Rifugio F. Tonolini

mt. 2.450

Gruppo Adamello - Baitone 

Val Malga - Comune di Sonico

Alta Valle Camonica - Prov. di Brescia

     Alta Via dell'Adamello ~ Sentiero n° 1    

E' il percorso bresciano più famoso, ideato nel 1969 da Renato Floreancigh, a cui la via è intitolata. L'alta via dell'Adamello è un entusiasmante Trekking suddiviso in cinque tappe con quote comprese fra i 2000 e i 3000 metri che attraversa in modo coerente da sud a nord la dimensione maggiore dell'Adamello, mantenendosi a cavallo tra impegno e soddisfazione, senza eccessive difficoltà e accessibile a tutti, purché ben allenati, adeguatamente equipaggiati e con la dovuta motivazione. E' anche possibile percorrere una o più delle singole tappe dato che i rifugi sono ben collegati con il fondovalle.  Si sviluppa spesso su terreno libero, ma guidato dalla segnaletica, diverso dal solito concetto di "sentiero". Il trekking è un viaggio alla scoperta di un mondo straordinario e mutevole, entro i quali sono concentrati tanti e tali fenomeni naturalistici da sbalordire quell'escursionista che non si contenta di camminare. Ma è anche un tuffo nella storia più recente, raccontata dai resti di insediamenti militari della grande guerra: trincee, muraglie, caverne, opere imponenti, che la natura si è incaricata di riassorbire col suo ritmo lento e inarrestabile, sdrammatizzandone il significato originario. Un'alta via da intenditori.

     Dal rif. Tita Secchi si prende una bella mulattiera di guerra che costeggia la sponda orientale del lago, rimontando con ampi tornanti la conca dominata dall'imponente Cornone di Blumone, fino a raggiungere il P.so omonimo (m 2633; ore 0.45). Da qui ci si abbassa su terreno pietroso, in un ambiente quasi lunare, verso la conca-anfiteatro chiusa sul fondo dalla cresta orientale del M. Listino (ore 1.30). Si apre, poi, una seconda e ampia conca, che costituisce il fianco occidentale dell'alta Val di Leno. Su terreno erboso e pietroso si scende alla base dello sperone roccioso che scende dalla Cima Rossola di Predona, da dove si risale brevemente verso un intaglio(m 2302) di un basso crestone che divide la conca attraversata da quella del Gellino, o Conca di Predona (ore 1.30). Dall'intaglio si scende e si attraversa il vasto anfiteatro dominato, sulla destra, dal Re di Castello e chiuso da un'imponente bastionata rocciosa. Si punta verso la massima depressione della linea di cresta, in corrispondenza della quale la parete ha un andamento concavo. Si sale su ripido prato e si attacca la caratteristica concavità da destra a sinistra, mediante cengette erbose esposte e attrezzate con corde fisse. Risalito anche l'ultimo canaletto erboso, si raggiunge la Bocchetta Brescia (m 2717; ore 1.30). Con un po' di attenzione si può scorgere il rif. Maria e Franco, ben mimetizzato con la pietraia. Scendendo sulla destra del vallone, si arriva infine al P.so Dernal e al rifugio (m 2574; ore 0.30).

Rif. Tita Secchi

 

 

 

 

 

 

Rifugio Maria e Franco

Rifugio Maria e Franco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rifugio Lissone

  Dal rif. Maria e Franco, raggiunto il vicinissimo P.so Dernal, si prende il sentiero militare, sviluppato lungo il costone roccioso che sovrasta la sponda sinistra del Lago Dernal. Poi la traccia si sposta sul versante opposto e punta alla rocciosa Sega d'Arno, passando alla base del Re di Castello e offrendo ampia vista, a sinistra, del Lago d'Arno. Percorsa una facile cengia, assistita da catena, si risale al P.so di Campo (m 2296; ore 1.15). Dal passo si costeggia il fianco orientale del Corno della Vecchia e si arriva sotto il salto che sostiene il bacino del Lago d'Avolo. Si sale per roccette, si attraversa la cascata cosiddetta "d'Avolo" (corde fisse metalliche), si raggiunge un baitello diroccato poi il piccolo e suggestivo Lago d'Avolo (m 2393) e infine il P.so d'Avolo (m 2556; ore 1). Salendo sulle rocce alla sinistra del valico, ci si porta su una comoda stradina che porta al vicino P.so Ignaga o di Casinelle (m 2528; ore 0.30). Dal P.so Ignaga, in direzione del monte omonimo e lungo lo spartiacque tra Val Adamè e Val di Fumo, inizia la parte più impegnativa e delicata - ma molto panoramica - della tappa, i cui tratti più pericolosi sono assistiti con corde fisse. Si percorre un sentiero di guerra esposto e si scende lungo una paretina fino al comodo sentiero orizzontale detto "Stada del Canale". All'incrocio con il sentiero 33, si prende a destra sulla comoda traccia che supera il canale formato dal torrente che scende dal Forcel Rosso, e raggiunge il visibile rif. CAI Lissone (m 2017; ore 2.30).

Dal rif. CAI Lissone si traversa il torrente Poia e si prende il pianeggiante sentiero che, oltrepassata dopo poco la Malga Adamè, si snoda lungo il fondovalle attraverso pietraie e acquitrini erbosi e si arriva alle Casine di mezzo (o Baite nuove; m 2107), nei cui pressi il CAI Cedegolo ha edificato un rifugio non gestito ad apertura non regolare. Si prosegue sulla sinistra della valle per arrivare ad una caratteristica distesa caotica di massi, in prossimità del Cuel del Manzoler (m 2130; ore 1.15) piccolo baitello di pastori. Si piega a sinistra per risalire un ripido fianco erboso che permette di uscire sul pianeggiante Coster di destra. Si punta a sinistra verso la base della Cima settentrionale di Frampola, costeggiando la quale la traccia si porta nel vallone (a volte innevato) che culmina al P.so Poia (m 2775; ore 2.00). Si scende diritti sul versante opposto, nel caso sia ben innevato, oppure con un ampio giro sulla destra della morena fino a toccare il Coster di sinistra della Val Salarno. Discesi nel vallone, si continua a sinistra superando il torrente con un ponticello e giungendo presto al rif. Prudenzini (m 2225; ore 1).

 

Rifugio Lissone

 

 

 

 

 

 

Rifugio Prudenzini

Rifugio Prudenzini

 

 

La diga e il lago Baitone, con l'omonimo Rifugio

 

 

La sponda occidentale del Lago Baitone

 

 

    

Il Rifugio Baitone e il Rifugio Tonolini

Dal rif. Prudenzini si sale tra sassi ed erba fino all'orlo del Coster di destra della Val Salarno, dopo aver attraversato la sede di una frana caduta in anni recenti. Si traversa in obliquo puntando alla base dello sperone Sud-Est della Cima Prudenzini. Aggiratolo, gli si sale accanto per un breve tratto, sul lato sud, e si traversa tra pietraie per imboccare l'erto canalone erboso che porta al P.so Miller (m 2818; ore 2). Si scende sul versante opposto nella Val Miller (brevi tratti di catene nei pressi del passo) e si percorre l'ampio vallone compreso tra gli speroni della Cima Prudenzini e del Corno di Macesso. Tenendo la destra del vallone si scende verso il fondovalle, cosparso di sporgenze rocciose e allietato da ruscelli e cascatelle. Attraversato facilmente il torrente Remulo, si costeggia la sponda settentrionale del Lago Miller, si risale brevemente fino alla Malga di Cevo, si piega a sinistra e si transita in breve dal rif. Gnutti (m 2160; ore 1.30).
Proseguendo per il Rifugio Tonolini, un ampio sentiero a tratti gradinato porta con un saliscendi ad assecondare le pendici del Corno del Lago, fino a trasformarsi in una stretta cengia che ha il suo punto più caratteristico al cosiddetto P.so del Gatto (m 2103). Alcuni tratti sono attrezzati con corde fisse perché un po' esposti. Superata la profonda gola del Remulo, il sentiero si apre e volge verso Nord salendo gradualmente alla diga del Lago Baitone (m 2281; ore 1).

Qui si può decidere di fermarsi (specialmente nel percorso inverso Nord/Sud) al Rifugio Baitone, ristrutturato nel 2000, altrimenti si prosegue sulla sponda orientale del lago, puntando alla destra di un vistoso salto roccioso, che si supera seguendo una traccia ben marcata, e sulla cui sommità è posto in posizione dominante il Rifugio Tonolini (m 2450; ore 0.45). Il rifugio sorge al centro di una vasta e selvaggia conca, dominata dal Baitone e cosparsa da laghetti.

  Se ci si è fermati per la tappa al Rifugio Baitone, ci si incammina sulla sponda orientale del lago Baitone, puntando alla destra di un vistoso salto roccioso, che si supera seguendo una traccia ben marcata, e sulla cui sommità è posto in posizione dominante il Rifugio Tonolini (m 2450; ore 0.45).

 Il rifugio sorge al centro di una vasta e selvaggia conca, dominata dal Baitone e cosparsa da laghetti.Dal rifugio si percorre la sponda Sud-Est del vicino Lago Rotondo, si traversa un valloncello cosparso di grossi massi, per poi risalire un pendio erboso e incontrare una traccia di sentiero che sale gradualmente verso destra sulle falde del Corno meridionale di Premassone e lasciando in basso a destra il Lago Bianco. Percorsa una vasta ganda si arriva al Lago Premassone (m 2719), se ne costeggia la riva meridionale e, salendo per erba, facili lastroni e grossi massi, si tocca il P.so Premassone (m 2923; ore 2), massima elevazione dell'Alta via. Dal passo si traversa a sinistra per una breve cengia e si scende per una serie di gradini (corde fisse) fino ad un vasto ripiano di grossi lastroni. Lo si attraversa pervenendo ad una costola erbosa che scende al sottostante Lago del Pantano dell'Avio (m 2378; ore 1.30). Si percorre la diga del Pantano e si prosegue sul versante opposto su una buona traccia che prende rapidamente quota verso la Bocchetta del Pantano, o P.so del Lunedì (m 2650), caratteristico intaglio che scendendo dalla vetta dell'Adamello fa da spartiacque tra il bacino dell'Avio e quello del Venerocolo. Si scende dalla bocchetta sul versante opposto per un canalino e poi su morena. Si perviene alla diga del Lago Venerocolo, da dove si raggiunge in breve il rif. Garibaldi (m 2553; ore 1.30), capolinea dell'Alta via dell'Adamello.

    

Il Rifugio Baitone e il Rifugio Tonolini

 

Il Rifugio visto dall'alto, nella conca del Baitone

 

Il Lago Rotondo, vicino alla riva Sud-Est il Rifugio Tonolini

 

Il Rifugio Tonolini visto dalla sponda del Lago Rotondo

 

Rifugio Garibaldi