IL RITORNO DI TONI NEGRI

Tutti coloro che erano presenti al convegno di Milano organizzato da "Punto Rosso" hanno potuto assistere a un fatto, per certi versi storico: il ritorno di Toni Negri nell’agone politico. Non è un caso che nella sala della Camera del lavoro, oltre alla più varia umanità che va dai militanti della sinistra DS fino agli ambienti dei centri sociali, circolassero vecchie conoscenze dell’autonomia milanese del ’77. L’attesa per l’intervento di Negri era in qualche misura spasmodica, tant’è che i convenuti hanno rifiutato di svolgere la pausa (di prammatica in queste adunate) fino a quando l’ex professore padovano non fosse intervenuto. E Negri non ha deluso le attese. Non solo ha rilanciato le tesi di "Impero" (che sarà pubblicato dalla major Rizzoli in gennaio, e che diventerà il best-seller post epifanico) ma ha rivendicato tutto l’impianto dell’operaismo nella versione "operaio sociale" ovvero nella versione da lui stesso creata. Delle grandezze e dei limiti della stagione dell’operaismo e dell’Autonomia, torneremo a trattare a breve con un volumetto che stiamo approntando, qui vogliamo solo sottolineare come il suo intervento abbia riscosso un enorme successo anche tra i più giovani – i quali , ne siamo sicuri – non solo sono largamente digiuni della riflessione di Negri su Spinoza e sul potere costituente – ma conoscono ben poco anche dell’analisi operaista "classica" e di quella peculiare traduzione che si andò agglutinando in formazioni di intervento politico specifiche come Potere Operaio e Autonomia ("Rosso").

Il Negri versione 2001 legge tutta la storia mondiale degli ultimi vent’anni con la stessa lente operaista degli anni ’60. Così ristrutturazione, crollo dell’URSS (del sistema socialista, sic!), new economy e globalizzazione sono letti solo come risposta del capitale alle lotte e alla insubordinazione operaia. Tale lettura manifesta la sua paradossalità quando Negri afferma che il proletariato non ha cessato di vincere negli ultimi vent’anni: tesi alquanto suggestiva ma altrettanto sbagliata di quella opposta e contraria che afferma che il proletariato è ormai scomparso o è stato definitivamente sconfitto. La lettura di Negri del ciclo liberista è deformata dal fatto che egli non riconosca che la dialettica del capitale e la sua potenza innovativa è una risposta alla sua crisi che va colta in primo luogo come stagnazione tendenziale dei mercati mondiale dopo Bretton Woods e dopo la crisi petrolifera del 1974-1975, cioè non assuma la dimensione della concorrenza capitalistica e dello scontro tra le frazioni borghesi come volano principale della crisi. Nessun accenno quindi alla caduta tendenziale del saggio di profitto e del suo epifenomeno della concentrazione. Marx dice nel Manifesto che la borghesia non può esistere senza rivoluzionare costantemente i mezzi di produzione, ma è spinta a far ciò principalmente per la concorrenza. La sottovalutazione e la negazione della concorrenza capitalistica ha condotto Negri a negare la dinamica dello scontro interimperialistico, o meglio a scriverne il suo epitaffio. Negri vede nella sostanziale unità d’intenti sul proscenio internazionale degli ultimi anni tra le grandi potenze, la scomparsa definitiva di loro interessi geoeconomici contrapposti e/o non coincidenti. In tal modo la guerra, questa guerra, diventa principale fattore costituente dell’Impero.

Ma su tutto questo e con una attenta analisi torneremo presto. Le suggestioni negriane sin dalla loro comparsa non hanno mai mancato di possedere un grano di verità. L’ipotesi non così fantastica della formazione all’interno del movimento "anti-global" di un area negriana (probabilmente più accorta tatticamente dell’autonomia settantasettina) che tagli trasversalmente i precari equilibri della sbandata sinistra italiana, sposta a un livello più alto e più interessante il dibattito (la povertà analitica degli Agnoletto e dei Casarini e il loro empirismo, aveva veramente rotto le tasche a molti) e ci induce a svariate riflessioni.

Ci torneremo presto.

Saluti

Jean Meslier – Giovane Talpa

Fonte: www.giovanetalpa.net