FORUM NOVUM

 

Nel territorio di Torri, in località Vescovio, sorgono le rovine dell'antico municipio romano di Forum Novum. Questo muni­cipio della Sabina tiberina, unico in confronto agli altri, non sorse su un insediamento precedente alla conquista romana, ma come attesta chiaramente lo stesso toponimo, fu una fondazione recente, d'età romana. Il sito nel quale sorgeva è l'attuale Vescovio, nel comune di Torri in Sabina. In precedenza con molta probabilità il popolamento nell'alta Sabina tiberina era caratterizzato da forme sparse o scarsamente accentrate, mentre una crisi economica abbastanza generalizzata, il mancato adegua­mento delle strutture ai mutati sistemi di produzione, l'espan­sione, all'indomani della conquista romana, delle grandi proprie­tà terriere gestite da famiglie di rango senatorio e la conse­guente contrazione della piccola proprietà dovevano aver causato il progressivo abbandono degli abitati preromani, attestati dalla presenza di numerose necropoli, con tombe in prevalenza a camera, scavate nei consistenti banchi di tufo, localizzate a Poggio Sommavilla, a Foglia ed a Magliano, ed una nuova organizzazione delle strutture insediative con la creazione di un unico polo di gravitazione territoriale, sede delle funzioni politiche, ammini­strative e istituzionali. Le notizie su Forum Novum tramandateci dalle fonti non sono molte. L'abitato era stato costruito su di terrazzo alluvionale quasi alla confluenza di due corsi d'acqua a regime torrentizio, ed all'incrocio di due strade secondarie che collegavano il nuovo centro tanto alla via Flaminia quanto alla Salaria Non è possibile dire quando questo centro venne fondato, i primi indizi della frequentazione del sito, ritrovati attraverso le indagini archeologiche, fanno ritenere che essa sia iniziata non prima della tarda repubblica, intorno cioè al II secolo a.C..

 


Non sono neppure chiare le tappe che condussero il nuovo centro abitato fondato dai romani a divenire municipio, né quali fossero le strutture politico-istituzionali di Forum Novum, che, pur essendo retto da duoviri, magistrati normalmente preposti all'amministrazioni di colonie, non sembra, nonostante una inter­pretazione forzata di un epigrafe compiuta dal Mommsen, esser mai stato una colonia. Il rango municipale sembra essere stato raggiunto da Forum Novum soltanto in età augustea, come nel caso di Rieti. Le epi­grafi, la fonte più preziosa per illustrare aspetti della vita politico-sociale foronovana, ricordano come preposti al culto i seviri augustales. Tra le divinità venerate nella zona sono ricordate Giove Ottimo Massimo, Iside, Serapide e Arpocrate, Mercurio, Venere, alla quale era dedicato un tempio, Fortuna, Vacuna, i Lari, i Penati. Copiose furono le dediche a imperatori, Gordiano III, o a loro congiunti come Druso e Germanico. Le epigrafi ricordano anche un acquedotto, costruito da un privato cittadino, che alimentava, oltre ad una fontana, anche le terme. Cospicue sono ancor oggi le tracce di questo passato. Alcuni scavi effettuati alcuni decenni fa hanno riportato in luce gran parte della zona pubblica dell'abitato. Il foro, la basilica, alcune botteghe, un tempio, mentre lungo le vie di accesso sono ancora ben visibili i nuclei, più o meno conservati, di alcuni monumenti funerari e delle arcate d'un acquedotto. Il municipio è stato in parte scavato durante gli anni 70 dalla soprintendenza archeologica per il Lazio. Di questi scavi non esistono praticamente dati, in considerazione che su di essi è uscita soltanto una breve nota. L'area è stata restaurata due volte dalla soprintendenza archeologica per il Lazio ed in parte protetta con una tettoia metallica. Attualmente non è visitabile perché protetta da una recinzione metallica ed in stato di forte abbandono e degrado per il gran numero di erbacce cresciute al suo interno. Numerosi sono anche i monumenti funerari presenti, mentre sulla collina sovrastante la chiesa sono visibili i resti del castrum domini episcopi, abbandonato e restaurato più volte durante il medioevo, l'ultima volta sullo scorcio del XIII secolo, prima di essere trasformato in un convento agostiniano. 

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