CABUM

Intorno all’ "Arx aesulana", altura sacra dove si levava il collegio dei "sacerdoti cabensi", in quella posizione splendida occupata dall’attuale fortezza, nacquero i primi insediamenti umani della futura città di Rocca di Papa.

L’Arx aesulana rappresentava l’emblema e la potenza della città di Cabum, che si estendeva per i Campi d’Annibale ad Est dell’acropoli. Da Cabum prese, poi, nome il monte Albano, identificato successivamente come Monte Cavo.

Sul Monte Cavo si stagliava maestoso il tempio di Iuppiter Latiaris dove convenivano i Latini, gli Equi e i Volsci per pregare e rendere gli auspici al Giove e per festeggiare l’alleanza raggiunta tra le città. Dell’antico santuario posto sulla vetta di Mons Albanus nulla è più visibile, tranne alcune file di grandi blocchi squadrati di pietra sperone che ne delimitavano il perimetro, oltretutto alloggiati attualmente fuori posto.  

La "Via Sacra" o "Via Trionfale" nasce in relazione alla presenza di un luogo di culto risalente ad epoca arcaica, come attestano le fonti letterarie antiche (Floro, tra gli altri, ricorda come Ascanio, figlio di Enea, dopo aver fondato Alba Longa, radunò un’assemblea di latini su Mons Albanus per celebrare dei sacrifici in onore a Giove), confermate dal ritrovamento di frammenti di ceramica arcaica in quest’area. Per le popolazioni latine Mons Albanus era la montagna sacra per eccellenza, dimora di Giove, il padre di tutti gli dei, denominato col suo appellativo locale di Iuppiter Latiaris. Nel suo santuario si celebravano ogni anno le feriae latinae, momento cruciale d’incontro tra tutte le città latine confederate, durante le quali era sacrificato un toro dalle bianche carni, poi distribuito ai vari rappresentanti della "nazione" latina come simbolo di amicizia e fratellanza. Si trattava, quindi, di un culto di carattere federale, perché serviva a rinsaldare i vincoli religiosi, politici ed economici che univano le antiche popolazioni latine, e il cui momento di maggior prestigio coincide con il periodo precedente all’affermazione della supremazia di Roma. Sul Monte Albano erano soliti anche recarsi i condottieri vittoriosi dopo le imprese militari per raccogliere gli onori tributati tramite "il piccolo trionfo" e "l’ovazione". I condottieri, gli eroi e i benemeriti della Patria, raggiungevano il tempio di Giove Laziale percorrendo la Via Sacra che si dipana, conservata ancora in ottimo stato, dall’antica via Appia inerpicandosi verso il Monte.

Sotto il regno del re Tarquinio il Superbo il tempio conobbe il maggior sfarzo perché il sovrano aveva intuito l’importanza della religione e la usava per rafforzare l’accordo politico sottoscritto da 47 città di provenienza diversa. La città di Cabum, però, subì la sorte delle altre città latine e dopo la battaglia combattuta presso il fiume Stura perse ogni potere tanto che di essa rimase solo l’Arx aesulana, conservata quasi integra fino al 4° secolo d.C.. Nei secoli successivi all’antica Arx venne dato il nome di "Rocca de Monte gavo" e di "Castrum de Montis albani".

A ulteriore suggello della supremazia di Roma sulle popolazioni latine viene fondato nel 507 a.C. circa il tempio di Iuppiter Capitolinus sul Campidoglio, che tende a sostituire quello di Mons Albanus; di conseguenza, mentre il tempio di Giove a Roma serviva a celebrare il trionfo di un condottiero, quello di Mons Albanus era normalmente riservato alle ovationes, concesse a chi era riuscito a vincere il nemico più con l’arte della diplomazia che con le armi, oppure a chi era stato negato il trionfo sul Campidoglio.


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