La Storia
La città
di Volterra (in etrusco Velathri) sorge
sulla sommità di una collina posta sullo spartiacque fra le valli dei fiumi Era
(a Nord) e Cecina (a Sud). Il pianoro su cui è costruita ha una direzione
NO-SE; mentre il suo versante di NE è ripido e segnato da profonde vallate,
quello di SO digrada con minore inclinazio- ne verso la valle del fiume Cecina.
Nel versante di SE il poggio scende con un brusco sbalzo, mentre nelle altri
parti declina con una serie di altipiani. L'altezza di questi pianori varia
dalla quota di 555 metri s.l.m. del Piano di Castello, fino ai circa 460 del
Piano della Guerruccia. Vicino a questa collina principale vi sono altre due
colline più piccole collegate ad essa: Montebradoni ad ovest (440 metri s.l.m.)
e Poggio alle Croci ad est (536 metri s.l.m.), che comprendono parti
dell'attuale abitato. Nella zona a NO si denota un forte movimento franoso, che
ha dato origine al fenomeno delle "Balze" e che ha coinvolto
nei secoli parte dell'abitato suburbano.
Volterra
fu un' importante città etrusca e, al contrario di quanto avvenne per altri
centri abitati dell' epoca, è stata abitata anche in età romana e medievale;
la continuità insediativa ha così obliterato gran parte delle testimonianze
del passato. Alcune opere edilizie antiche, come a esempio le mura di cinta, si
sono mantenute perche sono state utilizzate anche nei secoli successivi. Le
fonti antiche non ci forniscono molte informazioni, infatti gli scrittori greci
e latini hanno scritto poco su Volterra. Fu però una delle prime città in cui
in epoca moderna si sviluppò l'interesse per il popolo etrusco; i primi studi
su oggetti rinvenuti in seguito a scoperte fortuite iniziarono già nel XVI
secolo e ad essi seguirono ben presto ricerche sistematiche nelle necropoli e
studi sui monumenti della città. Negli ultimi due secoli scavi archeologici
nelle necropoli e nel centro abitato hanno poi portato alla luce numerosi resti
della Volterra etrusca e romana; nonostante rimangano ancora numerosi vuoti
riguardo alla storia antica della città, siamo oggi in grado di poterne
tracciare un quadro abbastanza fedele.
Si
conoscono testimonianze di un insediamento umano sulla collina di Volterra già
dall' eneolitico; nel secolo scorso fu infatti trovata una tomba risalente al
3000- 2000 a. C. nei pressi della città. Con il X sec. a. C. aumentano i
ritrovamenti sporadici, che si moltiplicano considerevolmente con l' avvento
della cultura villanoviana. Non abbiamo però informazioni dirette riguardanti
l' assetto dell' abitato, in quanto la maggior parte della documentazione
archeologica di questo periodo interessa le aree sepolcrali. Sappiamo comunque
che nel periodo villanoviano sorsero sul sito di Volterra alcuni villaggi,
ciascuno servito da una diversa necropoli, che nel corso del VII sec. a. C. si
unirono in un unico insediamento che si installò nella parte più alta della
collina: l' Acropoli; questi villaggi sono localizzabili solo in base alla
disposizione delle rispettive aree sepolcrali. Essi si troverebbero nella zona
del Piano di Castello, servita da una necropoli presso le Ripaie; a Montebradoni,
in cui sono state trovate sepolture presso le Balze; a Poggio alle Croci, le cui
tombe sono nella zona di Ulimeto; in qualche punto del moderno quartiere di S.
Giusto, a cui sarebbero riferibili le tombe trovate presso il convento di S.
Chiara. Gli scavi compiuti nel settore occidentale dell'Acropoli hanno portato
alla luce i resti di una parte dell'abitato che si trovava in questa zona e
costituiscono la maggiore fonte di informazione per la conoscenza dello sviluppo
urbano. La prima fase urbanistica conosciuta di Volterra è databile alla fine
del VI sec. a. C. La città si presentava con una zona di concentrazione
abitativa posta sulla sommi. tà della collina chiamata anche, a partire dal
medioevo, Piano di Castello; era circondata probabilmen. te da una cinta muraria
di piccole dimensioni ed era servita dalla necropoli individuata nella zona
delle Ripaie. Intorno a essa dovevano svilupparsi sobborghi distribuiti lungo le
principali direttrici viarie come ci è testimoniato dal rinvenimento di capanne
databili a questo periodo nei pressi della fonte di S. Felice. Nel corso del IV
secolo a. C. si assiste a un notevole sviluppo economico della città (fig. 1);
l'aumento delle esportazioni, l'emissione di una propria moneta e i ricchi
complessi tombali sono le prove della ricchezza economica.
(fig.1)
Area Archeologica di Volterra
Tale fenomeno interessò praticamente tutta l'Etruria
Settentrionale ed è collegabile con il declino del potere etrusco sulla pianura
Padana, causato dalle invasioni galliche, e con l'espansione della città
laziale di Roma a Sud; questi due avvenimenti causano una progressiva
contrazione del territorio etrusco ed un aumento di importanza delle città più
settentrionali: Arezzo, Chiusi, Fiesole e Volterra. Come conseguenza dell'
aumento delle ricchezze si verificò una notevole crescita demografica, che fu
alla base di una notevole espansione urbana. Questa espansione è atte stata
principalmente dalla costruzione di una grande cerchia muraria databile alla
prima metà del m secolo a.C. (tali mura avevano un perimetro di oltre 7
chilometri e proteggevano una superficie di circa 116 ettari); l'edificazione di
questa cinta muraria è dovuta anche alle minacce di aggressione che in questo
momento interessarono l'intera regione e che costrinsero molte città ad
aggiornare le proprie opere di difesa. Contemporaneamente Volterra si dotò
anche di un nuovo assetto urbano interno, testimoniat.o ancora una volta dagli
scavi condotti sull' Acropoli. Nel corso del m sec. a. C. questa zona fu
interessata da una intensa attività edilizia, che portò alla creazione di un
quartiere in cui prevalevano gli edifici a destinazione religiosa. In una prima
fase, databile agli inizi del m sec. a. C., fu costruito il Tempio chiamato
"H". Dobbiamo supporre che il nuovo quartiere sia l'unica sezione
documentata di una ristrutturazione urbanistica che ha coinvolto almeno una
parte dell'abitato. Una data
significativa nella storia di Volterra è i1 90 a. C., quando, per effetto della
Lex Iulia de civitate, i suoi abitanti acquisirono la cittadinanza romana
entrando a far parte della tribù Sabatina. Lo schieramento della sua
popolazione a favore di Gaio Mario durante la guerra civile fu la causa di un
lungo assedio da parte delle truppe fedeli a Silla, che conquistarono la città
nell' 80 a. C. A causa di questa sconfitta militare la città perse il suo status
giuridico derivatogli dalla Lex Iulia, insieme a ogni diritto di
essere un municipium, come ci è testimoniato dalla requisitoria di
Cicerone in difesa degli interessi di un membro della famiglia volterrana dei
Cecina.
Un segno
della distruzione conseguente all'assedio è la fine dell'utilizzo di alcuni
ambienti d servizio che si trovavano a sud del tempio A dell' Acropoli; l'inizio
del riempimento di alcune delle cisterne di questa zona è infatti databile a
questi anni. Dalla fine dell' assedio sillano al principato d Augusto scarseggia
la documentazione archeologica attinente all'urbanistica di Volterra, abbondano
invece altri tipi di informazioni. Sappiamo che la città venne dichiarata
colonia e, grazie all'orazione pronunciata da Cicerone in difesa del nobile
volterrano Aulo Cecina, siamo in grado di ricostruire il parte la situazione
della società volterrana del periodo di transizione. Durante l'età augustea la
città conobbe invece una fase di intensa attività edilizia pubblica privata,
documentata dai resti di numerosi edifici pubblici e privati costruiti in base a
un nuovo pialli regolatore basato sull' allineamento di strade e case. Questo
intervento regolarizzatore sistemò la zona dell' Acropoli. Lo spazio antistante
i due santuari fu allargato e sistemato intorno al 20 d. C., quando il terreno
fu livellato e portato all'altezza della piazza antistante il tempio H. Nei
primi decenni del I sec. d. C. fu realizzata anche la più grande opera edilizia
pubblica (epoca romana della città. Grazie alla munificenza di alcuni membri di
una famiglia patrizia di Volterra, i Caecinae, venne costruito un teatro
nella valle di Vallebuona, sulle pendici Nord della collina. Questo grande
edificio fornì anche la base per regolarizzare tutto il quartiere e adeguarlo
al nuovo schema con cui era stata ristrutturata la città. I numerosi resti di
edifici rinvenuti a Volterra ci forniscono la testimonianza che le nuove
costruzioni furono realizzate orientandole in base ad esso, seguendo u nuovo
criterio di programmazione edilizia.
Altri interventi, databili a pochi decenni dopo, completano la zona monumentale del teatro con la realizzazione di una Porticus Post Scaenam, che inquadrava il teatro in una scenografia architettonica immediatamente visibile per chi giungeva alla città da Nord. Fino all'età severiana (193- 217 d. C.) non disponiamo di dati archeologici che ci consentano di individuare variazioni di rilievo rispetto alla fase edilizia di età augustea. Soltanto con gli inizi del I secolo abbiamo segnali di un nuovo impegno edilizio. Vennero infatti costruite le terme di S. Felice, databili genericamente al m secolo, e quelle di Vallebuona costruite dopo la metà del m secolo. Dobbiamo notare che, contemporaneamente a tale intervento edilizio, alcune zone della cit mostrano segni di degrado. In questo periodo finisce infatti di essere frequentata l'area tempIa dell'Acropoli (infatti nel fondo della cisterna del tempio A dell'acropoli è stata trovata una moneta Gordiano m databile al 238); cominciano a essere effettuate sepolture all'interno della città, inoltre deve segnalare la fine dell'attività del teatro di Vallebuona, che avvenne alla fine del III sec. d.C. (il Fiumi data questo momento al 280 d. C.), dovuta forse ad un terremoto.
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