IULIA CONCORDIA SAGITTARIA

 

Importante colonia romana, Iulia Concordia, fu fondata nel 42 a.C. presso l’incrocio della Via Annia con la via Postumia; particolarmente fiorente nei primi due secoli dell’Impero, divenne in epoca tardo antica sede di una fabbrica di frecce (sagittae, da cui l’appellativo datole nel secolo scorso all’epoca dei primi scavi) e baluardo, insieme ad Aquileia, del confine orientale. Eletta sede vescovile nel 389, continuò a prosperare fino all’avvento dei Longobardi, con i quali cominciò la sua definitiva decadenza. 

Divenne cava di materiali per costruzione fin dalle epoche più antiche: ne è prova l’abbondanza di resti architettonici riutilizzati per costruire la chiesa paleocristiana. I primi scavi regolari furono eseguiti alla fine del secolo scorso portando alla luce importanti monumenti della colonia: il ponte e il teatro, ancor oggi visibili, il foro situato all’incrocio tra cardine e decumano massimi, la presunta fabbrica di frecce.

Altri ritrovamenti importanti sono quelli in via dei pozzi romani e un grande sepolcreto sulla sinistra del Lemene, costituito di circa 260 sarcofagi d’epoca tardo-antica le cui iscrizioni, data l’impossibilità di conservarle in loco, furono segate e portate al Museo Nazionale Concordiense di Portogruaro. I resti più importanti si trovano nella Piazza della Cattedrale di Santo Stefano al di sotto e a fianco della Chiesa. Si tratta di un complesso di monumenti, portati alla luce dal 1950 al 1970, che comprende due sepolcreti pagani a tre nicchie ciascuno. Davanti ad essi si sviluppa uno dei più antichi monumenti cristiani del Veneto, una trichora, edificio a tre absidi, eretto originariamente alla metà del IV sec. d.C. come tomba monumentale per onorare le reliquie di martiri, poi divenuta, con l’aggiunta di un avancorpo a tre navate, una piccola basilica con cortile antistante e zona sepolcrale con sarcofagi iscritti e anepigrafi a fianco. Nel 1168 fu costruito dal vescovo Reginpoto il Battistero che sovrasta gli scavi e ripete fedelmente il modulo architettonico dell’antica trichora. Sul fianco settentrionale della trichora, di cui utilizza una parte, e del suo cortile si sviluppa una grande Basilica.
La chiesa fu utilizzata fino alla seconda metà del VI sec. d.C., con vari rifacimenti soprattutto nella zona presbiteriale e nel pavimento; fu distrutta da un incendio e sulle sue macerie si depositarono circa 2 metri di sabbia portata da varie alluvioni. Due secoli dopo fu costruita una chiesa più piccola a tre absidi che ne chiudevano il perimetro ad oriente, sono ora visibili i resti delle fondazioni di due absidi affondate nel pacco alluvionale. A questa chiesa altomedievale si sostituì alla fine del X sec. la Cattedrale trasformata, nella struttura, nel 1466 e ancor oggi utilizzata.
Nella piazza davanti alla Chiesa ed al complesso paleocristiano sono ripresi negli ultimi anni gli scavi che hanno portato in luce un bel tratto di strada romana con basoli di trachite che recano ancor impressi i segni del passaggio dei carri, nella strada che usciva dalla porta urbica orientale è identificabile la via che raccordava Concordia alla Via Annia. A sud di essa si sviluppano i resti dei magazzini romani destinati alla città, un grande edificio articolato in corpi paralleli suddivisi in ambienti pavimentati dapprima in assi di legno, poi in cubetti di cotto. In un fossato che scorreva lungo il fianco sud occidentale dei magazzini scaricava la grande cloaca originariamente coperta a volta, che usciva dalla città passando sotto le mura di cinta.


Ponte Romano

Dirigendosi dalla piazza lungo via S. Pietro si notano sulla sinistra i resti di un ponte romano costruito in epoca augustea e restaurato in epoca giulio-claudia. Originariamente il monumento era a tre arcate (ora ne rimane solo una) di cui la centrale più ampia, ed era costituito in blocchi squadrati di trachite senza legante. Si trovava sul percorso della strada che portava all’ingresso occidentale di concordia e valicava un fiume ora scomparso.

 

Pozzi Romani

In Via dei Pozzi romani sono visibili i resti di due abitazioni signorili. La più interessante è la Domus dei Signini per la presenza di tre pavimenti in battuto a fondo bianco con tessere sparse ed emblema centrale in mosaico a motivi geometrici risalenti all’epoca di costruzione della casa (fine I sec. d. C.).

Lungo la strada sono visibili due pozzi in mattoni semicircolari che originariamente si trovavano nel cortile di due case romane.
In questo settore era ubicato anche il teatro cittadino, monumento di notevoli dimensioni, di cui restano ora modeste tracce a causa delle spoliazioni subite in passato.

 

Tricora

Edificio triabsidato di piccole dimensioni eretto nel 350 d.C. per custodire le reliquie dei martiri. Successivamente la Trichora venne allungata con la costruzione di una piccola aula a tre navate. Davanti all’edificio vi è un piazzale lastricato con un marciapiede tutto attorno, sul lato destro si vedono delle arcate, senza iscrizioni, probabilmente a disposizione dei compratori.

 

Mura e Terme

In una laterale di via Claudia si trovano i resti di un tratto della cinta muraria costruita in epoca augustea che cingeva, con profilo irregolarmente esagonale, la città. Le mura sono in robusto conglomerato cementizio rivestito di mattoni sesquipedali e poggiano su palafitte. 

In corrispondenza del decumano settentrionale che qui passava, è ancora visibile nelle mura il varco di una delle porte della città, ad un solo fornice, modestamente pavimentata in mattoni.


Presso la cinta muraria, distrutta in epoca tardoantica per consentire l’ampliamento urbanistico, vi sono i resti delle terme (II-III sec. d.C.) con due sale absidate con pilastrini sotto la pavimentazione per formare l’intercapedine che garantiva il passaggio dell’aria calda. L’abside dell’ambiente maggiore mostra ancora il pilastro in mattoni che sosteneva la vasca per le abluzioni.


Torna alle Città Italiche