ALBA POMPEIA

 

La luminosa immagine che il Theatrum Sabuadiae offre della città di Alba, così come appariva verso la metà del Seicento, fornisce una testimonianza preziosa dell’assetto urbano che si era andato delineando nel corso dei secoli e che si è conservato sostanzialmente integro. Nel triangolo formato dalla confluenza del torrente Cherasca nel fiume Tanaro, ai piedi delle colline che si sviluppano verso Sud - Est dando vita al territorio della Bassa Langa, l’antico impianto urbano di Alba vi appare infatti chiaramente delineato dal sistema medioevale di mura di difesa. Se su questa immagine seicentesca se ne sovrapponesse un’altra dei nostri giorni, si osserverebbe che gli elementi non coincidenti sono veramente pochi. Ancora oggi il centro storico di Alba appare delimitato entro un tracciato a forma di esagono irregolare e con gli angoli smussati. I lati di questo grande esagono, che seguono appunto il tracciato delle mura medioevali, sono oggi costituiti da una serie di corsi - Giacomo Matteotti, Nino Bixio, Michele Coppino e Fratelli Bandiera - in gran parte alberati, che formano una sorta di “anello verde” attorno al nucleo centrale della città. All’interno di questa area, dove si trovano i monumenti più antichi e più importanti di Alba, è ancora possibile individuare le tracce dell’organizzazione urbanistica romana, con i due assi viari perpendicolari principali costituiti dalle attuali via Vittorio Emanuele II - via Vernazza e corso Cavour - via Vida. Città antica, Alba, lo rivela la struttura ancora medioevale del suo centro storico e dei suoi portici. Lo palesa la suggestione delle sue numerose torri e case - torri, elementi superstiti di un sistema urbano di potere delle grandi famiglie, un sistema che in passato poteva contare su un numero incredibile di alte e potenti strutture di difesa. E non è forse un caso che Alba sia anche detta la “Città dalle cento torri”. Tuttavia, la storia di Alba è ben più antica di quella che oggi appare dalle presenze medioevali. I primi insediamenti umani nel suo territorio risalgono sicuramente alla preistoria, come testimoniano i numerosi reperti archeologici rinvenuti in epoche diverse in varie zone dell’area urbana, e soprattutto in Borgo Piave e sulla sponda sinistra del Cherasca a breve distanza dalla confluenza del torrente nel Tanaro. Una grande quantità di materiale archeologico - e di particolare interesse è il gruppo di circa 500 “accette” in pietra - in una stratificazione che si estende dall’età neolitica all’età del ferro. Il primo abitato venne probabilmente fondato da tribù dei Liguri Stazielli e già sul finire del V secolo a.C. aveva visto l’invasione di Galli. I Romani lo conquistarono con le loro legioni nel 100 a.C. e, pochi anni dopo, eretta in municipium e ottenuta la cittadinanza romana, la città si chiamò Alba Pompeia, in onore del console Gneo Pompeo Strabone che, nell’89 a.C., era stato promotore della relativa legge, venne ascritta alla tribù Camilia e inserita nella IX Regione. All’interno del vastissimo Impero Romano, Alba e i suoi abitanti ebbero un ruolo certamente non secondario se si tiene presente che la città fu patria di un Imperatore, Publio Elvio Pertinace. Agli albori del cristianesimo, già verso la metà del III secolo, Alba e il suo territorio registrano le missioni di apostolato e conversione dei pagani di San Dalmazzo e San Frontiniano, mentre la città divenne sede vescovile sicuramente a partire dal IV secolo. Eletta a Contea in epoca carolingia, Alba vide le devastazioni di bande di “saraceni” nel IX secolo, mentre due secoli dopo si costituì in libero Comune, spesso in lotta con altri potenti vicini e, in particolare, con Asti. In breve, i secoli successivi registrano la sottomissione a Carlo d’Angiò (1259), il passaggio ai Marchesi del Monferrato (1283), ai Visconti (1347) e quindi ai Gonzaga sino al 1631 quando, con il trattato di Cherasco, Alba e il suo territorio passarono ai Savoia seguendone le vicende storiche. Di particolare rilievo storico e civile è da ricordare, all’interno della lotta di resistenza al nazi - fascismo - e, ad Alba, venne conferita la medaglia d’oro al Valor Militare -, la proclamazione della “Libera Repubblica di Alba” durata dal 10 ottobre al 2 novembre 1944. Torri e case - torri, campanili, chiese, edifici pubblici e privati edificati a partire dal medioevo e sino al periodo liberty, caratterizzano l’area del centro storico di Alba, dove si concentra anche la vita civile e sociale degli albesi. Con alcune vie e piazze privilegiate, come via Vittorio Emanuele II che gli albesi preferiscono chiamare con l’antica denominazione di “via Maestra”, ricca di edifici medioevali e rinascimentali, di chiese, di esercizi commerciali, bar e negozi eleganti e raffinati. E, ancora, corso Cavour, con le sue presenze storico - artistiche, i portici antichi e la forte memoria complessiva di suggestivi ambienti medioevali.

 

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