MARZABOTTO

              

Marzabotto, forse l’antica Misa citata sui Cippi di Rubiera, era posta nelle vicinanze della capitale dell’Etruria padana: Felsina come scrive Plinio.

Marzabotto – Area Archeologica

Per qualcuno questa città fu un posto di frontiera di Felsina, ipotesi non accettabile vista l’importanza e la differente cultura materiale. Infatti nonostante i pochi chilometri la cultura di Marzabotto è profondamente diversa da quella Felsinea: meno fastosa nel complesso con presenza di materiale greco ma di qualità evidentemente più modesta dato che ci chiarisce il livello sociale degli abitanti. Non ci sono le grandi Stele figurate poste a segnalare le sepolture, ma abbiamo cippi più semplici che troviamo simili ad Orvieto, Perugia e a Chiusi. Possiamo quindi stabilire che a Marzabotto sorse una città coloniale fondata da coloni provenienti dall’Etruria interna, in connessione col vasto fenomeno cha va sotto il nome di 2° colonizzazione, quella che alla fine del VI secolo a.C. vide un’occupazione capillare di tutta la pianura Padana.

Resti della città

Marzabotto sorse contemporaneamente Spina il porto etrusco più importante da questo momento in poi. Infatti, tutti i commerci greci trovando difficoltà nel mar Tirreno, a causa del predominio Siracusano, s’indirizzarono verso il Mar Adriatico. Gli Etruschi che erano in difficoltà sul Tirreno trovarono nell’Adriatico nuova forza per le attività commerciali. Marzabotto divenne importantissima, infatti era posta sulla strada che dall’Etruria conduceva alla pianura Padana, quindi un emporio, un luogo di scambio. Fu costruita in pochissimo tempo secondo le proprie esigenze. La città è organizzata su di una sola via tracciata in senso Sud-Nord (plateia) larga 15 metri e da tre strade ortogonali di eguale larghezza e fra loro equidistanti (stenopoi), suddividendo l’area urbana in otto settori o regioni, vie minori larghe 5 metri li suddividono in otto settori. Tutte le strade sono limitate da canalette, destinate insieme allo scolo delle acque a segnare il confine tra aree stradale pubbliche e quelle private. Anche i templi dell’Acropoli sono orientati come le strade e questo ci fa affermare che furono costruiti contemporaneamente. All’estremità orientale e settentrionale del pianoro sono dislocati due sepolcreti, entrambi separati dall’area urbana da una porta che nel caso del sepolcreto orientale conserva parti consistenti dell’alzato.

Le necropoli si dispongono senza alcun ordine, chiaramente destinate al seppellimento singolo e non familiare, che si riallaccia alla tradizione villanoviana. In entrambi i sepolcreti sono documentati diversi tipi di tombe: a fossa cineraria per i cremati; a cassone di lastre di travertino, sempre per i defunti cremati, nonostante manchi il cinerario nella maggior parte dei casi, perciò i resti della cremazione erano probabilmente raccolti in contenitori di materiale deperibile o in un velo di stoffa.

Acropoli di Marzabotto

Marzabotto è una città di tipo greco ippodamea all’incrocio delle due plateiai centrali è stato trovato ancora in posto un cippo infisso nel terreno che reca sulla sommità due tratti incisi ortogonali e perfettamente orientati: la crux dei gromatici, utilizzata per tracciare gli assi principali, secondo la Disciplina. Alle spalle dei templi su di un cuccuzzolo che costituisce ancora oggi la parte più alta di Misanello, fu rinvenuta nel secolo scorso una struttura, oggi perduta, un altare destinato all’Augure che da lassù (non c’erano gli alberi) scrutava il cielo e dava i responsi. A partire dalla metà del IV secolo a.C. la citta etrusca di Marzabotto è occupata dai Celti e trasformata in un avamposto militare, questa fase è documentata da 25 tombe e da resti sparsi. Nel III secolo a.C. è abbandonata. Due secoli più tardi vi è installato un impianto rustico, caratterizzato da materiali molto modesti.

 

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