LUNI

Lunae sorse circa nel 177 a.C. in una zona continuamente tormentata dalle guerre tra i romani e i bellicosi liguri, comunque in una zona favorevole allo sviluppo agricolo. Le colture della vite e dell'olivo, e quindi il commercio del vino e dell'olio e dei legnami provenienti dalle vicine foreste appenniniche, fecero di Luni una importantissima colonia agricola romana. 

Raggiunse il massimo della notorietà e dell'importanza politica nell'età cesariana poichè, grazie alla sua posizione sull'estuario del Fiume Magra e al porto naturale di cui era dotata, divenne il punto d'imbarco per i pregiatissimi marmi che venivano e vengono tuttora estratti dalle Apuane. Fu una sede vescovile prestigiosa per tutto l'alto medioevo.

 

veduta anfiteatro

 A partire dal III e dal IV secolo d.C. cominciò a delinearsi per Luni un periodo di progressiva decadenza, sia politica che economica; i Vescovi comunque, continuarono, almeno fino al IV secolo d.C., a partecipare ai convegni romani rappresentando una diocesi potente e ben organizzata. Nel 643 d.C. Rotari, Re Longobardo conquistò tutte le città costiere dalla Tuscia al Confine dei Franchi, e fra queste vi era Luni le cui mura furono abbattute. Nel XI secolo d.C. Luni fu abbandonata a causa delle continue incursioni dei pirati Saraceni, delle lotte feudali, delle alluvioni, della malaria e del progressivo insabbiamento del porto. Gli abitanti si trasferirono sulle colline vicine più salubri e sicure.

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