IL PERDONO DI AMBROGIO



Ambrogio venuto a sapere l'efferato delitto "barbarico" di Teodosio, prese a pretesto una indisposizione e partì da Milano per destinazione ignota, non volle più ricevere  ne' più incontrarsi con l'imperatore. Prese penna e calamaio e scrisse di proprio mano una lettera privata all'imperatore. Esigeva che a un tale crimine dovesse seguire un profondo e sincero pentimento pubblico.
E fino a quel giorno - gli scrisse Ambrogio - in presenza sua non avrebbe mai più celebrato il sacrificio della Messa, lui non era degno di Dio; lui con questa colpa infame non era nemmeno degno di vivere. E ci avrebbe pensato Dio, perchè l'angoscia l'avrebbe perseguitato per sempre in una vita d'inferno fino a soccombere.
Teodosio in effetti stava già soccombendo perchè l'orrendo delitto stava offuscando il suo prestigio imperiale e perfino la sua dignità di uomo, in ogni angolo dell'impero dove la mostruoso notizia si sparse in un baleno ed era ascoltata e commentata con raccapriccio. Nessun "barbaro" aveva mai commesso un così spietato delitto e per una banale lite sportiva.

Teodosio capì che non c'erano altre alternative. Alla fine di dicembre del 393 si recò quindi a Milano con il suo seguito, si spogliò della porpora, entrò nella Cattedrale di Milano con i vestiti di un comune cittadino, si avvicinò all'altare dove c'era Ambrogio si prostrò umilmente ai suoi piedi e gli depose sui gradini le sue insegne. Più che ad Ambrogio chiese perdono alla maestà offesa del cielo, voleva acquietare la sua coscienza in pena. Ed era quello che voleva l'umile prete di Milano.
Questo evento sancisce d'ora in avanti  il potere della Chiesa sul potere temporale. Da quel 393 lo Stato non era più dipendente di un sovrano ma condizionato da un uomo della Chiesa. 
La sottomissione di Teodosio è emblematica: l'autorità morale prendeva il sopravvento su quella temporale.

Il gesto di umiltà voluto da Ambrogio al cospetto del pubblico affermava la potenza e l'autorità della Chiesa cristiana, così come l'aveva concepita Ambrogio. Ricordiamo che dopo questa vittoria di Ambrogio, Teodosio emanò un provvedimento di assoluto divieto del culto pagano prima a Roma, poi lo estese l'anno dopo a Costantinopoli.
Ed è il trionfo di Ambrogio e il trionfo del cristianesimo

 

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