Achemenidi

 

Questo nome trae la sua origine dal primo re persiano Achemene che fondò il principato nel 700 a. C.. Da questi successero Ciro I, Cambise I, che rafforzarono il regno. Seguirono poi questi sovrani, di cui si riportano i caratteri salienti:

 

Società, Amministrazione ed Attività

La struttura societaria persiana è stata caratterizzata dalla presenza di nobili, di aristocratici, di sacerdoti e di schiavi.

I primi trovavano la loro ricchezza principalmente nelle numerose proprietà terriere di cui disponevano. Infatti, è possibile ritenere che presso i persiani nacque una struttura che verrà ripresa successivamente dal mondo occidentale in epoca medioevale, secondo lo schema dei vassalli e dei signori.

Sarà su questa struttura che gli imperatori più illuminati adotteranno una politica di controllo, prelevando una serie interminabile di tasse, avvalendosi di funzionari reali, ottenendo immense ricchezze che faranno dell’impero persiano uno dei più ricchi del mondo.

Nel periodo achemenide vengono fondate le satrapie. Si tratta di regioni (ve ne erano 17 ), il cui controllo era affidato ad un incaricato dell’imperatore al quale doveva rispondere. Inoltre, attraverso dei legati ed un ottimo sistema viario, il sovrano stesso controllava l’attività amministrativa e giudiziaria di ciascuna satrapia.

Questo tipo di organizzazione, tuttavia, conferiva alla periferia un ampio potere e spesso si assisteva a rivolte contro il potere centrale. Grazie a questo modello il concetto di stato si diffuse in tutto il mondo.

Presso ciascuna corte nobiliare vi erano anche i sacerdoti, che detenevano un forte potere, se consideriamo la grandezza e la diffusione dei templi in tutto l’impero. In alcuni casi la classe sacerdotale poteva gestire anche il potere giudiziario, da cui ne derivava un continuo processo di clientelismo. Inoltre curava l’educazione dei giovani principi e futuri imperatori.

Tale classe è stata testimone di una continua lotta tra le affermazioni delle diverse religioni praticate nell’impero (mazdekismo, manicheismo, zoroastrismo), ognuna delle quali coinvolgeva una specifica classe sociale (poveri, uomini liberi, aristocratici).

Nell’impero vi era una presenza diffusa di schiavi, testimone del fatto che il tenore di vita era ricco e che i persiani effettuavano diverse guerre di conquista.

Accanto a questa classe sociale vi erano numerosi poveri, lavoratori della terra, la cui vita era legata al grande proprietario terriero, che erano i primi ad essere impiegati nelle diverse guerre nei reparti di fanteria. La loro situazione sociale era disperata, infatti presso di loro si diffuse rapidamente la filosofia mazdkea (prototipo di quella marxista) che sosteneva l’eguaglianza sociale e la divisione delle ricchezze tra tutti.

Nell’impero vi erano anche molti uomini liberi, commercianti, artisti, piccoli imprenditori che circolavano liberamente e dovevano pagare delle tasse.

Nell’esercito, come in tutte le cose, il ruolo più prestigioso veniva svolto dai nobili, anche se spesso vi erano anche dei mercenari.

Infine, la condizione della donna non era molto emancipata, anche se, in alcuni casi, delle donne hanno gestito il potere. Comunque, si trattava di una società tendenzialmente matriarcale, considerato che l’uomo svolgeva un’attività sedentaria e stanziale ed aveva così perso la sua importanza, non procacciando più il cibo attraverso la caccia.

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