TEMPIO della FORTUNA PRIMIGENIA

 

Il tempio della Fortuna Primigenia cioè generatrice e nutrice degli dei, si stendeva su tutta la superficie ora occupata dalla città e incominciava da Via degli Arcioni rastremandosi verso l'alto, ricco di gradinate, di portici, di esedre, di archi, di colonne, di statue, di fontane. Poggiava su di un muraglione in opus quadratum preceduto da un portico di cui restano alcune volte o archi che hanno dato il nome alla via. 

A mezzo di scale laterali si accedeva al 1° ripiano, ove ora sono il parco e le rovine del palazzetto Barberini distrutto dalla guerra.Da qui una gradinata portava al 2° ripiano all'altezza dell'attuale Piazza Regina Margherita, del Duomo e del Corso: questo ripiano è detto delle aule perché vi risiedeva l'oracolo. Per altre scalinate si giungeva al 3° ripiano ( Via del Borgo )e infine al 4° ripiano ( Via Barberini e Piazza della Cortina ) dove troneggiava un porticato rettangolare sul quale si alzava un grande emiciclo coronato a volta, da un tempietto con la statua della dea, oggi Palazzo Baronale dei Barberini e sede del Museo. 

 

Come si potrà notare nella parte superiore vi è un tempietto di forma circolare. Questa costruzione diventò parte integrante della Porta del Trullo o Truglio, quando venne edificato intorno al 1440, lo Scacciato, pittoresco quartiere situato ai lati ed oltre il Palazzo Barberini. Prese il nome Trullo proprio per la somiglianza con la tipica costruzione pugliese.

Il complesso monumentale, che occupa un'area di vaste dimensioni, risale probabilmente alla metà del II° sec.  a.C., ma già Silla lo restaurò nel secolo seguente.
Presso il santuario i Romani, secondo la testimonianza di Cicerone, potevano raccogliere gli oracoli della Dea Fortuna.

Attualmente, l'area archeologica si compone di due parti. La parte inferiore comprende il Foro, la Basilica, il Solarium, l'Erario, il Tempio vero e proprio dove erano dati i responsi dell'oracolo, la Grotta nella quale venivano custoditi gli oracoli nel cofanetto d'olivo, il passaggio segreto che univa il Tempio con la Grotta e la Sala absidata.
Nella parte superiore si trova il colonnato semicircolare ed il Palazzo baronale dei Principi Barberini (che ospita il Museo Nazionale Prenestino); in una sala del museo è custodito il famoso mosaico del Nilo che ornava il pavimento della sala absidata.
Il Tempio, usato fino a poco tempo fa, come cantina e deposito di legna del seminario vescovile, è uno tra i migliori esempi  di architettura templare italica.

 

 

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