COSTANTINOPOLI CAPITALE
Altri motivi, e non meno importanti, rendevano Roma inadatta come capitale: essa
era troppo lontana dal Danubio e dalle frontiere d'Oriente, che rappresentavano
i punti più minacciati dell' impero. Occorreva una città che fosse vicina al
Danubio e non lontana dall'Eufrate, in una posizione forte da cui si potesse
anche dominare il Mar Nero e tenere le chiavi del Mediterraneo. La scelta di
Costantino era caduta su Bisanzio e fin dalla seconda metà del 326 si erano
iniziati i lavori per fare di essa una capitale degna di un così grande impero.
La capitale nuova fu inaugurata 1' 11 maggio del 330 ed ebbe il nome ufficiale
di Nuova Roma, ma comunemente fu chiamata Costantinopoli. Essa fu la capitale di
un impero in cui Cristianesimo e Paganesimo vivevano accanto e il principe, pur
rimanendo sempre devoto al dio Sole, adottava come insegna la Croce. La sua
ibrida fisionomia cristiano-pagana si leggeva chiaramente nei monumenti: templi
pagani, quali quelli a Cibele e alla Fortuna di Roma, e chiese come quelle
dedicate agli Apostoli e a Santa Irene, statue a Castoro e a Polluce e la statua
alla equivoca divinità cui era devoto Costantino, cioè al Sole Invitto, una
immagine che fece sormontare dalla Croce (così accontentava gli uni e gli
altri).
Al pari di Roma, Costantinopoli, che sorgeva su sette colli, fu divisa in
quattordici regioni, ebbe un Campidoglio, un Palatino, la Curia, il miliare
aureo, il Foro, la via Sacra, chiamata trionfale, circhi e teatri, ebbe il
diritto italico e le distribuzioni gratuite di grano, vino ed olio che, con le
facilitazioni concesse agli immigranti, affollarono la città di plebei oziosi e
corrotti.
Costantinopoli fu la capitale di un impero edificato a monarchia assoluta come
Diocleziano aveva voluto, ma con successione ereditaria. Infatti Cesare era
stato Prisco e Cesari erano i tre figli avuti da Fausta.
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