Chieti,
l’antica Teate Marrucinorum (Touta
Marouca del popolo italico
dei Marrucini), sorge a m.330 s.l.m. su un crinale collinare che domina la Valle
della Pescara, a Nord-Ovest e la Valle dell’Alento a Sud-Est, con un largo
panorama che abbraccia, in uno spettacolare anfiteatro di orizzonti e di cime,
la Maiella, il Morrone, la catena del Gran Sasso, i Monti della Laga, i Monti
Gemelli e il mare Adriatico, verso Pescara e Francavilla al Mare.
Era
chiamata originariamente Teate o Teate Marrucinorum, con riferimento al popolo
italico dei Marrucini, di cui era la “touta marouca” (res publica, in
latino), il principale centro abitato. Così la denominarono i Romani, dei quali
fu alleata nella II guerra punica (219.201 a.C.) e avversaria nella guerra
sociale (90-89 a.C.), quando aderì alla Lega Italica di Corfinio, divenendone
poi uno dei principali centri nella Regio IV (Abruzzo e Sannio) della
ripartizione territoriale italiana di Augusto, tra il I a. C. e il II secolo
d.C.
La presenza di templi, di un teatro greco-romano, di un anfiteatro e di un
importante complesso termale, testimonia l’importanza assunta dal capoluogo
soprattutto dopo la guerra sociale, quando esponenti di Chieti, come le famiglie
Pollione e Vezia, la arricchirono di monumenti che oggi costituiscono il suo
patrimonio archeologico, valorizzato nel Museo Nazionale Archeologico alla Villa
Comunale e nel Museo della città alla Civitella, a fianco al recuperato
Anfiteatro.
Dai
reperti archeologici è attestato che la collina di Chieti conserva tracce
di vita umana da almeno 3.500 anni, con un primo nucleo abitato di maggior
interesse, che risale al 1500, all’età del ferro. Se si potesse dar
credito alle narrazioni di scrittori di storia locale come Girolamo Nicolino
(“Historia della città di Chieti”, Napoli, 1657, rist. anast. Bologna
1967), la nascita di Chieti viene fatta risalire al 1181 a.C., richiamandosi
ad altre fonti precedenti. Viene anche specificata l’inverosimile data
dell’11 maggio, come giorno di fondazione da parte di emigranti di origine
greca e che la leggenda ha collegata al mitico Achille, figlio di Peleo e
Teti, il piè veloce omerico, rappresentato chissà perché a cavallo
nell’emblema cittadino, così come il 21 aprile del 753 a.C. viene
indicato il giorno di nascita di Roma. E in onore della dea Teti la città
avrebbe avuto la sua denominazione Teate.
Teatro
Romano
Il
Teatro romano fu costruito probabilmente nel I secolo d.C., nel periodo di
maggior rigoglio della città antica. Dell'antica costruzione, che aveva forma
circolare, rimane in piedi l'ala sinistra della cavea nella quale si conservano
alcuni corridoi interni; la grande cavea consentiva un numero grandissimo di
spettatori (circa 5.000) in quanto il teatro misurava oltre m 80 di diametro.
La
possente struttura, adatta al carattere del terreno, in parte era
addossata al pendio della collina adiacente, in parte era costruita in
calcestruzzo con rivestimento in pietra e mattoni a filari, ad opus
reticolatum.
Si
accedeva all'ingresso principale mediante una ampia salita a gradoni,
attualmente formata dalla salita vico II Porta Reale. Si entrava così nel
corridoio soprastante la cavea: corridoio che doveva concludersi con un
potente giochi di archi, formando un insieme architettonico che certamente
costituiva il maggior centro di attrazione della Teate romana.
Tempietti
Romani
Tempietti
romani, comunemente detti di S. Paolo, sono stati riportati alla luce nel
1935 durante il risanamento del quartiere e il ripristino dell'antica
Chiesetta di San Paolo, per l'interessamento del prof. Desiderato Scenna.
L'insieme del monumento è formato da tre tempietti affiancati; i primi due
hanno cella pronao e cripta, mentre il terzo, che subì' trasformazioni
posteriori, presenta soltanto la cella e la cripta. Quello quasi intero, che
corrisponde all' antica chiesa di San Paolo (foto 13), già conosciuta come
sede originaria di un tempio pagano, manca della scalinata che si estendeva
nella zona anteriore, dei pronai con le colonne e dei frontoni soprastanti.
Che sia stato costruito nel periodo romano risulta da molti elementi, primi
fra tutti la struttura muraria in calcestruzzo del primo e secondo tempio,
solidissima e rivestita con tasselli alternati in pietra e in laterizio ad
opus reticulatum . Tali testimonianze rivelano un periodo di massimo
splendore che, con ogni probabilità, deve riferirsi a quello dell'
Imperatore Claudio, come risulta anche da alcuni frammenti lapidari e
scultorei. La rozzezza della muratura e la poca finitezza delle parti fanno
supporre che il terzo tempietto, cioè il più piccolo, sia stato costruito
in epoca tarda, nel III secolo, quando a Teate fu fondata una colonia romana
e si rese necessaria la costruzione del Capitolium col conseguente culto
delle tre divinità tradizionali, Giove, Giunone e Minerva. Le fondamenta
rivelano un periodo anteriore, per la presenza di mura formate da grandi
blocchi poligonali di tufo appartenuti indubbiamente a un grande tempio del
IV o V secolo a.C., perché nel primo vano della seconda cripta si apre un
pozzo circolare della profondità di 38 metri, che, secondo un' ipotesi di
Edoardo Galli, deve aver preceduto il tempio italico nel recinto del quale
si inserisce, e deve aver avuto sin dalle origini carattere sacro. Nei vani
dei tempietti e nelle cripte sottostanti si conserva una importante raccolta
di monete, frammenti scultorei, busti, lapidi, iscrizioni, tutti provenienti
dalla città e dalla provincia di Chieti. Nella stessa piazza vi è il
Palazzo delle Poste, costruito nel 1927 su progetto del Genio Civile; a
fianco di questo palazzo vi sono i ruderi di un quarto tempio romano, nelle
cui fondamenta appaiono pezzi d'opera in tufo e in pietra calcarea
regolarmente squadrati, provenienti da costruzioni italiche.