L’argomento è stato già affrontato nella sezione archeologica relativa a Piacenza. In questo paragrafo affronteremo l’aspetto linguistico e la sua interpretazione.
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Il
fegato etrusco di bronzo ha le seguenti dimensioni: mm 126 x 76 x 60. Per l'esame delle viscere esso veniva capovolto di sotto in su perché la parte inferiore era ritenuta la più importante, su questa si alzano tre protuberanze che sporgono: la più piccola a forma semi mammellare (il processus papillaris), la seconda piramidale (il processus pyramidalis), la terza è la cistifellea. |
Su questa superficie si trovano quaranta iscrizioni che si riferiscono a nomi di divinità tra le quali sono identificate: Tin (Giove), Uni (Giunone), Neth (Uns), (Nettuno), Vetisi (Veiove), Satres (Saturno), Ani (Giano), Selva (Silvani), Mari (Marte), Futlus (Bacco), Cath (Sole), Herole (Ercole), Mae (Maius) e altri cinque o sei che non hanno corrispondente nella religione romana. Nella parte convessa si trovano due iscrizioni, una su di un lobo (Usils = parte del sole), l'altra sull'altro (Tivs = parte della luna). Il fegato di bronzo reca attorno al margine esattamente sedici caselle contenenti ciascuna il nome di una divinità e queste sedici caselle corrispondono alle altrettante parti in cui gli Etruschi dividevano il cielo.
Fegato
di fronte e trascrizione
Sul fegato etrusco sono stati fatti molti studi, i più importanti furono quelli dei ricercatori tedeschi Deecke (1880), Korte (1905), Thulin (1906) che misero in risalto l'importanza di questo cimelio archeologico definendolo un documento fondamentale per la conoscenza della religione e della lingua etrusca. Ma a che cosa serviva questa riproduzione bronzea di un fegato di pecora con tante iscrizioni in lingua etrusca? Il Korte lo confrontò con il coperchio di un'urna cineraria ritrovata a Volterra che rappresentava un sacerdote (3° secolo a.C.) che tiene in mano un fegato come quello ritrovato a Ciavernasco di Settima, vicino al ponte della Ragione. Dunque il nostro bronzo è uno strumento originale della “disciplina”; l'aruspice interpretava il volere divino da segni particolari riscontrati nel fegato della vittima sacrificata, cioè poteva prevedere se un'impresa si sarebbe compiuta sotto influssi favorevoli o sfavorevoli, confrontando il viscere ancora caldo col modello bronzeo inscritto, che fungeva da guida, da prontuario.
Il Fegato Etrusco risale al periodo tra il secondo e il primo secolo avanti Cristo (come denunciano le caratteristiche delle scritture usate nelle iscrizioni) e non all'epoca della dominazione etrusca nella Pianura Padana (V - IV - sec. a.C.). Quindi il fegato non è da ritenersi un documento della dominazione etrusca nella provincia di Piacenza, ma un oggetto prodotto successivamente da nuclei etruschi presenti nelle colonie tra Pesaro e Rimini o nella stessa Piacenza, oppure è da ritenersi un oggetto erratico perduto da un auspice che seguiva una legione romana (Ducati). La sua relativa "tardità" nulla toglie all'interesse che desta in noi, perché rappresenta una lunga tradizione conservatasi intatta attraverso i secoli (Terzaghi). Più di quaranta saggi sono stati pubblicati in tutto il mondo sul Fegato piacentino, ciò testimonia la "fama" a livello mondiale del nostro reperto, unico esemplare nella sua forma (esiste un altro Fegato di Alabastro al museo Guarnacci di Volterra); modelli di fegato con le stesse caratteristiche suddivisioni, sono stati ritrovati a Babilonia, nella valle del Tigri e dell'Eufrate e ad Hattusas la capitale degli Ittici. Questi sono in terra cotta ma utilizzati con lo stesso scopo religioso di quello di Piacenza.
Esiste anche un’interpretazione geografica del
fegato, di cui si riporta una breve descrizione:
· le scritte sulla parte posteriore della mappa indicano le due regioni principali della mappa, la parte meridionale LIVR (o TIVR, non e' chiara la lattera iniziale) diventa YHDS (oppure T-HDS) che ricorda sia la parola GIUDA che la HADESH (Kadesh) storicamente famosa e attualmente localizzata erroneamente nella Siria mediorientale
· la regione settentrionale viene invece denominata YSILS che diventa P^HY^, leggibile come PNHYN (in queste scritte le due lettere S etrusche appaiono unificate e quindi c'e' equivalenza tra la N semitica e la sua quasi uguale ^, la lettera "muta"), la regione del monte PAN-Cervino nonche' legata alla questione punica Tra le scritte delle singole regioni appaiono evidenti le seguenti interpretazioni:
· la montagna a forma di conoide, il monte Cervino, si presenta con la scritta TLUS che diventa TYP^ (TYPN), il nome della divinita' TIFEO (TIFONE)
· Tifeo-Tifone e' legato storicamente ai vulcani dell'Italia meridionale, dall'area vesuviana al vulcano Etna e difatti nella mappa compare la scritta TYP^ esattamente nel settore che corrisponde alla Campania e nello spicchio esterno corrispondente alla Sicilia
· tra la regione Sicilia (TLUS che diventa TYP^) e la regione Calabria c'e' un segno lungo che indica chiaramente lo stretto di Messina
· la regione Calabria, indica con il nome LEThA tale stretto di Messina e la parola diventa YG-ZB
· a prescindere dal significato suo originale (per esempio Z-B, "questo e' il padre"), ZB e' lo ZEB famoso nelle cronache assire, un fiume che nasce dal Monviso, scorre nell'Adriatico, passa dallo stretto di Messina e arriva a sfociare nell'oceano Atlantico
· che la parola ZB sia legata a questo fiume appena descritto lo ritroviamo nella parola accanto al Monviso, che anch'essa la si legge come YG-ZB-K (LEThAM etrusco)
· sappiamo per certo che il fiume ZEB erano due, uno meridionale e uno settentrionale, e difatti troviamo aldila' della catena alpina, dove nasce il fiume Danubio, la parola CAThA che diventa tB-ZB, il "doppio Zeb", o meglio l'altro Zeb da identificare come Danubio
· nella parte centrale del fegato abbiamo la catena alpina e sotto di essa abbiamo il fiume che nasce dalla protuberanza a sinistra, il Po e il Monviso
· la catena montuosa alpina si abbassa nella parte occidentale
· l'ultima lingua della protuberanza rappresenta la striscia morenica all'imbocco della valle d'Aosta (la piu' grande morena glaciale d'Europa, un panorama unico che lo si nota fin da lontano)
· si raggiunge cosi' la zona della grande piramide, cosi' alta da essere visibile da tutta la pianura
· finche' siamo in pianura la piramide e' rappresentata dal Monterosa (un riferimento unico per come si distingua nettamente dal resto della catena)
· girando dietro la morena ed entrando nella valle d'Aosta la vera montagna-piramide la identifichiamo con il monte Cervino
· la regione Toscana appare come YD^Y, chiaramente legata a Giuda e la parola successiva contiene il DG che contraddistingue la civilta' etrusca, il VEL che diventa appunto DGY, con DG uguale a "pesce" ma anche ai successivi DOGI
· la regione delle Marche appare come "tHYGL", chiaramente legata ai TIGLAT assiri di cui troviamo tracce nei reperti Piceni
· la regione degli Abruzzi appare come NGY-DB e sembra legata all'influenza della lingua ungherese (non e' un caso che sia cosi' dato che il popolo Israelitico abitava a fianco di altre popolazioni e gli stessi Edomiti balcanici presero il loro posto durante le deportazioni), SELVA diventa NGY-DB, il "grande dio" ("nagy deba")
· la stessa scritta NGY-DB la ritroviamo difatti nella zona balcanica a mostrare il collegamento di questa regione italica con quelle balcaniche-danubiane
· nelle regioni tedesche, nella parte settentrionale della mappa, troviamo riferimenti ai "fasci", P-Sh (con la P che semiticamente si tramuta facilmente in F, come Fenici e Punici)
· la parte piu' settentrionale, all'incirca la Danimarca, viene scritta come TINSRNE che diventa THLNS-LG, i "luoghi di Atlans" e mi sembra ovvio come questo abbia portato a considerare anticamente Atlante colui che sostiene il mondo (e' questa la regione dove si e' piu' vicini al cielo della stella polare) e anche Atlantide trova qui la sua localizzazione
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