PLESTIA
La presenza delle civiltà protoumbra e umbra è
testimoniata da importanti reperti urbani e da necropoli. Di tutti gli
insediamenti preromani il principale è quello di Monte Orve, circondato da una
cinta di mura in blocchi calcarei e che possiede complessive caratteristiche
protourbane. L'area di Plestia fu sede di un municipio romano già nel 178 a.C. L'espansione
della presenza umana sugli altipiani è collegata, oltre che alla ricchezza
delle acque e all'attitudine dei terreni alla coltivazione, dall'essere
Colfiorito il punto di incrocio dei piò importanti percorsi che traversavano
l'Appennino centrale.
Nel V secolo d.C. Plestia aveva un proprio vescovo e della città si fa menzione
nei diplomi dell'imperatore Ottone III ancora nell'anno 996.
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Sotto la pressione delle invasioni dei Goti, dei Longobardi e degli Ungari, si
dissolse la struttura urbana e gli abitanti tornarono a rifugiarsi sulle alture
ove erano i castellieri antichi.
Nel XII secolo gli altipiani ospitarono una nuova organizzazione civile-politica
con castelli (Aanifo, Lignano, Popola), con monasteri (Sant'Andrea di Gricciano,
Sant'Angelo di Bagnara) e romitori. Nell'anno 1269 fu costruito il Castello di
Colfiorito ma la presenza storicamente caratterizzante è quella della chiesa di
Santa Maria di Plestia: il Samtuario sorge isolato alla confluenza di antiche
strade e sui resti del tempio romano e della basilica paleocristiana . Nel 1878 fu costruito il Forte
distruggendo un antico abitato del latius vetus. Durante i lavori furono
scoperti numerosi reperti databili dal VII al V sec. a.C.
Plestini Umbri
La zona montana e collinare attorno alla città di Foligno, in epoca preromana e romana, era abitata da popolazioni d’origine umbra, in parte note grazie alle menzioni che ne fanno le fonti letterarie antiche. La porzione territoriale più ampia doveva essere occupata dai Fulginates e dai Plestini, mentre è probabile che le zone marginali ricadessero sotto l’influenza di Forum Flaminii - i cui resti sono localizzabili presso S. Giovanni Profiamma, alla periferia nord-est di Foligno -, di Hispellum (Spello), di Trebiae (Trevi) e di Nuceria Favoniensis, da collocare, presumibilmente, nella zona di Pieve Fanonica, nella Valle Topina. E’ difficile, al momento, delimitare i territori di queste diverse entità etniche, in quanto non ci soccorre la presenza di confini naturali ben definiti. Appare tuttavia chiaro che i Plestini si attestassero in una zona piuttosto ampia che fa capo ai piani carsici dell’altopiano di Colfiorito, dove va localizzata l’antico abitato di Plestia, nei pressi della chiesa di S. Maria di Pistria, coinvolgendo, in parte, anche alcune zone ora appartenenti ai comuni di Nocera Umbra e di Serravalle del Chienti. Il nome dei Plestini è testimoniato, oltre che dalle fonti letterarie antiche, anche dal rinvenimento di alcune iscrizioni provenienti dal santuario della dea Cupra (IV sec. a.C.), riportate alla luce alla fine degli anni ‘60 lungo le sponde dell’antico lago Plestino, nei pressi della chiesa.
La sede storica del popolo dei Fulginates, invece, va localizzata nella zona montana e collinare che si situa a monte della città romana di Fulginiae - individuata nella periferia nord-est di Foligno, S. Maria in Campis -, in un ambito largamente delimitato dal corso del Menotre, fiume che, nella parte più a valle, funge anche da confine verso l’area plestina.
Le ricerche storico-archeologiche, condotte negli ultimi anni nell’area di Colfiorito soprattutto a cura della Soprintendenza Archeologica per l’Umbria, hanno permesso di tracciare un quadro esauriente delle vicende politiche, sociali e culturali dei Plestini dalla prima età del Ferro fino all’alto Medioevo. Meno articolato, invece, si presenta il panorama delle conoscenze sui Fulginates, il cui territorio è stato oggetto di studi sistematici solo in tempi recenti. I risultati che qui di seguito illustreremo sono stati elaborati nell’ambito di una ricerca, finanziata dal Comune di Foligno e diretta dalla stessa Soprintendenza, che ha avuto per oggetto l’area montana gravitante intorno all’abitato di Cancelli. Tale territorio, mai interessato da scavi archeologici, è stato esaminato esclusivamente con i metodi della ricerca topografica, concentrando le indagini principalmente nella raccolta di materiale ceramico di superficie e nello studio del paesaggio e delle sue trasformazioni.
Dai primi dati, emerge chiaramente una maggiore vitalità e ricchezza della zona plestina rispetto a quella fulginate; morfologicamente più adatta all’insediamento umano, stante la presenza soprattutto d’ampie aree pianeggianti che stemperano le asprezze dei rilievi montani, si differenzia dalla seconda, ora come allora, per la presenza d’itinerari di collegamento tra la costa adriatica e la tirrenica, itinerari che toccano solo in modo marginale l’area fulginate. In entrambi i territori gli insediamenti, per lo più fortificati (castellieri), si collocano soprattutto su alture disposte lungo la viabilità primaria e secondaria, presso i confini e nelle vicinanze di zone idonee allo sfruttamento delle risorse naturali (boschi, caccia, ecc.); tali risorse, unitamente al controllo dei pascoli, all’utilizzo agricolo delle terre più fertili ed agli scambi commerciali, costituirono gli elementi essenziali del sostentamento degli abitanti della zona.
Come in altre comunità ad esse contemporanee, i santuari più importanti, ed i luoghi di culto in generale, agivano come punto di riferimento per l’intera collettività, coinvolgendo, con la sfera religiosa, anche quella militare, socio - politica ed economica. Con l’emergere della potenza di Roma e la successiva sua espansione nella penisola italiana, si assiste, anche nell’area in esame, al totale stravolgimento degli equilibri esistenti. Spina dorsale del nuovo assetto fu la realizzazione, alla fine III sec. a.C., della Via Flaminia, ad opera di C. Flaminio, che costituirà il primo, fondamentale passo verso la conquista delle regioni centro - settentrionali della penisola. La contestuale fondazione del centro di Forum Flaminii, quale luogo deputato agli scambi commerciali direttamente controllato da Roma e, quindi, quale diretta emanazione del potere centrale romano, portò alla presenza di cittadini romani nella Valle Umbra ed all’accelerarsi di quel processo di romanizzazione e di assimilazione culturale avviato un secolo prima. Per quanto riguarda gli insediamenti, in epoca romana, ebbe luogo ad un fenomeno analogo ad altre realtà contemporanee, consistente nella discesa a valle delle popolazioni montane e collinari, fenomeno questo che va senza dubbio messo in relazione con le mutate condizioni di vita, sia in ambito locale (bonifica delle terre paludose), come sovraregionale (conquista romana della penisola italiana e conseguente assetto territoriale da essa derivato).
Fulginiae e Forum Flaminii, situati nella Valle Umbra, in una zona pianeggiante favorevole all’insediamento umano ed alle comunicazioni, conosceranno in epoca romana un notevole sviluppo, anche di tipo urbano; analogamente, il centro di Plestia, pur mantenendo alcune caratteristiche proprie delle zone montane meno urbanizzate, vedrà fiorire, intorno al nucleo abitato e lungo i piani carsici circostanti, una serie di ville e d’insediamenti rustici che prenderanno il posto del vecchio sistema territoriale per pagi e per vici (villaggi di modesta entità) del periodo precedente.
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