Seleucidi

 

Alla morte di Alessandro il suo regno viene suddiviso in tre diadochie: Mecedonia, che controlla l’Europa; Egitto, detta lagide, per la sovranità sull’Africa; seleucide in Asia.

Il primo sovrano di questa diadochia è Seleuco I , capo della cavalleria macedone presso Susa e satrapo di Babilonia. Nel suo operato perde alcune provincie orientali, ma mantiene un certo equilibrio all’interno del regno. Fonda due capitali: Seleucia, sul Tigri, che prende il posto di Babilonia ed Antiochia in Siria, collegate da una strada reale. Queste due capitali segneranno due regni che, nel tempo cadranno sotto il controllo dei Parti ad oriente e dei Romani ad occidente. I Seleucidi, infatti, invocarono spesso l’intervento romano per riportare alcuni satrapi all’obbedienza, ma una volta arrivati i capitolini si insediarono nelle regioni, provocando perdite economiche e politiche presso gli iranici.

I principali successori di Seleuco I furono:

Sotto il regno dei primi due monarchi si assiste all’indipendenza della Persia, Parthia e Bactriana. La seconda in particolare vedrà il sorgere dei Parti. Nella Bactriana (regione più orientale) si stabilì un contingente greco già sotto Alessandro che rimase e diffuse la cultura greca presso l’India, dando vita ad una pacifica convivenza tra iranici e greci. Con Seleuco II si registrano le prime vittorie partiche e la perdita di gran parte dell’Asia Minore.

Con Antioco III i seleucidi rivivono un periodo di gloria. In otto anni, non solo riprende tutti i possedimenti, compresa la ricca Armenia (regno di Urartu), ma tenta di invadere la Macedonia, protetta dai Romani che a Magnesia riportano una prestigiosa vittoria contro gli iranici. Il re seleucide sigla ad Apamea (188 a.C.) una pace con i romani che lo obbliga ad un pesante tributo economico ed alla perdita dell’Asia Minore.

Antioco IV tentò di creare una lega tra le satrapie e ottenne delle vittorie in Egitto, ma l’avanzata dei Parti era iniziata e portò alla disfatta l’impero seleucide che si concretizzò dapprima durante il breve regno di Demetrio II e successivamente con quello di Antioco VII.

Gli achemenidi avevano basato la loro politica sull’etnia iranica, vista come colonna portante del regno. La stessa cosa aveva capito Alessandro Magno, che ricevette forti critiche per aver fatto affidamento sulla popolazione locale. I seleucidi, invece, popolarono il regno di greci e macedoni, facendo di questi la struttura principale dell’impero, ma il processo non poté continuare per l’avvento dei Parti.

 

Società, Amministrazione ed Attività

 

Per tutto il III secolo a.C. la sovrappopolazione ellenica e quella dell’Europa sud-orientale migrò in Siria, Mesopotamia ed Iran. Dovunque nacquero città elleniche: Nisa-Alessandropoli in Partia, Europos nei pressi di Teheran, Laodocea, odierna Nihavand. Il modello amministrativo fu quello di Dario, perfezionato sia per la flessibilità e la potenza della politica fiscale, sia per il maggiore controllo dei funzionari. I Seleucidi attivarono un processo di ellenizzazione dell’oriente: usi e costumi attici vennero introdotti presso le varie satrapie orientali. In tutto l’impero si parlava il greco, come in precedenza veniva usato il semita. I vari monarchi seleucidi venivano venerati come divinità.

Parallelamente ad un processo di ellenizzazione degli iranici si assiste ad una iranizzazione dei greci sparsi sul territorio: si diffondono i matrimoni misti e le varie religioni orientali vengono praticate. La città di Istahr (fortezza) diviene una città sacra per i persiani su cui non si diffuse molto la cultura greca, sia per la scarsa viabilità sia perché la Persia costituiva il vero cuore dell’Iran. Dunque i greci non riuscirono pienamente ad assorbire l’oriente che ben presto passò all’offensiva.

I Seleucidi proposero un modello sociale che vedeva in primo piano i cittadini, in base al modello greco. Vi erano poi i componenti dell’amministrazione ed i mercanti. Anche i componenti dell’esercito occupavano un ruolo particolare. Notiamo che si aggiungono una nuova aristocrazia e borghesia a quelle persiane. Si tratta dei Greci e dei Macedoni immigrati, che gestiscono un certo potere politico ed economico. I Seleucidi riscattarono le classi meno abbienti da una situazione di miseria, ma non riuscirono nella fusione delle due etnie che Alessandro aveva ritenuto fondamentale.

L’arte seleucidica non fu estremamente brillante nel settore della lavorazione del marmo. Maggiori successi vennero raggiunti nella produzione di bronzi, che si basava comunque sulla scuola greca. Anche nella lavorazione dei preziosi e dell’oro provenienti dall’Armenia si raggiunse un certo successo.

Viene migliorata la viabilità stradale e marittima ed il commercio. In Italia fanno la loro comparsa i limoni, il cotone, il melone, le olive, i fichi, i datteri, il sesamo, l’anitra ed il bue asiatico. Sono sensibilmente sviluppate l’agricoltura e la pastorizia.

Durante il regno dei Seleucidi si diffondono religioni che si richiamavano alla redenzione ed alla speranza, considerata l’elevata pressione fiscale esercitata dal governo.