, di un elemento
acroteriale, nonche di altre parti relative alla decorazioni di un tetto
(antefisse, lastre, tegole dipinte). Si è pensato così ai resti di un antico
sacello pertinente al tumulo, supponendo che potesse sorgere sulla zona
sommitale, proprio al centro del tumulo, dove si è rinvenuto uno dei frammenti
di sima. Questa edicola, assieme al monumentale podio-altare, doveva comunque
essere strettamente funzionale alle celebrazioni funebri, caratteristiche del
ceto aristocratico, cui appartenevano i titolari del "melone".
Passando
all'età tardo-etrusca, delle necropoli cortonesi spiccano due documenti
notevoli: la Tanella di Pitagora e la Tanella Angori. Queste tombe, a differenza
dei tumuli arcaici, sorgono nelle immediate adiacenze della cinta muraria
antica.
Torna a