Mantova (antica Mantua) sorge su due isolette create da detriti depositati dal fiume Mincio, il quale tuttora circonda la città da tre lati prendendo il nome di Lago Superiore, di Mezzo e Inferiore. Una quarta diramazione (detta Lago di Paiolo) è stato interrato alla fine del '700. Tutt'intorno si stende una pianura verdeggiante molto fertile: dalla contemplazione nascono le Georgiche di Virgilio, il grande poeta Mantovano. Il primo villaggio è sorto forse nel 2000 a.C. in mezzo agli stagni che qui formava il Mincio.
Il clima e l'ambiente hanno qui, piu' che
altrove, una importanza fondamentale. Dal settimo secolo avanti Cristo in poi la
presenza di manufatti diviene consistente, per giungere all'apice nel quinto
secolo, quando gli Etruschi impostano e regolano un sistema di scambi
commerciali tra l'Oriente, le coste adriatiche e le regioni interne.
Riconosciamo quasi venti siti con tracce di una civilta' etrusco-padana.
Fondamentale e' il Forcello, vicino a Bagnolo San Vito, da cui proviene un ricco
materiale: molte ceramiche, a kylix e a skyphos, terracotte,
oggetti in osso, pietra, ambra (una delle materie pregiate nel rapporto di
compravendita tra il nord e il sud), vasi in bronzo, pendagli, fibule. Citiamo
De Marinis: Con lo sviluppo dell'organismo politico etrusco nella pianura
padana (Bologna, Spina, Adria...) e la penetrazione commerciale greca, in
particolare attica, nell'Adriatico, Mantova venne ad acquistare un ruolo
strategico fondamentale... come punto di partenza della via che lungo il
Mincio... conduceva a Como, il principale centro della cultura di Golasecca,
attraverso cui passavano le relazioni... con il mondo transalpino.
Intorno al sesto secolo a.C. si sviluppò la città etrusca. Il nome di Mantova prende origine dalla divinità infernale etrusca Mantus a cui il fondatore Ocno l'avrebbe dedicata, i Romani poi la confonderanno con Manto, figlia dell' omerico Tiresia. Fra la prima e la seconda guerra punica subì la dominazione romana senza divenire un centro urbano importante.
Castello
di San Giorgio
Cattedrale
In seguito alla caduta dell'Impero Romano d'occidente (476 d. C.) la città subì le invasioni dei barbari e le diverse dominazioni di Goti, Bizantini, Longobardi e Franchi, finché, verso il mille, entrò finalmente a far parte dei possedimenti dei Canossa, la cui ultima rappresentante fu la contessa Matilde che morì nel 1115. In questo periodo Mantova si ornò di importanti costruzioni ma l'unica superstite cittadina dell'epoca matildica è la Rotonda di San Lorenzo, che sembra sia stata costruita sui resti di un tempio pagano nel 1082.
Palazzo del Capitano Particolare di Piazza Broletto
Dopo la morte dell'ultima rappresentante della casata dei Canossa, Mantova si resse a libero comune difendendo strenuamente la propria indipendenza contro le forze imperiali.
Piazza
delle Erbe
Palazzo
del Te
In questo periodo si abbellì di magnifici edifici quali i palazzi del Broletto (o Podestà) e della Ragione. Alberto Pitentino, nel 1198, regolò il corso del Mincio creando i quattro laghi che per secoli cinsero Mantova per secoli costituendo un baluardo difensivo naturale. Furono erette molte chiese romaniche demolite in seguito per essere ricostruite in stili e dimensioni più confacenti alle ambizioni dei Gonzaga. Di questa epoca sopravvivono soltanto alcuni campanili fra cui la testimonianza più prestigiosa è fornita dalla Torre campanaria del Duomo.
Ocno era figlio dell'indovina Manto e di Tirreno, fiume della Toscana, luogo dove la profetessa fuggita da Tebe prese dimora (ragione per la quale Virgilio affermava che le origini di Ocno erano sia greche che toscane). Il giovane Ocno, vedendo che la sua patria, la Toscana, era sovrappopolata, condusse il proprio esercito per l'Appennino e risalì il Po. Egli edificò alcune città e vicino al fiume Mincio fondò quella sovrana che chiamò Mantova, in onore della propria madre tebana Manto. Ocno diede a Mantova leggi e statuti come in Toscana e volle che fosse la città più importante di quei luoghi.
Così scrive Virgilio:
"...
Anche lui conduce un esercito dalla patria, il grande Ocno, figliuolo di Manto
fatidica
e
del fiume tirreno, Ocno che a te,Mantova, diede le mura ed il nome materno,
Mantova
illustre di nascita; ma l'origine degli abitanti non è una sola:
il
suo popolo è composto di tre stirpi; e sotto ogni stirpe
son
quattro città, ed essa è la prima,
e
i più forti dei suoi guerrieri son Etruschi di sangue".
Virgilio (Eneide X, 203 - 220)
Leggenda di Manto
Nella mitologia greca, Manto era una profetessa, figlia dell'indovino Tiresia. Quando il padre morì, ella fuggì dalla sua città natale, Tebe, per non essere costretta a subire le prepotenze del tiranno Creonte e per evitare un matrimonio indesiderato. Manto partì con un congruo seguito e un discreto tesoro e, dopo un lungo viaggio per mare, giunse in Italia, risalì il corso del fiume Po per poi fermarsi dove il fiume Mincio aveva creato degli isolotti paludosi. Manto decise di vivere in questo luogo incolto e deserto in quanto, proprio per le sue caratteristiche naturali, le appariva protetto da eventuali inseguitori ed invasori. Quando Manto morì, coloro che abitavano nelle zone limitrofe si riunirono in quel luogo paludoso, dove fondarono una città in suo onore poiché lei per prima aveva scelto di fermarsi per abitarvi.
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