CALACTE

 

 A partire dall'VIII sec. a.C. risulta che gli insediamenti più antichi riguardano le coste orientali e meridionali della Sicilia, per cui un insediamento greco (Calacte) nella zona di Caronia, riveste una grande importanza nella storia della colonizzazione greca di questo territorio.I coloni greci chiamarono questo insediamento Kalè Arté che vuol dire "bella costa" proprio per sottolineare l'amenità dei luoghi.

 Il primo effettivo insediamento greco si ebbe nel 448-447 a.C. con la fondazione della città per opera di Ducezio.

Calactè sorgeva ad est del torrente Caronia e si estendeva nella zona collinare compresa tra la spiaggia e il colle dove sorge l'odierno paese, includendo le contrade Suvarita, Sant'Anna e Santo Todaro. Si pensa che essa fosse ricca e prosperosa, contasse 30.000 abitanti e avesse templi, ville, acropoli e un porto molto importante sito a Punta Lena in corrispondenza del Pantano, che allora era completamente svuotato.

Il ritrovamento di monete, tutte riferite al periodo 241-210 a.C., insieme ai resti archeologici e alle notizie documentate, testimoniano l'importanza, la prosperità ed il carattere greco di Calacte.

L'importanza che la città  e la strada costiera avevano in età romana è testimoniata dal ponte Aureliano su fiume Caronia, ubicato a breve distanza dalla foce. Risale all'epoca imperiale (II-III secolo d.C.) ed è a tre arcate di cui quella centrale è crollata.

A partire da questo periodo, e per tutti i secoli della dominazione bizantina ed araba, non si hanno più notizie nè sulla fine di Calacte nè sull'origine precisa di Caronia. Ancora adesso resta da sapere se l'attuale Caronia ricade nell'ambito del sito antico o sia, invece, un nuovo centro di fondazione più tarda.

In una tavola geografica che rappresenta la Sicilia nel periodo 827-1000 si trova segnata Calacte, mentre in un'altra successiva all'anno 1000, al posto di Calacte , compare Caronia. Per tanto si presume che la fondazione dell'attuale cittadina di Caronia sia riconducibile all'epoca dell'invasione araba (iniziata nell'827) quando furono distrutti i centri maggiori della costa settentrionale: Halaesa, Mitistratum, Herbita e Calacte. I nomi di queste città compaiono associati in una iscrizione greca su pietra rinvenuta ad Halaesa; esse formavano un quadrilatero nella zona in cui l'elemento greco era fortemente predominante.

Il cronista arabo-siculo Diacono assicura che Caronia è sorta in seguito alla distruzione di Calacte. Egli narra che i Saraceni, guidati da un abilissimo capo, la rasero al suolo, trucidarono gli abitanti e fecero bottino di oro e argento.

E' probabile che alcuni abitanti sfuggirono al massacro rifugiandosi nel bosco e successivamente sul colle, detto del Fulmine, costruirono il primo nucleo di Caronia intorno al 960 (?).

Per avere le prime notizie su Caronia bisogna giungere all'età normanna e precisamente al geografo arabo Idrisi. Egli così descrive Caronia nel suo trattato "il libro di Ruggero":  "alla distanza di dodici miglia (da Tusa) s'incontra Qaruniah con cui ha inizio la Val Demone; è un'antica roccaforte e - in essa - sorge una fortezza di nuova costruzione (si riferisce al castello). Possiede giardini, acque, viti, alberi ed è dotata di un porto: qui si tendono le reti per la pesca dei grandi tonni".

In un documento di Federico III d'Aragona, anteriore al 1266, Caronia risulta infeudata al conte Francesco Ventimiglia. Quando costui fu spogliato da tutti i suoi averi da Carlo d'Angiò il territori di Caronia passò al Demanio Regio.Con l'arrivo degli Aragonesi, Caronia tornò nuovamente in possesso dei Ventimiglia che lo tennero per tutto il secolo XIV.

In pratica il territorio di Caronia passava da un barone all'altro a secondo della loro influenza.

 

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