Società

La società vichinga si presenta molto semplice. All’origine della cultura runica si assisteva alla presenza di signori locali, di lavoratori della terra, di artigiani e di servi, tutti legati ai primi, in base ad una struttura profondamente medioevale.

Con lo sviluppo della cultura nordica, comparve il Thing , simbolo del progresso legislativo e sociale. Si trattava di una assemblea pubblica a cui tutti i cittadini partecipavano.

    Essa si teneva in vallate, almeno due volte l’anno. Molto conosciuti sono stati i Thing che si tenevano in Islanda, nella vallata del Thingvellir. In questa assemblea si prendevano le decisioni più importanti che riguardavano la comunità.

In particolare venivano giudicati anche i colpevoli di crimini contro la società secondo il codice runico. Il popolo che partecipava al Thing si divideva tra accusa e difesa e faceva il tifo per la parte sostenuta; si passava poi alla votazione ed il verdetto dipendeva da dove si schierava la maggioranza.

Tuttavia il Thing non aveva la forza di far rispettare il verdetto, si trattava solo di un sostegno morale. Appare chiaro che un uomo era ritenuto colpevole o innocente in funzione delle persone che lo sostenevano. Dunque, più peso sociale aveva, più uomini si schieravano dalla sua parte. Si trattava di una democrazia subordinata alla struttura sociale.

La società vichinga si basava sul concetto della centena(estensione del terreno di circa 100 hugen, cioè 3.000 iugeri). Una centena svedese, ad esempio, comprendeva 12 villaggi. La centena era retta dall’hersir, capo politico-amministrativo incaricato del popolo attraverso il Thing.

L’unità immediatamente superiore raggruppava varie centene (dieci, otto, quattro….). Si trattava dello jarl, termine che significa "uomo di prestigio" che designava i capi dei piccoli reami che dal principio segnavano la civiltà runica, i cui rappresentanti erano i comandanti delle temibili truppe nordiche.

Nel corso del tempo i piccoli reami lasciano il posto ad un’unità nazionale. I funzionari popolari sono sostituiti da agenti reali. Le figure dell’hersir e dello jarl scomparvero, mentre rimane il ruolo della centena.

Si giunse così all’unità dei tre paesi runici:

Anche l’Islanda passò da una forma di governo repubblicana ad una oligarchica, sempre di più sotto il controllo di un’aristocrazia locale. L’Inghilterra, che si trovava sotto il dominio normanno, di origine danese e norvegese, costituì una forma di governo che, in parte, sopravvive ancora oggi.

Dunque i popoli nordici si rivelano come inclini alla sottomissione, all’organizzazione ed alla pianificazione. I vichinghi inoltre, accanto al loro temperamento sanguigno e bellicoso, mostrarono grandissime doti manageriali.

L’elemento fondamentale della società runica era la Sippe. Questo termine richiamava il concetto di famiglia, di comunità. Era tale mini-assemblea a stabilire le regole a cui ogni membro doveva sottostare. Tipico era il caso dei matrimoni, considerati come veri e propri contratti stipulati ad interesse delle famiglie. In tutte le cose che riguardavano la comunità si considerava l’aspetto pratico, finalizzato alla sopravvivenza degli individui in un ambiente reso duro dalle condizioni naturali. Chi era fuori della Sippe, non aveva alcuno peso sociale. Essa aveva anche un significato religioso che accomunava un certo numero di individui. Occupava un ruolo predominante in tutte le saghe della letteratura nordica.

Presso i runici era innato il senso della proprietà. Questo si rifletteva moltissimo sui servi, che costituivano lo stato più popolato della struttura sociale. Questi appartenevano al signore, che poteva disporre della loro vita e di tutto quello che li riguardava. Spesso i servi si occupavano dell’educazione dei giovani.

La presenza di numerosi schiavi, il cui valore sociale era ancora più inferiore di quello dei servi, testimonia il fatto che la società vichinga aveva compiuto numerose conquiste e sottomesso altri popoli.

Vi erano poi i contadini liberi, la cui forza veniva data loro dalla proprietà che avevano. Essi potevano partecipare alle assemblee e votare.

In realtà la società runica si fonda sulla contrapposizione tra contadini ed aristocratici. Di questa situazione seppero approfittare alcuni signori che costituirono la monarchia.

Un ruolo importante nella società spettava ai militari, che non costituivano un esercito regolare, ma erano un gruppo di uomini che rispondevano alle esigenze sociali, economiche e religiose della propria comunità. Alla fine dell’epoca vichinga li troviamo come mercenari presso la corte di Bisanzio, in lotta contro i Sasanidi.

Vi era anche una classe sacerdotale che gestiva un fortissimo potere a livello di Sippe, presiedeva tutte le cerimonie e, spesso, controllava la maggior parte dei contratti.

La donna svolgeva un ruolo fondamentale. L’uomo spesso era in mare o in guerra, per cui era lei che comandava nella casa. Fedele, rimaneva all’interno della Sippe fino al giorno del matrimonio. Successivamente gestiva il controllo di tutte le attività domestiche. Inoltre, secondo un costume celtico, incitava l’uomo in battaglia, infondendo coraggio. Rimaneva separata dall’uomo durante le cerimonie religiose. Quando l’uomo invecchiava, si ritirava da tutte le attività e diventava dispensatore di saggezza, mentre era la donna che continuava a gestire il potere.

L’età dello svezzamento per la società era di circa 12 anni. Già a questa età l’uomo doveva pensare al suo futuro ed avere molti figli, perché costituivano mano d’opera per la sua casa. L’uomo aveva il potere di riconoscere il proprio figlio il giorno della nascita, mettendolo sulle ginocchia, altrimenti, se questi era deforme oppure era femmina, poteva scartarlo. Avevano comunque un peso maggiore i figli legittimi rispetto agli altri, anche perché era ad essi ed in particolare al primo che veniva lasciata tutta l’eredità familiare.

Nei confronti del sesso il runico aveva un rapporto molto aperto. Non lesinava di fare all’amore in pubblico. Si racconta che prima di comprare delle schiave, queste venivano provate in pieno mercato. Dietro questa mentalità c’era una motivazione religiosa per cui l’uomo era espressione del vigore e della forza, nonché della fecondità. Ben diversa era la situazione che riguardava la donna della famiglia con cui c’era un atteggiamento di fedeltà e di quasi venerazione.