FIESOLE  

 

Sui colli di Fiesole, che da lontano richiamano la forma caratteristica di una falce di luna (Colle di S. Francesco a Ovest, colle di S. Apollinare a Est ) la presenza dell'uomo risale almeno all'età del bronzo (circa 2000 a. C.). La tracce di vita si prolungano fino alla successiva età del ferro entro la quale matura la civiltà etrusca (circa VIII-IV sec. a. C.); i caratteri principali di quest'ultima sono l'uso di una lingua diversa da quella delle popolazioni italiche e latine, una forte integrazione con la cultura ellenica, l'organizzazione politico territoriale in città-stato, una economia ricca e complessa.

A Fiesole (antica Faesulae) il centro urbano si sviluppa dai primitivi abitati sulle alture. La formazione della città, con una cinta difensiva di mura di oltre 2500 metri attorno ai due colli, risale all'età ellenistica (fine IV - inizio III sec. a. C.). La posizione geografica faceva della cittadina un punto strategico per il controllo delle vie di comunicazione tra l'Etruria centro meridionale a Sud e l'Etruria padana a Nord e un baluardo contro le invasioni dei popoli del Nord, primi fra tutti i Galli. Scarse sono le notizie tramandate dagli scrittori latini: la conoscenza storica fa qualche progresso, qui come altrove, attraverso le indagini archeologiche.

Nel 217 a. C. Fiesole risulta alleata di Roma contro Annibale. Nel 90 a. C. la città è distrutta da Porzio Catone per la sua posizione antiromana nella guerra sociale. Dieci anni dopo i veterani di Silla la colonizzano espropriando gli agricoltori locali. Successivamente Fiesole diventa centro della rivolta di Catilina contro la Repubblica romana e deve sopportare le conseguenze di una nuova sconfitta. Nella seconda metà del I sec. a. C. la città è trasformata in una tipica città romana. Viene edificato un teatro con una capacità di tremila posti, un nuovo tempio sopra quello etrusco, un complesso termale (i resti monumentali dell'area archeologica appartengono soprattutto a questo periodo). Tra le poche notizie tramandate sul periodo successivo c'è il ricordo delle battaglie tra Stilicone e Radagaiso (405 d. C., invasione dei Goti) e di Belisario contro l'ostrogoto Vitige (539) che si svolsero sul suo territorio.

Dopo la caduta dell'impero romano anche Fiesole conobbe l'occupazione dei Longobardi (VI-VII sec. d. C.) testimoniata dal ritrovamento di numerose sepolture e di oggetti. L'importanza della città come piazzaforte militare viene sempre più a diminuire nel tempo a favore di Firenze. La Chiesa si era organizzata a Fiesole, come altrove, entro i confini amministrativi romani in una vasta diocesi. I suoi vescovi avevano acquistato grande influenza politica unendo alle funzioni religiose quelle civili e governando su di un vasto territorio che ancora oggi abbraccia, oltre al fiesolano, parte di due importanti regioni storiche: il Casentino e il Chianti. Nel secolo XI il vescovo Jacopo il Bavaro fondava la Cattedrale. Nel XII secolo Firenze si organizza in libero comune, conquista e distrugge Fiesole e costringe il vescovo entro il territorio fiorentino. Quel momento segna la decadenza della cittadina ridotta ad un cumulo di rovine ed usata come cava di materiali per la vicina città dominante. Il luogo entra allora a far parte del patrimonio di memorie antiche e leggende sulle origini di Firenze che Dante Alighieri richiama nella Commedia.

 

Area archeologica

 

Area Archeologica di Fiesole

Tempio etrusco-romano

 

Il tempio Etrusco di Fiesole, di cui resta una buona parte dei muri dell'alzato (a causa del rialzamento di livello di età romana) costituisce una fortunata eccezione, che permette di conoscere con certezza la pianta effettiva dell'edificio di forma rettangolare costituita di una sola cella centrale e di due alae laterali. La costruzione del tempio etrusco viene fatta risalire tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C.

Il complesso era dedicato a una divinità salutare, gli oggetti rinvenuti durante lo scavo, "teste, gambe, piedi sono certo gli ex voto per guarigioni ottenute o la consacrazione simbolica di parti malate onde ottenere la guarigione " (G.Maetzke).

Accanto al tempio si individuano i resti di costruzioni che servivano per la ricezione e la terapia dei viandanti e dei pellegrini. La ricostruzione del tempio quasi contemporanea al teatro e alle Terme segna l'inizio della completa romanizzazione della città di Fiesole. La tipologia del tempio romano, pur derivando da quello etrusco, assolve ad una differente funzione. Per le autorità dello stato romano il rito religioso Ë anche una celebrazione pubblica che si svolge all'esterno, alla presenza della popolazione. Abbattuto per cause sconosciute nel I secolo a.C. il Tempio etrusco di Fiesole, viene riedificato, poco tempo dopo, dai romani nello stesso luogo ripetendone le caratteristiche di pianta e di alzato, con solo una leggera variazione nelle proporzioni. Nella ricostruzione viene inserito sulla parte frontale un podio colonnato al quale si accede a mezzo di una monumentale scalinata; nel nuovo fabbricato si usano blocchi di ampie dimensioni, più grandi di quelli adoperati nella edificazione del tempio etrusco.

 

Tombe etrusche di via del Barellino

 

Le due tombe sono tutto ciò che resta di una necropoli etrusca di epoca ellenistica (documentazione nel Museo Civico) immediatamente fuori dal circuito delle mura (che tornano visibili proseguendo da Borgunto verso Via Mari).

Mura etrusco romane

 

La città fu fortificata, nella seconda metà del IV secolo a. C., circondandola di mura possenti di blocchi di macigno, cavati sul posto, per una perimetro di circa 2500 metri. (Documentazione nel Museo Civico).

I tratti visibili: S. Francesco interno del Museo Missionario e parco pubblico (rocca), via delle Mura etrusche (lato Nord, il più lungo conservato), via A. Mari a Borgunto (lato Est), via Fra Beato Angelico (piccolo tratto Sud), via vecchia fiesolana: Villa S. Girolamo (Sud, breve tratto ma di tipo ciclopico).

Sul lato Est vi è un ampia zona verde dirimpetto al Monte Ceceri, attrezzata per la sosta.

 

Teatro romano

 

Le prime scoperte del Teatro Romano vengono realizzate nel 1809 dal barone Friedman Schellersheim; lo scavo viene però ricoperto per evitare il saccheggio dei materiali. Nel 1873 riprendono i lavori e proseguiranno, a più riprese, per tutto l'Ottocento. In arco di tempo sono realizzati il restauro e la "ricostruzione", ma se per la parte sinistra delle gradinate non ci sono travisamenti o alterazioni, non si può dire altrettanto per gli ambienti a volta laterali.

Il teatro databile alla seconda metà del I° secolo a.C., ha una cavea di 34 metri di diametro la cui parte centrale poggia sulla roccia della collina. Alla cavea, che poteva contenere circa duemilacinquecento spettatori, si accedeva dai vomitoria, ingressi costituiti da quattro grosse lastre, muniti di porte (delle quali un cardine è ancora visibile), che venivano chiuse con sbarre. Sul davanti della "cavea" si trova l'orchestra, il cui pavimento, al momento dello scavo, mostrava tracce di mosaico. Anticamente l'orchestra era destinata ai movimenti del coro, ma già in epoca ellenistica l'azione si svolgeva tutta sul "proscenium" limitato dal muro del "pulpitum", sullo sfondo della "frons scenae". Tra i materiali rinvenuti nell'area del teatro sono da ricordare le lastre marmoree che facevano parte del fregio, forse collocato sulla facciata del muro esterno del "pulpitum". Le scene raffigurate sembrano processioni e giochi in onore di Dioniso, il dio direttamente legato alle origini del teatro, rappresentato infatti nella terza lastra. Altri materiali rinvenuti, nel corso degli scavi dell'edificio, sono una serie di lucerne databili fra il I e il II secolo d.C. Il teatro romano viene, attualmente, utilizzato durante l'"Estate Fiesolana" per la rappresentazione di spettacoli teatrali cinematografici e musicali.

 

Terme

 

Le terme fiesolane sono databili al 1° secolo a.C.. I primi scavi risalgono al 1871 e i restauri vengono realizzati contemporaneamente alla messa in luce del monumento. Le terme sono costituite da due parti: una esterna, in cui si trovano due piscine, e una interna coperta, composta dal calidarium, (il cui pavimento era sorretto da piccoli pilastri in mattoni dai quali passava l'aria calda per riscaldare l'ambiente), dal tepidarium e dal frigidarium.

Dietro questo locale sono ancora riconoscibile le latrine. Il calidarium e il tepidarium erano dotati di forni per riscaldare l'acqua proveniente dall'acquedotto di Montereggi.

La particolarità da tenere presente nel percorso alla zona delle Terme, come già è stato accennato, è che queste sono state in gran parte restaurate, e in misura anche maggiore rispetto al teatro. I muri sono stati ricostruiti usando la stessa tecnica e lo stesso materiale tipici dei primi anni dell'Impero di Augusto. I tre archi sono stati invece riedificati interamente con elementi moderni ben individuabili.

 

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