VITERBO      

 

La Storia

La storia dell'insediamento umano nel Viterbese ha inizio sin nell'età paleolitica, momento più antico della preistoria, di cui abbiamo testimonianze sporadiche da molti siti della Tuscia: strumenti di pietra lavorata sono stati infatti rinvenuti ad esempio a Barbarano Romano, Corchiano, Luni sul Mignone, Norchia. Testimonianze più cospicue della presenza umana appaiono nel Neolitico (dal 5000 a.C.), periodo della storia dell'uomo caratterizzato da una maggiore sedentarietà dei gruppi umani: la diffusione dell'agricoltura e dell'allevamento infatti, legano l'uomo alla propria terra e lo liberano dal nomadismo, tipico di un sostentamento basato esclusivamente sulla caccia e sulla raccolta di cibo.

Nel territorio di Viterbo, a Musarna, sito etrusco abitato dal IV secolo a.C., sono state rinvenute testimonianze di questo periodo: alcuni frammenti di ceramica indicano la presenza di un insediamento neolitico. In località Fosso Conicchio, a 10 km dal capoluogo presso il confine con il territorio di Montefiascone, sono state rilevate testimonianze interessanti del Bronzo Antico; nel 1967 infatti è stata scavata una grande tomba "a forno" con un importante corredo ceramico. La mancanza di ricerche sistematiche e di scavi nel territorio di Viterbo non impedisce certo di ipotizzare la presenza di testimonianze archeologiche del periodo preistorico: la ricchezza di sorgenti, il clima mite, la fertilità dei terreni d'origine vulcanica hanno certamente favorito la presenza dell'uomo sin dagli albori della Storia. E' però l'età etrusca ad aver lasciato una notevole serie di testimonianze a Viterbo, in particolare ad Acquarossa, presso Ferento. In questa località sono state scavate alcuni edifici pertinenti ad un abitato d'età arcaica (VI-inizi V secolo a.C.): assieme all'abitato arcaico di San Giovenale (Blera), questi sono i due unici insediamenti del periodo ad aver ricevuto una campagna di scavo organica e sistematica.

 

Palazzo papale

Acquarossa cade in crisi alla fine del VI secolo a.C., momento in cui inizia a svilupparsi il nucleo etrusco di Viterbo stessa, l'antica Sorrina o Surna, forse dal nome della divinità dell'oltretomba etrusco Sùri la cui presenza in loco era annunciata dal ribollire delle sorgenti vulcaniche.

Il primo nucleo accertato dell'insediamento etrusco è presente, sin dall'età arcaica, sul colle di San Lorenzo, dove oggi si possono ammirare il Palazzo Papale e la Cattedrale: analogamente ad altri centri etruschi della Tuscia sorti sulle alture tufacee, la parte più elevata dell'abitato, l'acropoli, fu isolata da un profondo fossato che la divideva dal resto della rupe.

 

              

Quartiere medievale S. Pellegrino

 

Oggi questo fossato, corrispondente a via S. Antonio, è attraversato da un ponte (Ponte del Duomo) oltrepassato il quale, subito dopo le austere architetture di Palazzo Farnese, si notano i blocchi in opera quadrata di antiche mura. La presenza di questo insediamento sul colle di San Lorenzo va collegata ad una serie di tombe a camera che si trovano sulle pendici dell'altura. Quest'abitato fu frequentato anche in età romana, come testimoniano numerosi reperti archeologici rinvenutivi nel corso di lavori. Un altro insediamento etrusco è stato ipotizzato in località Riello e la presenza di due abitati si collega alla notizia, desunta dalle antiche epigrafi, dell'esistenza di una Sorrina veteres e di una nova fondata, come accadde per Falerii (Civita Castellana) e Volsinii (Orvieto) dopo la conquista romana.

 

 

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