Medicina Tibetana         

        

E' consuetudine che la medicina tibetana si faccia risalire agli insegnamenti del Buddha. E' stato il Buddha a trovare le cause della sofferenza. Egli indicò il percorso giusto per eliminare queste cause e per liberarsi dalle sofferenza, per guarire e raggiungere lo stato di illuminazione. In questo senso il Buddha è stato il primo grande guaritore del mondo buddhista. Si dovrebbe comunque tenere in considerazione che la medicina tibetana ha le sue radici nelle credenze e nelle tradizioni popolari che si rifanno allo sciamanesimo pre-buddhista ed all'antica religione del Bon. Questa la ragione per cui ancora oggi pratiche come quella dell'uso degli amuleti contro gli spiriti malvagi, dei riti magici e della consultazione di oracoli sono molto comuni. Un dottore tibetano quando fa una diagnosi ricerca i sintomi che segnalino affezioni del respiro, o della bile oppure dell'apatia. Egli inizia eseguendo un esame generale del corpo (la temperatura, il colore e la condizione della pelle, le parti interessate ecc.). Controlla poi gli organi dei sensi, le secrezioni e le escrezioni. L'osservazione della lingua e dell'urina sono importantissime. La lingua è divisa in parecchie parti che corrispondono a diverse parti del corpo e a diversi organi. I disturbi diventano evidenti controllando il colore, la superficie e la qualità della lingua.

La palpazione del polso è senza dubbio il più importante dei metodi di diagnosi. Le funzioni degli organi possono essere sentite nella pulsazione della testa, della mano e dei piedi. La più comune è la palpazione della mano. Il dottore mette tre dita nell'incavo del polso del paziente. Si esaminano sia il polso destro che quello sinistro, e si mettono a confronto con il respiro dell'ammalato. Esercitando una lieve pressione si possono esaminare le funzioni degli organi pieni (don); facendo invece una forte pressione si sentono gli organi cavi (snod). Dottori esperti possono a volta fare una diagnosi precisa sentendo solamente il polso, senza nemmeno interrogare il paziente. Le terapie esterne consistono in compressioni, bagni, massaggi, salassi, cauterizzazioni, "moxibustion" e chirurgia minore. Le medicine possono essere divise in due categorie principali: quelle che placano e quelle che fanno evacuare gli umori.

 

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