Intervento di João Motta (*) tratto da:

ES-TENDERE LA RETE

"L'ESPERIENZA DEL BILANCIO PARTECIPATIVO"

 

"Vorrei iniziare con il bilancio partecipativo di Porto Alegre, un'iniziativa che in Brasile è stata impiegata con degli adattamenti regionali in più di 200 comuni dei 5000 esistenti nello Stato, di seguito analizzerò la situazione politica di Porto Alegre all'interno del contesto del Paese, il percorso teorico fatto e alcune informazioni pratiche sull'esperienza del bilancio partecipativo.

Lo scenario politico nella regione sud del Brasile presenta a Porto Alegre la maggior concentrazione di centri urbani con una popolazione che raggiunge la dimensione di 1.300.000 di abitanti che, sommando alcune città intorno, totalizza una regione di circa 3 milioni di abitanti. Di questi 3 milioni, 5 città già applicano il bilancio partecipativo, per un numero di 2 milioni di persone. All'inizio c'era una totale sfiducia nel settore pubblico, per la mancata concretezza dei politici: esisteva una distanza molto grande tra quello che questi promettevano e ciò che effettivamente realizzavano, quindi un grande divario tra la società civile e lo Stato. Lo Stato in Brasile presenta delle caratteristiche peculiari: si tratta di strutture politiche e statali fortemente influenzate dalla presenza del latifondo e in cui manca una libertà democratica. Oltre ad avere un inefficiente processo di sviluppo, abbiamo sofferto l'effetto del cosiddetto "modello di economia globalizzata". In questo contesto governiamo la città di Porto Alegre.

Per realizzare questo processo di sviluppo abbiamo dovuto iniziare con un'esperienza che comprendesse in primo luogo la democratizzazione dello stato come elemento strategico per qualsiasi tipo di azione governativa. La realizzazione di una politica pubblica diretta a garantire questi diritti di cittadinanza fondamentali. necessitava di un altro tipo di democrazia che non è la democrazia formale, cioè quella rappresentativa che esiste nel nostro Paese. Avevamo bisogno di avere un altro presupposto, un altro soggetto politico che era la popolazione civile organizzata attraverso alcune istanze, facendo sì che la relazione fra Stato e società fosse invertita, ossia che il Governo non si limitasse ad ascoltare la popolazione ma che ci sottoponessimo ad un tipo di relazione per cui chi è parte della società potesse esercitare il controllo sopra l'azione del Governo.

In terzo luogo pensavamo che fosse importante costruire tra la popolazione e il Governo uno spazio politico non controllato dallo Stato ma che fosse costruito liberamente dalla partecipazione diretta della popolazione, costruendo una sfera che fosse pubblica ma non statale, non controllata dal Governo o dallo Stato. Credevamo che fosse possibile lavorare con un'idea combinata della democrazia rappresentativa con quella partecipativa.

Infine come caratteristica più generale della situazione politica del Brasile c'è la necessità che la trasparenza e l'assenza di corruzione siano affrontate radicalmente come una forma diversificata di esercizio del Governo. Pensiamo che per superare la distanza fra teoria e pratica è necessario un Governo che prenda le decisioni in modo trasparente, ossia mostrando il conto dell'operato del Comune alla comunità. Si può realizzare così un controllo della società sull'azione dello Stato.

Come funziona il bilancio partecipativo? Abbiamo diviso la città in otto regioni, in base alle diversità sociologiche e di presenza di strutture, abbiamo, poi, preparato assieme alla popolazione il progetto delle infrastrutture e degli interventi necessari. Questa iniziativa sta procedendo da 12 anni appoggiandosi su tre criteri per la presa delle decisioni: il numero di persone che ne traggono vantaggio, il grado di carenze di quella opera o struttura, la scelta dei temi più carenti in ogni regione.

Il Forum Sociale Mondiale è servito per gettare le basi del nuovo mondo, per iniziare a sognare con questa utopia. Sarà un piacere avervi con noi il prossimo anno: stiamo già lavorando per preparare le strutture e certamente ci saranno altri incontri, affinché questo primo incontro possa essere tradotto in una evoluzione. Vogliamo organizzare delle riunioni con altre città per avere scambi sempre maggiori, per arricchirci sempre più, per poter affrontare il mondo globalizzato, il mondo dei grandi. Stiamo contribuendo perché il mondo sia sempre più giusto e perché anche nel nostro Paese possiamo conquistare più giustizia sociale"

 

 

© A cura della redazione di Unimondo

 

 

 

Curriculum di João Motta :

 

 

Assessore all'urbanistica di Porto Alegre. E' stato a lungo consigliere comunale del Partido dos Trabalhadores nella Camara dos Vereadores della città brasiliana di Porto Alegre, impegnandosi in battaglie importanti per la salvaguardia del territorio 'locale' da pressioni ed invasioni snaturanti del 'globale'. Dal gennaio di quest'anno è Assessore all'Urbanistica a Porto Alegre, nella giunta del sindaco Tarso Genro

Fonte: www.unimondo.org