KARALIS
L'antica Karalis
conserva molti resti della civiltà romana e di quella punica, dalla necropoli
di Tuvixeddu, all'anfiteatro romano, alla
"Villa di Tigellio", alla Tomba
di Atilia Pompitillia, nota come "Grotta della
Vipera" per la decorazione della facciata, sempre romani.
Il luogo dove sorge la città, e soprattutto le sue grotte, fu abitato sin dall'Alto Neolitico; Monte Claro (un colle al centro della città ) diede anche il nome ad una particolare cultura neolitica sarda (2500 a. C. ). I fenici dall' VIII al VI secolo a.C. frequentarono il golfo, creando degli approdi, nei due siti del promontorio di S. Elia e della laguna di S. Gilla, e un emporio, trasformato poi in piazzaforte e quindi in città.
La mutazione si verifica
invece coi Cartaginesi che
realizzano quel tessuto urbano che era mancato nei precedenti
insediamenti discontinui ed occasionali. I reperti che attestano la città
punica sono numerosi e provano varie funzioni, soprattutto quelle
religiose con le terrecotte votive di S. Gilla
e la necropoli di Tuvixeddu nel quartiere
di S. Avendrace. La preferenza per le zone pianeggianti o sulle prime
pendici dei colli fa ritenere che Castello non abbia avuto, durante il
dominio cartaginese, la funzione di una vera e propria acropoli. |
Necropoli di Tuvixeddu |
I Romani utilizzano gran parte di quello che avevano edificato i Cartaginesi, trasformando il quartiere di Marina in un castrum fortificato e costruendo anche un complesso di abitazioni di prestigio come la villa di Tigellio, che in realtà è un area dove si trovano i resti di un quartiere romano residenziale, in cui si notano le tracce delle tecniche costruttive puniche, come alcuni muri perimetrali. Si conservano i resti di una casa romana attribuita al poeta latino di origine sarda Tigellio, morto nel 40 a.C. L'impianto è di un'abitazione signiorile con atrio tetrastilio, tablino e decorazione musiva e architettonica. È con Roma che Cagliari diventa una vera e propria città, con regolari
rifornimenti idrici, passeggiate, piazze e vie lastricate, magazzini per
il sale e per il grano, nuove necropoli. Si ripete l'andamento
urbanistico sperimentato con i Cartaginesi, che evita le pendici più
erte dei colli. La città assume così un andamento allungato sulla
costa, senza grande penetrazione nell'entroterra. |
Tuvixeddu |
Tuvixeddu: i resti della necropoli |
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La città nel periodo imperiale raggiunse forse i ventimila abitanti, tracce di strade e quartieri abitativi si sono trovate un po' dappertutto nella zona fronte mare ma anche nel quartiere di Castello, a questo proposito vi consigliamo di visitare il museo della chiesa di Sant' Eulalia: nei sotterranei della chiesa sono visitabili gli scavi archeologici, effettuati in questi ultimi anni, di strade e costruzioni romane. | |||||
Casa di Tigellio |
Particolare della villa di Tigellio |
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Il capoluogo di oggi si riconferma porta della Sardegna quando si diffonde il cristianesimo, che vi sarebbe giunto attraverso le rotte che portavano all'Africa del nord. L'avanzata della nuova religione continua anche durante la dominazione dei Vandali e dei Bizantini e le ripetute incursioni degli Arabi, che nel 1015-16 la depredano ferocemente.
La funzionalità scenica del monumento trova ancora testimonianze nei parapetti di precinzione ch distinguono la gradinata in tre settori, nelle fosse per le fiere, in corridoi e sottopassaggi ricavati nella roccia.
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