Le Scuole Giuridiche

 
MUTAZILITA

Le QUATTRO SCUOLE SUNNITE

HANAFITA

MALIKITA 

SHAFIITA 

HANBALITA

ASHARITA

LE ALTRE SCUOLE

SUFISMO

WAHABISMO

 


 

 
MUTAZILITA

La prima vera e propria scuola teologica, quella dei mutaziliti, sorta intorno alla metà del IX secolo, tentò per prima una grande mediazione e sintesi tra la visione islamica del mondo e l'apporto di altre tradizioni, in un ardito tentativo di inculturare la loro fede nella nuova epoca in cui vivevano. 

Tra le loro "cinque tesi", si può ricordare quella del rifiuto di considerare il Corano eterno e increato. Rifiutando di distinguere in Dio fra essenza ed attributi, ne segue che la parola di Dio, in quanto sua azione ad extra (=verso l'esterno), non può partecipare delle caratteristiche proprie solo di Dio, tra cui appunto l'eternità. Conseguenza di questo è il rifiuto degli antropomorfismi e l'interpretazione allegorica di vari passi del Corano. Ma la soluzione mutazilita fu ritenuta troppo intellettualista: era percepita come la pretesa di costringere Dio nei limiti della logica umana, un attentato alla sua assoluta trascendenza. Perciò fu emarginata dalla scena culturale per secoli, per essere parzialmente ripresa dal riformismo moderno islamico. 

 


 

 

Le QUATTRO SCUOLE SUNNITE
 
Dopo la morte di Maometto sorsero dissensi politici e teologici anche violenti sul modo di interpretare il Corano e di provvedere allo stato musulmano. Nel corso di lotte durate fino al IX secolo, il movimento islamico si divise in varie sette, le principali delle quali sono ancora le seguenti due: i sunniti, così chiamati perché si proclamano seguaci della sunna, sono i più numerosi; e gli sciiti, che si oppongono ai sunniti per antichi dissensi sulla successione del Profeta e, in tempi più recenti, anche per ragioni ideologiche.
A queste principali sette (che subirono numerosi scismi interni), ne vanno aggiunte parecchie altre minori. Pur partendo da un nucleo comune, tutte hanno elaborato un loro fikh, cioè un loro sistema teologico-giuridico. Limitiamoci alle scuole dei sunniti.
Nel corso dell'assestamento del diritto islamico sotto la dinastia abbàside nell'VIII secolo, le controversie teologiche impedirono che le estensioni analogiche del diritto sacro venissero incanalate in un'unica direzione: nacquero così quattro scuole ortodosse e numerose scuole eretiche.
Ancor oggi il diritto islamico dei singoli stati si richiama a queste scuole o riti, spesso presenti in varia proporzione nella medesima nazione. Il diritto islamico non è quindi unitario.
Le quattro scuole islamiche ortodosse portano il nome del loro fondatore. 

 

 
La scuola HANAFITA (diffusa in Turchia, Egitto, India, Pakistan, e nell'ex URSS) è la più liberale, perché tende a sottolineare il carattere formale del comportamento del fedele ma, una volta rispettata la forma, ammette che con le finzioni si possano ammorbidire certe proibizioni del Corano. Corrente giuridica, fondata da Abu Hanifa (morto nel 767), di origine iraniana. Questa scuola privilegia il giudizio personale (RAY) all'imitazione passiva (TAQLID).
 

 

 
La scuola MALIKITA (diffusa nel Maghreb) è rigorosa. Scuola giuridica dal nome di Malik Ibn Annas (morto nel 795 ). Privilegia l'Ijma dei teologi. Unitamente alla scuola hanbalita, rappresenta la tendenza giurisprudenziale più conservatrice.
 

 

 
La scuola SHAFIITA (diffusa in Indonesia, Siria e Africa orientale) occupa una posizione intermedia tra le due precedenti. Dal nome dell'Imam Shafi'i (morto nell'820). Tra le fonti, privilegia la Sunnah e l'Ijma della comunità. 

 


 
 
Infine, la scuola HANBALITA (la più tradizionalista diffusa in Arabia Saudita) segue quella shafiita per quanto riguarda il ragionamento giuridico, ma esige un rispetto stretto della sunnah e strettissimo del Corano; la sua importanza divenne rilevante nel XX secolo, quando si generò una comunione d'intenti tra gli hanbaliti e il movimento dei wahhabiti, tuttora dominante in Arabia Saudita. Teorico fu Ibn Hanbal, uno dei protagonisti di quanto accadeva a Baghdad nel IX  secolo, ma non bisogna dimenticare che l’Arabia Saudita, con la sua ideologia, ha avuto grande importanza storica. Basti pensare allo stesso Ibn Hanbal, che creò una delle quattro scuole giuridiche dell’Islam sunnita, e che più di tutti invocò il ritorno alla purezza della lettera e il ritorno a coloro che sono chiamati gli antichi di Medina, propugnando l’applicazione, costante nei secoli, del modello idealizzato di Medina. 
La scuola hanbalita è caratterizzata da un'assoluta fedeltà alle fonti scritte dell'Islam, da un estremo rigore morale (che ha sempre incontrato un enorme consenso popolare) e da un anelito alla purezza dell'Islam delle origini. 
 
Le quattro scuole islamiche ortodosse operarono l'estensione del diritto sacro con una certa libertà fino alla caduta della dinastia degli Abbàsidi (avvenuta nel 1258, con la conquista mongola di Bagdad). A partire da quella data non furono più possibili interpretazioni estensive: come si soleva dire, venne chiusa la "porta dello sforzo". Per i secoli successivi il diritto islamico restò immutabile, anche se eterogeneo.
 

 

ASHARITA

Una soluzione classica, che si sarebbe affermata in seguito come una specie di "ortodossia" islamica, fu quella ash'arita (IX-X secolo), più propensa alla mediazione. Il dato rivelato, al di là dello sforzo logico di sistematizzarlo, conserva qui comunque la sua validità anche se la ragione fosse impossibilitata a stabilirne le modalità, secondo il principio poi divenuto classico del "senza come" (bi-la kayfa). Insomma un tentativo equilibrato di conciliare il principio della trascendenza divina e le esigenze razionali di altre scuole teologiche. 

Il problema del libero arbitrio ha dato origine a diverse scuole, ma dal X secolo ha prevalso quella degli ashariti, che attribuisce all’uomo la facoltà di acconsentire all’intenzione instillatagli da Dio. Su questo barlume di consapevolezza poggiano le regole etiche, in base alle quali distinguere ciò che è bene da ciò che è male.

 


 

LE ALTRE SCUOLE

Poiché le scuole sunnite sono tutte ortodosse e poiché il giudice musulmano era unico e non teneva registrazioni dei casi decisi, il soggetto di diritto islamico poteva passare da un rito all'altro senza alcuna formalità né definitività. Ciò non è invece possibile per le eresie e le sette. Tra queste ricordiamo il SUFISMO ed il  WAHABISMO, rigidamente conservatori, la cui potenza è andata crescendo nei tempi moderni. Essi controllano oggi le città sante e ampie zone dell'Arabia.

 


 

 

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