LINGUA  TIBETANA         

        

La lingua tibetana (bod skad, pronuncia: pö ke) fa parte della famiglia delle lingue sino-tibetane, sottogruppo tibeto-birmano ed è parlata da circa sei milioni di persone che vivono su una vasta area centroasiatica comprendente l’intero altopiano tibetano ed alcune vallate a sud della catena himalayana. Fanno parte di questa regione alcune provincie cinesi (Xizang, Sichuan, Gansu, Qinghai, Yunnan), la piccola regione del Baltistan in Pakistan, alcuni stati dell’India a ridosso della catena himalayana (Jammu e Kashmir, Himachal Pradesh, West Bengal, Sikkim), la parte settentrionale del Nepal ed il piccolo regno del Bhutan, l’unico stato che ha come lingua ufficiale un dialetto tibetano (rdzong kha, pronuncia: dzon kha). In seguito all’occupazione cinese del Tibet un gran numero di tibetani (circa 100.000) ha lasciato il proprio paese fondando numerose comunità soprattutto sul territorio indiano e nepalese, ma anche in alcuni paesi occidentali.

L’estensione (circa 3.000.000 km2) e le difficoltà di comunicazione all’interno di questa vasta area montagnosa hanno determinato la formazione di numerosi dialetti locali, spesso molto diversi l’uno dall’altro e di difficile comprensione anche per gli stessi tibetani.

Le origini della lingua tibetana scritta risalgono al periodo della prima introduzione del buddismo in Tibet. Secondo la tradizione, nella prima metà del settimo secolo dopo Cristo, il famoso re Son tsen gam po (srong brtsan sgam po), inviò nel Kashmir, insieme a sedici studenti, il suo primo ministro Thönmi Sambhota (thon mi sam bho ta) per studiare il sanscrito e la letteratura buddista. Quest’ultimo, al suo ritorno in Tibet, inventò un nuovo alfabeto e compose la prima grammatica della lingua tibetana. Furono così tradotti in lingua tibetana testi e trattati religiosi provenienti dall’India, dalla Cina e dalla Persia.

Qualsiasi sia la ragione dell’introduzione di una nuova scrittura in Tibet, sia essa per ragioni amministrative o per la traduzione di trattati buddisti indiani, è certo che fu eseguito un riadattamento, secondo i bisogni della lingua tibetana, di un alfabeto dell’India settentrionale (devanagari).

 

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