OCRESIA

 

Ocresia era un’ancella che Tanaquilla aveva scelto tra molte fanciulle tarquiniesi per portarla con sè a Roma. Oppure, come dicono alcuni, una semplice serva; o, come affermano altri, una schiava condotta come bottino di guerra nella reggia romana, dopo la morte in battaglia di suo marito, il re di Cornicolum, dal quale aspettava un figlio. Comunque siano andate le cose, Ocresia entrò presto nel potente cerchio magico e divinatorio della regina Tanaquilla e diventò così un personaggio chiave nella tormentata storia della monarchia etrusca nell’Urbe, perché fu madre del sesto re di Roma. Sulla nascita e la giovinezza di questo re si raccontano fatti straordinari: “Un giorno – apprendiamo da Plinio – apparve tra le fiamme di un focolare della reggia di Tarquinio Prisco un membro virile e Ocresia che lì sedeva ne fu resa incinta. Il figlio che nacque da questo concepimento magico si chiamò Servio Tullio”. L’insolito evento era stato quasi dimenticato col passare del tempo, “quando – è Livio che ora racconta – avvenne un altro fatto mirabile. Tutti videro lunghissime fiamme ardere intorno alla testa di Tullio giovinetto”.

Tanaquilla chiamò il re e, avendo accanto Ocresia, profetò: “Il figlio di questa donna e del nume che per lui si manifesta con il fuoco, sarà nei momenti oscuri il salvatore degli etruschi in Roma. E come ora splendono queste fiamme che gli avvolgono il capo, così da lui verrà molta luce alla casa dei Tarquinii”.
Il giovane, protetto dai vaticini, fu allevato con tale regalità che Tarquinio Prisco, non conoscendo un romano che reggesse il suo confronto, quando giunse l’ora gli dette in sposa sua figlia. I ritrovamenti archeologici più recenti contrastano nettamente con queste leggende e dimostrano in modo inequivocabile che in realtà Servio Tullio era Mastarna, l’eroe di Vulci che si recò a Roma non per difendere i Tarquinii che riteneva arroganti e tirannici, ma per combatterli a favore del popolo e riorganizzare gli ordinamenti pubblici.

A lui si deve, infatti, la Costituzione Serviana che eliminava i privilegi della nobiltà del sangue e assegnava per la prima volta i diritti politici e la possibilità di entrare nelle milizie a tutti i cittadini, anche romani. Ma per le leggende, dure a morire, il suo destino regale nacque, si snodò e si compì nella reggia dei Tarquinii, manovrato dalla ferrea volontà di Tanaquilla. Infatti quando Tarquinio Prisco venne ucciso in una congiura di palazzo sulla quale tutto è lecito ipotizzare, fu lei a tenere nascosto per molto tempo il cadavere del marito e a regnare in sua vece nel chiuso della reggia. Solo quando tutte le fazioni si furono piegate ai suoi disegni e tutte le opposizioni furono sedate nel sangue, Tanaquilla apparve solennemente al popolo per comunicare che il vecchio re era appena morto. Poi annunciò con voce ferma e autorevole che il nuovo re di Roma era Servio Tullio, figlio di Ocresia e del Fuoco, considerato dagli stessi Dei un Tarquinio perché nato prodigiosamente nella loro reggia.

 

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