IBLEI

Narra la leggenda che Ulisse sbarcò anche nella terra Iblea a Marina di Ispica , in quel luogo che oggi si chiama Porto di Ulisse. Il grande Ercole, invece, sfiorò con le sue mani liberatrici, la colonia greca più orgogliosa della Sicilia, la città di Kamarina che riporta la sua effigie nelle monete dell’epoca. Questo è il fascino del mito.

Ma la storia della provincia di Ragusa affonda le sue radici nella notte dei tempi. Con i primi insediamenti preistorici di 60 mila anni fa, testimoniati dai resti delle grotte di Fontana Nuova, questa isola dentro l’isola doveva avere le sembianze di una estesa foresta di lecci, querce e macchia mediterranea, ricca di animali anche molto grandi e magari, come sostiene il mito, abitata dai Feaci e Lotofagi.

Poi nel 1100 a.C., i Siculi, il più antico popolo che diede il nome alla Sicilia, crearono le città fortificate di Motyche e Hybla Heraia, le attuali Modica e Ragusa, di Sicli e Geretanum, oggi Scicli e Giarratana.

Ma la vera storia della Sicilia inizia con la colonizzazione Greca e la nascita di Kamarina diviene a pieno titolo la pietra miliare della storia arcaica iblea. La città Corinzia venne distrutta più volte, a causa della sua ribellione a Siracusa in nome della libertà alla quale sacrificò sangue e vite umane. Kamarina fu dedicata ad Athena Ergane, la protettrice del lavoro femminile, in onore della quale fu eretto il tempio.

Pantalica, preziosa gemma incastonata nei monti Iblei, fu uno dei primi centri abitati della Sicilia Orientale, sede, dal 1250 al 700 a.C., di un prospero, sebbene non numeroso popolo, organizzato molto probabilmente secondo una struttura politica retta da un monarca. L'attuale nome di Pantalica deriva quasi sicuramente dall'arabo Buntarigah, che significa grotte.
Pantalica è stata identificata con la mitica Erbesso ed alcuni studiosi ancora oggi credono di riconoscere nell'antico nucleo l'Hybla dei siculi.
Tuttavia le origini di Pantalica, al di là di - sebbene fondate - supposizioni, rimangono avvolte in un fitto velo di mistero.
La conquista dei greci, infatti, distrusse quella società complessa, inglobando e mutando gli usi e le tradizioni dei siculi che la formavano.

Quando la Sicilia divenne provincia romana, Ragusa e Modica furono classificate "decumane", obbligate cioè a pagare a Roma la decima parte dei raccolti.

Dunque gli Iblei si collocano in un periodo pre-ellenico. Si tramanda di questo popolo l'ottimo vino e l'arte dell'apicultura. Oggi rimangono i paesaggi tipicamente iblei che sono fatti di colline, terreno calcareo e natura rigogliosa.

 

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