TET 

pronuncia T

La lettera TET rappresenta bontà.

La prima TET che appare nella Torah è nella parola TOV (buono) (Genesi 1:4). Ciò dimostra che la TET è un simbolo per il bene. Il Talmud insegna: se uno vede una TET in sogno, è un buon segno. (Baba Kamma 55a; Rashi)

Il mondo che Egli creò è buono - durante i sei giorni della Creazione, Dio effettuò un giorno di lavoro e pronunciò un giudizio su di esso: "Dio vide che era cosa buona" (Genesi 1:12)

Le prime Tavole della Legge (Esodo 20:2-14) sono in versione differente dalle seconde (Deuteronomio 5:6-18). Nella prima versione appaiono tutte le lettere dell'alfabeto tranne la TET. Nella seconda versione, appare la TET, nel quinto comandamento:ULEMAAN YITAV LECHA' (e tu abbia bene). I saggi spiegano: Dio sapeva che Mosè avrebbe rotto le prime Tavole. Se esse avessero contenuto la parola TUV (bontà), ciò avrebbe significato che si sarebbe spezzato tutto il bene della terra. Per togliere all'uomo questa preoccupazione, Dio tolse la TET dalla prima versione. (Baba Kamma 55a). Inoltre la seconda versione delle Tavole conteneva diciassette lettere più della prima. La ghematria di TOV (bontà) è proprio diciassette. (Baal HaTurim)

Tra le lettere che formano i nomi delle dodici tribù, non vi sono né HET né TET, lettere che attaccate, formano la parola :CHET (peccato). Questo insegna che i figli di Giacobbe erano senza peccato e seguivano la Torah sebbene non fossero ancora stati comandati di farlo. (Shoresh Ysshai, Ruth). Quindi, i nomi delle tribù intagliati nelle pietre del Pettorale del Giudizio dei vestimenti del Sommo Sacerdote, non contenevano la parola peccato. (Zohar)

Le altre due lettere che mancavano dai nomi delle tribù sono la TZADIk e la KUF, lettere che insieme formano la parola KETZ (la fine dei giorni). Prima della sua morte, Giacobbe voleva rivelare ai suoi figli la fine dei giorni, cioè il giorno in cui sarebbe arrivato il Mashiach, ma la volontà di Dio era che tale giorno non doveva essere rivelato, e così le lettere TZADIK e KUF non appaiono nei nomi delle dodici tribù. (Rashi)

L'espressione GHET (atto del divorzio), non si trova nell'ebraico biblico, ma fu adottato ai tempi del Talmud per indicare il documento del divorzio ebraico (Melechet Shlomò, Gittin 1:1). In tutta la Torah le due lettere TET e GHIMEL non appaiono mai una accanto all'altra, nemmeno in parole adiacenti. Dato che sono sempre separate, esse sono un ottimo nome per uno strumento che separa marito e moglie. (Il Gaon di Vilna)

 

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