Le isole, fin dalla
preistoria, hanno ricoperto un ruolo importante dal punto di vista
economico-militare nella storia della civiltà mediterranea; la loro
favorevole posizione consentiva un facile controllo delle rotte che
dall’Oriente raggiungevano l’Europa occidentale cosicchè divennero
centro di scambio economico ed esercitarono la funzione di punto di contatto
e unione tra la cultura cretese e micenea e quella dell’Italia
meridionale e del mediterraneo occidentale.
Il primo insediamento
umano sul Castello di Lipari dovuto alle mutate condizioni economiche e
quindi a diverse esigenze difensive, è da attribuire al secondo periodo del
Neolitico medio, fino alla prima metà del IV millennio.
Durante questo periodo,
cessate del tutto le preoccupazioni difensive, rapidamente si sviluppa un
nuovo insediamento, tra la fine del IV a tutta la prima metà del III
millennio, e diviene più importante di quello che sul Castello continua a
resistere.
La ceramica dipinta
viene sostituita da una ceramica rossa, lucida.
È periodo di grande prosperità in cui il commercio dell'ossidiana giunge
alla sua massima espansione. L'abitato si ingrandisce, si formano i primi
insediamenti a Panarea, Stromboli, Filicudi. Cambiata la situazione politica
sul finire del periodo, l’abitato torna a rinchiudersi sul Castello.
Nel V periodo dopo la
metà del III millennio a.C., si impone nel
mercato l'uso dei metalli e il commercio dell'ossidiana subisce una grossa
crisi che si manifesta con una fase di decadenza economica e di diminuzione
demografica.
Negli ultimi secoli
del III, inizi del II millennio (VI periodo), la crisi si accentua;
l’ossidiana è ancora molto diffusa mentre il metallo, è praticamente
assente fra i reperti dei siti archeologici eoliani. Le isole tornano a
gravitare nella sfera di influenza culturale della Sicilia.
Nella successiva età
del Bronzo l’instaurarsi di intensi rapporti commerciali e culturali con
il mondo egeo dà inizio ad un lungo periodo, (durato circa mezzo
millennio), di rinnovata prosperità. A testimonianza di questo sono stati
rinvenuti numerosissimi frammenti di ceramica proveniente dalla Grecia e
dalle Cicladi.
Le capanne degli
insediamenti hanno ora pianta ovale, i muri in argilla e pietrame, i tetti
ricoperti di stoppie, aree pavimentate da battuti di pietrisco e cocci, e si
sollevano appena dal terreno. Le derrate alimentari venivano conservate in
grandi serbatoi.
Gli abitati sorgono,in
un primo momento, in posizioni che non rivelano preoccupazioni difensive.
In un secondo tempo
(prima metà del sec. XVI) la minaccia di attacchi esterni consiglia di
trasferire gli abitati in zone più protette e adatte alla difesa (Castello
di Lipari, Serro dei Cianfi a Salina, Montagnola di capo Graziano a Filicudi).
E' questo un periodo
di grande ricchezza per le popolazioni eoliane: il commercio dell'ossidiana
è sostituito da quello dell'allume che si estrae nelle cave di Vulcano e
che è molto richiesto in Oriente per conciare le pelli.
Inoltre le isole si
trovavano in mezzo alla via commerciale che dalle isole britanniche
trasferiva lo stagno (indispensabile per la creazione del bronzo) in Oriente
diventando così un grande centro commerciale.
Le isole hanno
rapporti stretti con la Sicilia, ma anche con la penisola italiana (sono
state ritrovate ceramiche importate dello stile detto
"appenninico") e con l'Egeo dal quale importa la ceramica.
Testimonianza della
forte penetrazione della Cultura egea è l'uso corrente di imprimere sulle
ceramiche di produzione locale contrassegni che riproducono ideogrammi delle
scritture lineari minoico-micenee. Il metallo ha quasi completamente
sostituito l'ossidiana e la selce.
Le capanne emergono
completamente dal terreno.
A porre fine a questo
periodo è una violenta distruzione; la maggior parte degli insediamenti non
viene più ricostruita e le isole minori pare che rimangano disabitate per
lungo tempo.