AUGUSTO, l'Italia e ROMA    

Augusto non tracurò il riordinamento dell'italia che, dopo la concessione della cittadinanza romana a tutta la popolazione, aveva bisogno di un nuovo ordinamento, di una ripartizione territoriale più semplice che servisse come base per la sua riorganizzazione amministrativa, giudiziaria e militare. Augusto la divise perciò in undici regioni (I Latium et Campania, II Apulia et Calabria, III Bruttii et Lucanta, IV Samnium, V Picenum, VI Umbria, VII Etruria, VIII Aemilia, IX Liguria, X Venetia et Histria, XI Transpadona), che conservavano l'autonomia amministrativa continuando a eleggere i propri magistratì con poteri amministrativi e giudiziari definiti da una apposita lex municipalis.

In tutta la Penisola furono costruiti nuovi centri abitati, fortificazioni, strade e ponti, grandi edifici pubblici e porti e furono notevolmente migliorate le condizioni economiche generali. Come l'Italia fu divisa in regioni, così nell'anno 7 a. C. venne fatta una nuova divisione topografica della città di Roma che, nel corso di tanti secoli, era venuta assumendo un assetto assai disordinato.

La vecchia divisione della città nelle quattro regioni cosiddette serviane, che rendeva troppo difficili i servizi amministrativi, di polizia e di difesa, fu sostituita da una nuova: quattordici furono le nuove regiones, sette entro il pomerio e sette fuori; ciascuna di esse comprendeva un certo numero di vici e sobborghi (I, Porta capena; II, Caelemontium; III, Isis et Serapis; IV, Templum Pacis; V, Esquiliae; VI, Alta Semita; VII, Via Lata; VIII, Forum Romanum vel Magnum; IX, Circus Flaminius; X, Palatium; XI, Circus Maximus; XII, Piscina Publica; XIII; Aventinus; XIV; Transtiberim).

Questa divisione permise la definizione di un piano regolatore per lo sviluppo edilizio dell'Urbe, al quale aveva già pensato anche Cesare. Augusto, senza ricollegarsi in pieno al programma del padre adottivo, dedicò dapprima le sue cure alla zona del centro cittadino, terminando complessi monumentali iniziati da Cesare come il Forum Caesaris, col tempio di Venere Genitrice, la Basilica e la Curia Iulia e costruendo nel Foro Romano il tempio del Divo Giulio. Ma la necessità di mantenere unito il centro tradizionale degli affari, gli impose di trovare posto per un altro Foro contiguo a quello di Cesare: fu il Forum Augusti, nel cui centro sorgeva il superbo tempio dedicato a Marte Ultore.

Per la costruzione del nuovo centro monumentale, Augusto preferì spostarsi dal Foro ai margini della città, verso il Campo Marzio e i Prata Flaminia, dove esistevano soltanto pochi edifici. In questa zona pantanosa, risanata con opere idrauliche di cloache e di drenaggio, fu creato un quartiere augusteo, un complesso di edifici che dovette suscitare meraviglia specialmente al confronto degli altri quartieri di Roma. Qui sorsero l'Ara Pacis e il Mausoleo; i Portici degli Argonauti e di Vipsania, che conteneva l'Orbis pictus, la prima carta geografica del mondo romano; il Pantheon e il complesso delle terme. Vennero anche restaurati i vecchi acquedotti e se ne costruirono tre nuovi per convogliare in Roma una maggior quantità d'acque, la Iulia, la Vergine, l'Alsietina. Da Agrippa, che aiutò Augusto in quest'opera di trasformazione della capitale, furono restaurate e completate la Cloaca Massima e tutta la fognatura della città; venne ripresa l'arginatura del Tevere; rinnovate le strade interne, eretti archi onorari, riparati i ponti, costruiti bagni, fontane, portici, templi.

 

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