SIRACUSA in età Romana

 

Nel 212 Marcello, durante una festa ad Artemide che aveva distratto i difensori delle fortificazioni, riesce a prendere di sorpresa l'Epipoli e dopo, i quartieri di Tyche e Neapolis.  

        Accanita fu in Acradina e Ortigia la resistenza dei Siracusani, che vista sfumare ogni possibilità di aiuto che pure i Cartaginesi per terra e per mare portavano, furono, alla fine del 211 a.C., costretti ad arrendersi ai Romani che penetrati in Ortigia e Acradina, si abbandonarono a uccisioni e a terribili saccheggi, anche se Marcello aveva ordinato di risparmiare i cittadini.  

       La vittima più illustre fu Archimede. Siracusa perde la sua indipendenza non solo, ma le redini dei destini del Mediterraneo passano nelle mani di Roma esposta ora a un duro confronto con Cartagine.  

       Le città siciliane affrontano un duro periodo di decadenza, vengono classificate in foederatae, liberae atque immunes, decumanae e città il cui territorio appartiene al popolo romano. Gravi sono le angherie e il malgoverno dei  pretori romani con negative conseguenze sociali; muta l'assetto economico, scompare la piccola proprietà, cominciano a costituirsi i grandi latifondi.  

       Siracusa rimane capitale della Provincia romana di Sicilia ed è sede del pretore; viene attaccata durante la prima guerra servile che contribuisce ad aggravare le condizioni di decadenza della città.  

       Siamo informati da Cicerone del malgoverno e delle gravi depredazioni che Siracusa dovette subire da parte di C. Verre propretore della Sicilia dal 73 al 71 a.C. La città vive un periodo difficile anche durante la guerra fra i triumviri , finché una colonia augustea, dedotta nel 21 a.C. segna una ripresa della vita della città che, come tutta la Sicilia, ormai alla periferia del centro del potere rappresentato da Roma, vive un lungo e secolare periodo di pace, che dura fino alle invasioni dei Vandali nel V sec. d.C.  

       Che nell'arco di questi secoli Siracusa rimanga città di preminente rilievo economico, commerciale e culturale del bacino del Mediterraneo e continui a svolgere una fondamentale funzione di scalo marittimo fra Oriente e Occidente, è ampiamente dimostrato non solo dalla ricca e ininterrotta documentazione della cultura materiale, che archeologicamente riprova le intense relazioni con i vari centri di produzione economica, ma anche dalla testimonianza della tradizione evangelica che fa di Siracusa una delle tappe fondamentali del viaggio e della predicazione di S. Paolo, lasciando traccia viva nella tradizione locale, che vanta la fondazione apostolica della chiesa siracusana.  

 

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