LA CASA DEI VETTI
Due sigilli in bronzo hanno fatto attribuire questa casa a due ricchi fratelli appartenenti al ceto dei liberti: Aulus Vettius Restitutus e Aulus Vettius Conviva. I Vettii avevano fatto fortuna con numerose attività produttive e mercantili.
La struttura della casa, a due atri, è di vecchia data, come risulta dai capitelli cubici del portale d'ingresso, dalle proporzioni monumentali della parte anteriore della casa, e dall'impluvio di tufo nell'atriolo. Ma l'abitazione fu ristrutturata, forse in occasione dell'acquisto da parte dei Vettii, intorno alla metà del I sec. d.C.; e poi restaurata dopo il terremoto del 62 d.C.
All'ingresso della casa è raffigurato un Priapo itifallico, apportatore di benessere e fecondità. Il dio della riproduzione è ritratto mentre pesa su una bilancia il suo enorme fallo mentre come contrappeso vi è una borsa carica di denaro. Ai lati dell'atrio si vedono due casseforti, esse sono rivestite di ferro con ornamenti in bronzo. La decorazione delle pareti è di rara finezza. Nella parte mediana della parete sud vi è un quadro mitologico raffigurante la lotta di Amore e Pan sotto gli occhi compiaciuti di Dioniso e Arianna.
Sulla
parete Nord è raffigurato il mito di Ciparisso, che uccise il cervo preferito
da Apollo. Apollo si vendicò trasformando Ciparisso in Cipresso. I cinque
quadri scoperti a Pompei costituiscono le uniche raffigurazioni di Ciparisso nel
mondo antico. A destra dell'atrio si entrava nel quartiere servile raccolto
intorno ad un atrio secondario con impluvio in tufo ed un larario, a nicchia,
dalle semicolonne corinzie sorreggenti un timpano triangolare. La scena
raffigura il Genio tutelare della famiglia, con le sembianze di Nerone e vestito
con la toga che gli copre la testa, si presenta in atto di libare con la patera
e la cassetta dell'incenso, tra i due lari danzanti. Da
qui si passava alla cucina dove il focolare era formato da un bancone in
muratura su cui veniva fatta ardere la brace.
Il peristilio a diciotto colonne contornava il giardino e le fontane-statue in
marmo ed in bronzo con vasche in cui l'acqua veniva versata da dodici statuette;
le aiuole attuali rispettano la disposizione originaria.
L'oecus
a sinistra dell'ingresso del peristilio presenta, al centro delle pareti a fondo
giallo, quadri con soggetti tratti dal mito tebano: Anfione e Zeto legano Dirce
a un toro per vendicare la loro madre Antiope che era stata sua schiava; Penteo
re di Tebe assalito ed ucciso dalle Baccanti per aver impedito l'introduzione
del culto di Dioniso nella città; Ercole bambino che strozza i serpenti inviati
da Era. Nei pannelli laterali sono raffigurate architetture fantastiche su fondo
bianco.
Nell'angolo Nord-Est del peristilio vi è la raffigurazione di Dedalo che mostra
a Pasifae, moglie di Minosse re di Creta, la vacca di legno per lei
costruita. Introdotta in essa Pasifae si unì con un toro, del quale si era
invaghita, concependo il Minotauro. Sulla parete di fondo è rappresentato il
mito di Issione, condannato da Zeus ad essere legato con serpi ad una ruota
costruita da Efesto; qui vediamo il dio fabbro attivare la ruota, alla presenza
di Ermes, il messaggero del supplizio, e della stessa Era in trono, alla quale
Iside sembra indicare la scena. Sul gradino una donna seduta guarda Ermes come
per implorare pietà. Che i vincoli amorosi tra i divini e i mortali non sempre
fossero destinati a catastrofiche conseguenze, mostra il terzo quadro mitologico
della serie, al centro della parete destra, con Dioniso che scopre Arianna nel
sonno, assopita su una pelle di tigre; la nave di Teseo fugge in fretta.
Il conclave vicino a questo salone è formato da due stanze dovette costituire
l'appartamento padronale o un ginieco, come pure si è pensato. Esso è
impermiato su un cortile con un piccolo giardino porticato, finestrato. Nel
grande triclinio, la sala dei banchetti e delle feste, posto nel lato nord del
peristilio vi è il più noto complesso pittorico della casa. Qui mancano i
quadri al centro delle pareti: non ancora eseguiti nel 79 d.C. oppure incassati
in un telaio di legno e quindi successivamente sbriciolatisi.
Il motivo di maggiore interesse è rappresentato dal fregio raffigurante gli amorini e psycai intenti in varie attività: a destra dell'ingresso dal peristilio si gioca al tiro a segno. Nella parete est si vedono: fiorai e coronari intenti al trasporto di rose su un caprone guidato dal giardiniere; la vendita e la confezione di corone. Seguono la fabbricazione e lo smercio di profumo. Gli addetti alla forgia e al cesello di ninnoli e suppellettili; addetti alla tessitura e alla preparazione del pane; amorini intenti alla vendemmia fino alla preparazione del vino.
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