ANXUR - TERRACINA

Grazie alla posizione strategica situata su uno sperone roccioso, attirò le popolazioni dei Tirreni (Ausoni e Aurunci) (1000 a.C.), ceppo di origine indoeuropea che si stabilirono in questa zona dopo un vagabondare attraverso l’Italia. Essi si organizzarono per villaggi, sparsi sulle colline, per resistere alle incursioni esterne Erano strutture fortificate, realizzate con pietra e situate in posizioni dominanti.
Il primo vero e proprio agglomerato urbano si creò sotto la dominazione etrusca (700-600 a.C.) e da questi probabilmente ereditò il nome attuale: prima TARRAKINA , poi TARRACINAE, TARRICINA, ed infine TERRACINA .
Con la decadenza etrusca, conquistata dai Volsci nel V° secolo a.C., la città si chiamò ANXUR .
 
I Volsci dettero, oltre al nome, la struttura della città. Furono i più accaniti oppositori dell’espansione romana a Sud del Tevere.
Dopo aspre guerre, i Romani conquistarono tutta la Pianura Pontina fino a Terracina (Anxur) nel 406 a.C. Ma dovettero passare altre tragedie e ribellioni prima che si stendesse la efficiente "pax romana" e nel 329 a. C. divenne una colonia marittima di diritto romano.
Nel 312 a.C. il Censore Appio Claudio conduce attraverso Terracina una via (l’Appia) che doveva collegare Roma con Capua e in seguito essere prolungata fino a Brindisi.
Sono ancora visibili i resti della costruzione dell’Appia Antica in opera quadrata, tratti di basolato nero, qualche metro di antico marciapiede e resti di tombe.
Dovrebbero risalire a quest’epoca le più antiche e imponenti strutture murarie in "opus poligonali" di Monticchio e Salissano.

 

L’epoca di Silla (I° secolo a.C.) coincide con uno sviluppo notevole della vita cittadina e Terracina raggiunge il suo massimo splendore edilizio (come mostrano le testimonianze archeologiche).
In questo periodo cambia la fisionomia urbanistica del centro alto: l’impianto del Foro Emiliano, i terrazzamenti sostruttivi a livelli graduali decrescenti verso la città bassa e l’impianto del Foro Severiano, in pianura.

 

Di Traiano (40 a. C.) risultano la sistemazione del porto e il taglio di Pisco Montano, che doveva cambiare il percorso dell’Appia, aggirando il monte anziché scavalcarlo come aveva voluto Appio Claudio. 

Con la modifica del tracciato dell’Appia e la costruzione del porto, Terracina raggiunse il massimo sviluppo urbanistico e demografico.

 

La caduta dell’Impero Romano d’Occidente, (476) segnò la decadenza di Roma e di Terracina.

 

TEMPIO DI GIOVE ANXUR

Sull'alto del Monte S. Angelo , l'antico mons Neptunius, a più che 200 metri sul mare, sorse -forse sin dal IV secolo a. C.- un tempio a Juppiter Anxurus, o Giove fanciullo.

Il tempio che oggi conosciamo è quello in opera incerta, dell'età di Silla: alla quale età si attribuisce anche la fortificazione dell'acropoli ultima della città. Volendosi far vedere il tempio non solo dal mare aperto, ma dalla stessa spiaggia, fu alzata sul ciglio del monte, su una fronte di sessanta metri rivolta a sud-ovest,

una imponente terrazza di sostruzione, con dodici poderose arcate, impostate su massicci pilastri e comunicanti fra loro per mezzo di aperture centinate, praticate nei muri radiali.

Contro la parete di fondo della cella è un basamento per la statua di Giove Anxur.
All'esterno del tempio, sul fianco orientale è l'oracolo: una specie di basamento quadrilatero attorno a una eminenza della roccia, nel centro del quale basamento, in alto, è un foro comunicante con una caverna accessibile ai soli ministri del tempio, e da cui i sacerdoti potevano emettere le risposte oracolari ai quesiti dei fedeli. Innanzi e a sud-est del pronao del tempio sarebbe l'ara per i sacrifici.

A levante del grande tempio è il cosiddetto Piccolo tempio, che verisimilmente era adibito a uso civile. Analogo è il sistema di sostruzione ad archi impostati su pilastri: questi archi erano in origine 9; ai due estremi erano due avancorpi con cisterne. La muratura ad elementi poco meno che informi e legati da malta assai abbondante fa pensare ad un'età di costruzione alquanto anteriore a quella del grande tempio. Più che un'opera incerta noi abbiamo qui una struttura più affine all'opera cementizia.

 

Torna alle Città Italiche            GLI AUSONI              I  VOLSCI