MANTOVANI



 

Il dodicesimo presidente blucerchiato:

PAOLO MANTOVANI

Edmondo Costa, presidente in nome di Lolli Ghetti, traghettò la Samp fino al sicuro porto chiamato Mantovani.
Il 3 luglio del 1979 Mantovani divenne presidente portandosi appresso Claudio Nassi come direttore sportivo.
Confermato Lamberto Giorgis alla guida della squadra si gettò a capofitto nel mercato e rivoluzionò la rosa dei giocatori.
In tre anni arrivarono 31 nuovi giocatori e ne partirono per altri lidi 32, accumulando un saldo passivo di 8 miliardi di lire.
Nonostante questo la squadra stentava e alla settima del campionato 1979/80, con un bottino di appena 6 punti, Nassi sostituì il mite Giorgis con il vulcanico Toneatto. Le cose inizialmente non migliorarono eccessivamente (10 pareggi, 1 vittoria e 3 sconfitte), ma un finale roboante portò la Samp al settimo posto. In estate al posto di Toneatto, troppo ruspante, fu assunto Enzo Riccomini e sul mercato la Samp si scatenò: Vierchowood (rimasto però in prestito al Como), Luca Pellegrini, Bistazzoni, Galdiolo, Vella, Redeghieri, Del Neri, Monari e, a settembre, De Ponti. Alla fine del campionato 1980/81 la Samp si ritrovò quinta con 43 punti, lasciando l'amaro in bocca per l'occasione mancata.
Mantovani, scatenato, acquistò 13 giocatori e ne vendette altrettanti!
Amalgamare tanti nuovi giocatori non fu facile. L'inizio del campionato 1981/82 vede la Samp, dopo 5 turni, con soli 3 punti in classifica. Naturalmente a farne le spese fu l'allenatore Riccomini che venne sostituito da Renzo Ulivieri. Con un crescendo irresistibile il nuovo allenatore portò la Samp alla sospirata promozione nella massima serie chiudendo così gli anni bui culminati con il quinquennio passato in cadetteria.
Nassi lasciò e fu sostituito da Paolo Borea. L'estate portò altri robusti movimenti nelle file della squadra. Arrivarono, fra gli altri, Trevor Francis, Liam Brady e Roberto Mancini e tornò dal Bologna dove era andato in prestito Alviero Chiorri. Molte anche le partenze e il nuovo prestito di Vierchowood, questa volta alla Roma (dopo un anno di Fiorentina).
Il ritorno in serie A fu onorato da una partenza lampo: vittorie con Juve e Roma in casa e con l'Inter a San Siro.
Il campionato 1982/83 vede la Samp terminare settima con 31 punti. Intanto la tifoseria aumentava continuamente. Il primo anno di A fece registrare più di 12000 abbonamenti e una media-spettatori (per le partite casalinghe) che sfiorava le 35000 unità!
L'anno successivo, 1983/84 vede la Samp ai nastri di partenza con un organico nuovamente rivoluzionato: via Bistazzoni, Bonetti, Vullo, Ferroni, Maggiora, Rosi, e Paolo Conti arrivano Ivano Bordon, Fausto Pari, Roberto Galia e Domenico Marocchino. E, finalmente, rientra Pietro Vierchowood.
Purtroppo, a causa dei malanni di Francis e Zanone e della 'stanchezza' di Marocchino il bottino alla fine fu di soli 32 punti che permisero di ripetere il settimo posto dell'anno precedente.
In estate Ulivieri fu sostituito da Bersellini e Brady (accontentato e ceduto all'Inter) fu rimpiazzato da Graeme Souness. Arrivarono anche Fausto Salsano, Moreno Mannini e Gianluca Vialli che col gemello Mancini scriverà le pagine più belle della Storia Blucerchiata. Arrivarono anche il giovane portiere Bocchino e l'ormai stanco Beccalossi. La stagione 1984/85 vede la Samp terminare al quarto posto con 37 punti (uguagliando così il 'mitico' risultato del 1961). Poteva bastare questo risultato per accedere all'Europa, ma la Samp ci arrivò vincendo il suo primo trofeo: la Coppa Italia.
Sembrava l'inizio di una marcia trionfale, ma il risveglio fu brusco. Il campionato 1985/86 vede la Samp all'undicesimo posto a quota 27 e, di conseguenza, la perdita dell'Europa.
Mantovani non digerì la cosa e si aprrestò ad una nuova rivoluzione.
Via Matteoli, Bordon, Galia, Scanziani, Souness, Francis, Aselli e il tecnico Bersellini. Al loro posto arrivarono: Bistazzoni, Pagliuca, Fusi, Briegel Cerezo e ... Vujadin Boskov.
Quell'estate si ricorda anche per il 'gran rifiuto' di Vialli che non cedette alle lusinghe e rimase in blucerchiato.
Il campionato 1986/87, partito maluccio, si chiuse con il quinto posto, non sufficiente, però, a raggiungere l'Europa (spareggio perso contro il Milan).
In estate partirono Gambaro e Lorenzo e arrivarono Branca e Bonomi e la stagione 1987/88 si concluse con un nuovo quarto posto (37 punti) e la conquista della seconda Coppa Italia.
Il rifacimento dello stadio di Marassi in vista del Mondiale di Italia 90 impose alla società una drastica riduzione dei posi disponibili. Si doveva cedere un pezzo 'pregiato' della collezione. Questa volta toccò a Fusi che venne ceduto al Napoli. Con lui partirono per altri lidi Branca, Ganz, Paganini, Briegel e Zanutta. Arrivarono Carboni, Dossena, Stefano Pellegrini, Pradella e Victor Munoz. Nonostante il 'ridimensionamento', la 'Banda Boskov', grazie anche al portierone Pagliuca e alle reti di Vialli (14) e Mancini (9), conquistò il quinto posto nel campionato 1988/89 e la terza Coppa Italia (polverizzando il Napoli 4-0 e sfogando così la rabbia accumulata per la sconfitta a Berna nella finale di Coppa delle Coppe).
Lo stadio-cantiere costrinse la squadra ad emigrare in Coppa e i tifosi a sottoporsi a costosi e disagevoli pellegrinaggi. Nel frattempo il trentenne Vierchowod fu allettato da una sontuosa offerta da parte degli 'scolorati' (Juve), ma, pressato da vicino da Vialli, Mancini, Pari e Dossena anche lui, come a suo tempo Vialli, oppose un netto rifiuto!
Si può dire, a questo punto, che la Sampdoria di Mantovani era una grande famiglia, tanto unita da rappresentare un'anomalia nel panorama calcistico italiano!
I tempi erano maturi per ottenere finalmente un riconoscimento ai massimi livelli.
Nela stagione 1989/90 impegnò altri otto miliardi e, a fronte della cessione di Stefano Pellegrini, Bistazzoni, Bonomi, e Pradella acquistò Katanec, Lombardo, Invernizzi, e il numero 12 Nuciari. Il campionato, nonostante la defezione di due pedine importanti come Luca Pellegrini e Gianluca Vialli (assenti per quasi mezzo campionato a causa di infortuni vari), vide la Samp giungere al quinto posto (43 punti). Ma il fiore all'occhiello della stagione si ebbe a Goteborg. La Samp, dopo aver eliminato Borussia Dortmund, Grasshoppers e Monaco, conquistò, in quel dolce naggio del 1990, La Coppa delle Coppe sconfiggendo per 2 a 0 l'Anderlecht (due gol di Vialli) di fronte a quindicimila tifosi giunti con tutti i mezzi disponibili.
A quel punto, con lo stadio finalmente ritrovato, mancava solamente la ciliegina sulla torta: lo scudetto!