ALBINGAUNUM

 

Non disponiamo di notizie precise sulla fondazione della città romana, che avvenne comunque nell’arco del II secolo a.C., dopo la sconfitta definitiva dei Liguri Ingauni, nel 181 a.C., ad opera del proconsole L.Emilio Paolo. La fondazione di Albingaunum (nell’antica lingua ligure “città degli Ingauni”) rappresenta una tappa fondamentale nella romanizzazione della Liguria occidentale. Ubicata nelle vicinanze dell'antico oppidum dei Liguri Ingauni, dove importanti vie naturali di collegamento costiero e di penetrazione verso la pianura Padana si incrociano con le rotte marittime dirette verso la Gallia e la Spagna, la città si qualifica da subito come polo di notevole importanza strategico-militare e mercantile. La sua posizione lungo la costa, a margine di una fertile pianura - la più vasta esistente nel territorio ligure - conferisce inoltre ad Albingaunum quella duplice fisionomia di centro portuale ed agricolo che, per secoli, sarà alla base della sua prosperità economica. In età cesariana Albingaunum ottiene probabilmente la cittadinanza romana e lo status municipale: da essa dipendeva un ampio territorio, che abbracciava tutta la costa tra Sanremo e Finale Ligure, fino alla valle del Tanaro, nell’entroterra. E’ tuttavia a partire dall’età imperiale che si registra un più intenso sviluppo urbanistico, indice di una crescita economica legata anche all’apertura, nel 13 a.C., della via Iulia Augusta, l’importante arteria costiera che passando attraverso la città la collegava con la rete viaria dell’Italia e della Gallia.
 

Durante tutto il periodo imperiale la prosperità agricola della pianura circostante Albenga doveva essere notevole se, nel III secolo d.C., il latifondista albingaunese Proculus, nel tentativo di sostituirsi all’imperatore Probo, poté armare a sue spese un esercito formato da schiavi che impiegava nelle sue proprietà. Il recentissimo ritrovamento dei resti di una villa agricola nell’entroterra di Albenga, a Lusignano, dimostra quanto fosse intenso in età imperiale lo sfruttamento della fertile pianura, da cui dipendeva in larga misura la ricchezza della città.
 

All’inizio del V secolo Albenga è gravemente danneggiata dall’invasione dei Goti; si risolleva tuttavia grazie all’impegno di Costanzo, generale di Onorio e futuro imperatore Costanzo III, che dà l'avvio ad una intensa opera di ricostruzione. Divenuta, nel 451, sede di una delle più importanti e antiche diocesi della Liguria, Albenga passa dal dominio bizantino a quello longobardo senza gravi conseguenze, continuando a prosperare attraverso i secoli fino ai giorni nostri.
 

Le conoscenze sulla topografia di Albingaunum sono a tutt'oggi piuttosto limitate: la sovrapposizione della città medioevale e moderna di Albenga a quella romana e l'innalzamento della falda acquifera rendono infatti molto problematica la ricerca archeologica. I notevoli apporti alluvionali del torrente Centa, che nel medioevo ha spostato verso sud il suo alveo invadendo in parte il sito della città romana, hanno modificato profondamente la morfologia dell'intera piana, causando la progressione della linea di costa ed il graduale interro dei resti di Albingaunum e del suo porto.
 

La sopravvivenza, nella città medioevale e moderna di Albenga, di un impianto urbanistico ortogonale di chiara derivazione romana, che conserva lo stesso orientamento delle strutture di età imperiale rinvenute a più riprese durante gli scavi archeologici condotti all'interno del centro storico, ha tuttavia permesso di ipotizzare che Albingaunum avesse una pianta modellata sul castrum romano, con vie (cardini e decumani) che si intersecavano ad angolo retto, il cui tracciato coinciderebbe in gran parte con le strade attuali. Scavi archeologici, condotti lungo i lati meridionale ed occidentale dell'antica cinta muraria che circonda il centro storico di Albenga, hanno rivelato una straordinaria coincidenza nel perimetro tra la città romana e quella medioevale, a riprova di come, nel corso dei secoli, la città si sia costantemente sviluppata sul medesimo sito. Nei tratti indagati si è potuto infatti constatare che le mura rinascimentali, medioevali, tardo romane e repubblicane si impostano direttamente le une sulle altre, in una perfetta sequenza cronologica e fisica. I resti archeologici di costruzioni databili all'età imperiale, in parte visibili nell'attuale alveo del Centa, dimostrano tuttavia come, nel clima di pace e di prosperità inaugurato dall'Impero, la città sia cresciuta espandendosi oltre le mura repubblicane nella breve piana che separa Albingaunum dalla zona collinare, per poi contrarsi nuovamente all'interno delle mura, nel V secolo, dopo la tragica esperienza dell'invasione gotica. Di difficile soluzione è il problema relativo all'ubicazione del porto interrato di Albingaunum, che, sulla base di considerazioni di tipo topografico e toponomastico, viene localizzato a Vadino, a sud-est della città, lungo l'antica linea di costa.
 

Tra le testimonianze archeologiche ancora oggi visibili si segnalano l’anfiteatro (II-III sec.d.C.), sulla collina del Monte, e, a breve distanza, i monumenti funerari della necropoli meridionale, che si affiancano lungo la via Iulia Augusta, in un contesto di alto valore ambientali. Particolare attenzione meritano le grandi terme pubbliche di età romana, scoperte recentemente sulla sponda destra del fiume Centa. Nell'alveo del Centa compatibilmente con il regime del fiume, si riconoscono inoltre le basi delle pile di un acquedotto e i ruderi di alcuni monumenti funerari.. Tra i monumenti di Albenga un cenno particolare merita il battistero paleocristiano, il più antico edificio della Liguria ancora in piedi. Datato al V secolo, conserva nel suo interno, sulla volta di una nicchia, uno splendido mosaico policromo.

 

 

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