TRACI

 

I traci furono un popolo antico che abitava le terre dell'odierna Bulgaria e alcune regioni limitrofe. Ne accenna ancora Omero, i cui poemi sono il primo monumento storico-letterario in Europa. Vi dimorarono durante l'epoca greco-romana per scomparirne approssimativamente intorno all'inizio delle incursioni slave contro l'Impero bizantino.

Gli Slavi, isediandosi nei loro territori, vi trovarono un numero illimitato di traci sopravvissuti e man mano li inglobarono nella loro cultura. Nel corso di quel processo però, gli slavi subirono immancabilmente l'influsso degli usi, dei costumi e del folclore degli indigeni, vale a dire che sia la civiltà antica bulgara che quella moderna contengono elementi della civiltà tracia. É uno dei problemi fondamentali della storiografia bulgara. Tant'è vero che da diversi decenni ormai archeologi, storiografi, specialisti in filologia classica, indoeuropeisti, architetti, etnografi e persino musicologi si sono dedicati alla sua soluzione. Per ora è chiaro che esistono diversi riti e usanze bulgare, nonché motivi folcloristici che non hanno riscontri in altri popoli slavi per cui è supponibile la loro origine tracia; esistono altresì parole bulgare che differiscono nettamente dai rispettivi termini in tutte le altre lingue slave. Così, la parola "katericka" (scoiattolo) si suppone abbia origine tracia. Si tratta, naturalmente, di problemi complicatissimi, su cui c'è da lavorare ancora molto. Da rilevare inoltre che le ricerche seguono due indirizzi principali: gli specialisti in slavistica si adoperano per accertare gli elementi non slavi nella civiltà bulgara, mentre gli esperti in storia antica cercano di sistematizzare e delucidare ciò che è rimasto dei traci, prima che abbandonassero la scena storica. Vorremmo illustrare in breve l'attuale grado della nostra conoscenza sulla cultura spirituale e la mentalità dei traci.

Le fonti di cui disponiamo per conoscere la civiltà tracia sono tre in linea di massima. La prima: ciò che gli archeologi portano alla luce e che possiamo vedere con i propri occhi. Si tratta soprattutto di oggetti dell'artigianato artistico che a volte sono incredibilmente belli e graziosi. In secondo luogo gli scritti degli antichi greci e romani. Purtroppo questi preziosissimi dati d'autore vengono forniti da forestieri per i quali l'indole tracia è piuttosto incomprensibile e in certi casi addirittura ostile (i traci erano maestri dell'arte marziale e spesso vincevano in battaglia i vicini greci). E in terzo luogo: questi dati sono tra i più discutibili, singoli motivi ed elementi del folclore e alcune antichissime usanze bulgare.

Tratto caratteristico della civiltà antica è il fatto che tutti gli altri popoli assimilati dovettero rinunciare all'uso della loro lingua natia.

Il fatto più interessante e che i traci erano tutt'altro che suscettibili a influenza straniera e ciò spiega la loro integrità etnica, rimasta intatta durante l'antichità intera. D'altra parte il carattere illeterato della loro civiltà non permise ai traci di sopravvivere. L'"educazione" ellenica riuscì a penetrare fino ad un certo punto solo negli ambienti dei nobili traci, mentre il popolo respinse sia la lingua che il modo di vivere greci. Tuttavia, c'è qualche cosa di estremamente curioso. Nel 1912 due contadini trovarono nei dintorni del villaggio Eserovo (non lontano da Plovdiv) un anello d'oro recante una scritta. Le lettere sono greche, ma la lingua non assomiglia affatto al greco e siccome il monile è stato trovato nel cuore della Tracia e risale al V secolo d.C. è logico supporre che si tratti della lingua tracia. Il testo è il seguente: "Polisteneasn ereneatil teaneskos razeadom eantilezu ptamiene raz elta." Gli specialisti non sono riusciti a capire in base a quale principio raggruppare le lettere in parole. Il testo consta di otto righe piene, giacché è poco probabile che si tratti delle parole di una frase. É piuttosto una frase le cui parole sono fuse e dove le lettere sono separate al finire della riga. A tutt'oggi la scritta continua ad essere un enigma, in quanto nelle terre trace finora sono state rinvenute ben poche iscrizioni del genere, il che è assolutamente insufficiente per riuscire a decifrarle.

Le iscrizioni rinvenute in Tracia (sono migliaia) sono in greco e latino - le due lingue di prestigio e solo con la diffusione della dottrina cristiana, la necessità di portarla alla mente del popolo generò l'idea di tradurre i libri sacri anche nelle lingue dei popoli neobattezzati.

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