MANDURIA

 

Manduria è considerata uno dei centri messapici più significativi, tanto da aver ottenuto un finanziamento dell'Unione Europea per la realizzazione del Parco Archeologico.

L'originario abitato di Manduria,, uno dei cui primi nuclei dovette essere tra l'altro ubicato, per così dire, fuori mano, nei pressi del cavalcavia per Lecce dove recentemente è stata scoperta una necropoli alto-arcaica (VII sec. a.C), priva di fortificazioni. Solo intorno al 500 a.C. Manduria venne dotata del muro di fortificazione più interno, per una circonferenza di almeno 3300m. Al periodo della contrapposizione di Taranto ai messapi e ai restanti popoli apuli dalla metà del IV sec a.C., viene attribuita la cosiddetta seconda cerchia. Una raffinata muraglia da intendersi quale rinforzo e restauro della prima cinta.

Il muro  più esterno risulta il più imponente e capace di incutere notevole suggestione per le poderose dimensioni. Infatti essa, con perimetro  orientativamente di cinque chilometri e mezzo, presenta una larghezza fra i cinque e i sei metri ed è costituita da due parametri esterni di blocchi isodomici e da un riempimento di pietrame informe e terra. E' dotata contemporaneamente di un altrettanto poderoso fossato spesso quattro metri e mezzo e profondo tre. Allo stato attuale sono ben evidenti due interruzioni  in rapporto con la presenza di porte in coincidenza delle antiche carraie che dall'interno dell'abitato si dirigevano verso il territorio circostante. Queste porte murarie dovevano essere chiuse da battenti lignei come comprovano i fori dei cardini tuttora evidenti ed erano rinforzate da torri. Di cui possono distinguersi sia allineamenti di fondazione, ma anche l'evidenza diretta di un torrione circolare ancora conservato in via del Fossato.

L'altra testimonianza che Manduria preserva sono le estese necropoli tutt'attorno alle mura antiche. Tombe del tipo a fossa rettangolare in numero di diverse centinaia raccolte in gruppi presumibilmente in relazione alle stesse appartenenze familiari. In origine coperte da lastroni, di cui non resta alcuna traccia per il probabile riuso nel corso dei secoli passati, in molti casi sono ben intonacate e con tracce di pittura a piccole fasce e linee. Sono dotate di pozzatti in cui spesso si sono rinvenuti gli oggetti di corredo.

 

PREISTORIA ED ETA' DEL FERRO

Se incerta e' l'attribuzione al territorio della città, di un'ascia paleolitica dalla Collezione Arno', consistente e' la documentazione del periodo Neolitico a "Monte Maliano", "Borraco", "Li Castelli". Significative sono pure le emergenze relative all'età' del Bronzo, cui fra l'altro si riferisce il ripostiglio di utensili metallici rinvenuto nella contrada "li Strazzati".

Al popolamento diffuso delle fasi preistoriche, fa seguito, nel periodo "iapigio - messapico", la nascita di due nuclei abitati l'uno presso la moderna Manduria, l'altro a "Li Castelli". In questa ultima località, notizie recenti, ma ancora ufficiose, parlano del rinvenimento di ceramica "Micenea" e ceramica greca d'importazione della seconda metà del VIII secolo A.C.

Inoltre si ipotizza che, almeno per un certo periodo, "Li Castelli" abbiano potuto svolgere la funzione di avamposto fortificato sullo Ionio, dipendente dalla colonia greca di Taranto, fondata nel 703 A. C.    Il periodo Iapigio, tra Bronzo Finale ed età del Ferro, comincia appena a ricomparire, sono invece innumerevoli le evidenze che fanno di Manduria una tra le più importanti città messapiche.

 

L'ETÀ  MESSAPICA

  La città partecipa pienamente al quadro storico relativo all'antico Salento "iapigio - messapico", sviluppandosi e assumendo rilevanza tale da essere citata nell'opera di Plutarco, Tito Livio e Plinio. Manduria, dopo la pacifica convivenza iniziale con la vicina colonia spartana di Taranto e con le altre città greche limitrofe dell'arco ionico, inevitabilmente partecipa alle guerre che oppongono Tarantini e Messapi sin dagli inizi del V secolo A. C. Quando cominciano una serie di scontri, a motivo delle ripetute razzie tarantine per l'approvvigionamento di cavalli e di manodopera servile in terra messapica. Più o meno nel 500 A. C. si colloca la distruzione tarantina di Carbina (attuale Carovigno). Col bottino dei vinti i Tarantini fanno erigere un primo Donario bronzeo presso il Santuario di Delfi, opera dello scultore Agelades di Argo. Ma i Messapi fanno fronte comune contro i Tarantini e i loro alleati Reggini. In una battaglia indicata dalle fonti come la più tremenda sconfitta subita da un popolo greco nel 473 A. C. ottengono la loro rivincita. Un nuovo scontro, in cui i Messapi sono di nuovo sconfitti, fa seguito nel 460 A. C. Anche questa volta, Taranto celebra la sua vittoria con un gruppo bronzeo commissionato a Onatas di Egina e ad un'altro scultore' offerto ancora nel santuario di Delfi. Circa un secolo dopo Taranto  costretta dalla pressione dei Lucani e dei Messapi insieme, si rivolge a diversi condottieri stranieri, fra i quali Archidamo re di Sparta, figlio di Agesilao. Costui, alla guida degli ospiti e della cavalleria tarantina, muore in combattimento presso le mura di Manduria nel 338 A. C. Nella circostanza le spoglie del re non sarebbero state restituite ai Tarantini, un'ipotesi e' quindi che la tomba di Archidamo di Sparta si trovi in territorio di Manduria, ma non e' stata mai rinvenuta fino ad oggi.

 

L'ARRIVO DEI ROMANI, LA II GUERRA PUNICA, FABIO MASSIMO

C'e' spazio per un altro cinquecento di pace, ma nella prima metà del III secolo A. C. Taranto i Messapi debbono allearsi contro le legioni romane che, già impossessatesi di tutto il territorio italico, minacciano l'estremo lembo salentino.

 E' l'epoca della presenza di Pirro, re d'Epiro, il cui intervento in aiuto di Taranto e della Lega Italiota (cui dovettero aderire gli stessi Messapi), dopo alterne vicende si conclude nel nulla di fatto. Roma sottomette il Salento messapico per la prima volta nel 260 A. C. Nel corso della II Guerra Punica, Manduria e altre città messapiche e apule  si alleano con Annibale, confidando di potersi liberare della soggezionea Roma.  Una speranza vana. Nel 212 A. C., il console Quinto Fabio Massimo si impossessa di Manduria, deporta 4000 Manduriani e la priva delle sue ricchezze. Saccheggia l'intero Salento, nel 209 A. C. conquista Taranto, con un ricchissimo bottino di tesori d'arte che contribuiscono a rendere fastose le celebrazioni del suo trionfo a Roma. I Messapi tentano l'ultima disperata e inutile rivolta contro Roma attorno all' 80 A. C., nel corso della Guerra Sociale. Contro l'ipotesi della totale distruzione di Manduria antica ad opera di Quinto Fabio Massimo, depongono ora alcuni rinvenimenti archeologici che sembrano dimostrare come, in epoca romana il suo territorio non restò deserto venendo adibito alla produzione agricola. 

Avviene a Manduria sostanzialmente qualcosa di simile alle limitrofe aree messapiche conquistate. Il popolamento ritorna sparso per lo più per nuclei rurali, come quello indagato dalla Soprintendenza alle Antichità di Taranto in località "La Staffa" (Manduria). Dove sembra confermata la frequentazione fino ad età Imperiale, nel III secolo D. C.

 

TARDO ANTICO MEDIOEVO

    Il Tardo Antico e l'Alto Medioevo, in una Manduria di per sé già oltremodo impoverita, sono fasi oscure, caratterizzate dalla scorrerie e dai saccheggi ad opera di Saraceni, Goti  ed Agareni, come di consueto narrano gli autori di Storia Patria. Per ricostruire le vicende nei secoli che dividono dalla sua rinascita, nel 1090 col nome di Casalnuovo (per volontà di Ruggiero il Normanno), vanno prese in considerazione e attentamente studiate le molte tracce di popolamento sparse in tutto il territorio cittadino. tracce di vita di epoca medioevale sono state recuperate attorno alla chiesetta di S. Pietro Mandurino e attorno al Fonte Pliniano. Ed esistono tracce ed anche citazioni in documenti sui Casali di "Bagnolo", "S. Anastasio" e "S. Sebastiano". Ruggiero il Normanno, nonno di Costanza d'Altavilla, madre di Federico II, nell'ambito dell'iniziativa di rafforzamento e ripresa delle terre conquistate, verso la fine dell'XI secolo A. C., avvia lo sviluppo del piccolo nucleo di Casalnuovo. Questo nome da' il capostipite della famiglia Normanno - Sveva al piccolo borgo medioevale che viene edificato nella parte sud - occidentale della città antica, al riparo delle ancora possenti Mura Messapiche di Manduria. Sorgono il Castello e la Chiesa medievali ed il piccolo abitato di povere case noto, da allora, come "la Terra". Un muro difensivo che cingeva Casalnuovo ad Est, all'epoca di Ruggiero, e' stato individuato di recente tra scantinati e giardini di edifici attuali. L'impianto medioevale si manifesta inoltre nella strutturazione di piazzette, "larghi" e "vicini" del Centro Storico.

 

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