L’Alchimia della Natura

Ovvero

Le trasmutazioni biologiche a debole energia 

(“Effetto Kervran”)

La pompa Sodio-Potassio

INDICE

...E così noi, quando mettiamo mano al nucleo dell’atomo, facciamo scoppiare la bomba atomica, la natura invece, che possiede...la combinazione della cassaforte della vita, riesce ad aprirla dolcemente.

In accordo con gli insegnamenti della chimica classica è oggi ancora ferma convinzione che, perlomeno in condizioni non eccezionali, ogni elemento abbia caratteristiche sue proprie di tale immutabilità e stabilità che non ne sia possibile in alcun modo la trasmutazione in un altro.

A incrinare questa convinzione sono state le prime osservazioni sulla radioattività naturale, quando ci si è resi conto che nel processo di decadimento radioattivo di un elemento, questo si trasmutava effettivamente in un altro. Ad esempio, per decadimento a (emissione di un nucleo di He) o b- (emissione di un elettrone negativo e di un antineutrino), in natura accade:

Il fatto straordinario è che l'ingegnere e biologo francese C. Louis Kervran ha mostrato come in natura le trasmutazioni avvengano all'ordine del giorno sotto i nostri occhi e nel nostro stesso organismo, costituendo uno dei meccanismi base che consentono lo scorrere della vita.

L'obiezione che in genere viene fatta a una tale interpretazione di molti fenomeni geologici e biologici è che in qualunque modo si metta mano al nucleo atomico, si liberano sempre enormi energie e, viceversa, che occorrano necessariamente energie elevatissime per operare una qualsiasi trasmutazione nucleare. Questa convinzione, secondo Kervran, deriva da una superficiale applicazione della equazione einsteiniana:

Ad esempio, nella trasmutazione del potassio in calcio:

che avviene normalmente nel mondo biologico, vi è una perdita di massa:

   Essendo la massa di , la perdita di massa in u.m.a....

 (unità di massa atomica) riferita a  ...è 0,008952

Se è vero che secondo l'equazione  tale massa corrisponde a circa 8 MeV = 0.0088 u.m.a. ± 1 alla quarta cifra decimale), non è altrettanto vero che se c'è perdita di massa debba esserci per forza perdita di energia. Questo infatti avverrebbe solo se ci fosse disintegrazione di massa, ma non è ciò che accade in realtà.

Il fisico teorico contemporaneo 0. Costa de Beauregard, che ammette oggi non potersi più negare la possibilità di trasmutazioni a debole energia (effetto Kervran), ipotizza che queste potrebbero essere spiegate mediante l'emissione di una particella simile al neutrino (reazioni esoenergetiche), di massa e carica nulle e di energia compresa fra i 5 e i 10 MeV.

Viceversa, mediante l'assorbimento di un'energia analoga (reazioni endoenergetiche) che potrebbe venire dai neutrini della radiazione cosmica che, guarda caso, hanno lo stesso livello energetico.

Questa ipotesi, che necessita di ulteriori conferme, spiegherebbe anche il perché fino ad oggi questo fenomeno sia passato pressoché inosservato. Il neutrino infatti, molto veloce, privo di massa e di carica elettrica, è stato scoperto in tempi recenti proprio per la sua capacità di attraversare l'intero nostro pianeta da parte a parte senza far... rumore, ossia senza interagire coi nostri strumenti di misura.

Ma se torniamo alla trasmutazione potassio-calcio sopra descritta, possiamo fare altre obiezioni del tipo: come fa il protone (H), di carica positiva, ad entrare nel nucleo del potassio senza essere respinto dagli altri protoni che ivi si trovano? La legge di Coulomb, infatti, sancisce che cariche dello stesso segno si respingono con forza tanto maggiore quanto minore è la distanza che le separa (barriera di potenziale). Se questo è sicuramente vero, è anche vero che, secondo i calcoli, la legge di Coulomb si è dimostrata non valida per distanze inferiori a 10‑11 cm, come quella che separa i nucleoni di un nucleo atomico, che stanno insieme grazie a ciò che i fisici chiamano interazione forte.

Il fatto comunque che esista la barriera di potenziale non significa che questa non possa venire saltata o aperta.

A mostrare come ciò possa avvenire in biologia è stato il premio Nobel Szent Gyoergyi. Se consideriamo due atomi in reciproco avvicinamento, la chimica classica ci dice che allorché le rispettive nubi elettroniche (di carica negativa) si avvicinano, la barriera di potenziale tende ad allontanarli l'uno dall'altro, a meno che non forniamo un'energia tanto elevata da superare l'impedimento. Ma in biologia le energie in gioco sono sempre di entità molto debole.

Il segreto della vita, da questo punto di vista, sta infatti negli enzimi. Szent Gyórgyi fa notare come il sito attivo di queste molecole sia in genere costituito da gruppi come il gruppo metile

che presenta 3 protoni di carica positiva, che a loro volta sono in grado di determinare un'attrazione sulla nube elettronica negativa dell'atomo oggetto della reazione enzimatica. Questo spostamento di cariche determina una asimmetrica distribuzione della nube elettronica e la formazione di un tunnel (effetto tunnel) con caratteristiche di carica elettrica meno negativa, e quindi relativamente positiva, rispetto agli elettroni di un altro atomo interagente, che viene così attirato fino alla formazione di un legame chimico sufficientemente stabile nonostante fl basso livello di energia implicata nel processo.

Un analogo effetto tunnel è ipotizzabile per far entrare un protone nel nucleo atomico o per farlo uscire.

E così mentre noi, quando mettiamo mano al nucleo dell'atomo, facciamo scoppiare la bomba atomica, la natura invece, che possiede... la combinazione della cassaforte della vita, riesce ad aprirla dolcemente.

Dall'osservazione delle modalità con cui in natura avvengono le trasmutazioni (inclusa la radioattività naturale) Kervran ha elaborato una nuova e più soddisfacente concezione del nucleo atomico che ci spiega perché questo non si rompe sempre in modo simmetrico.

Il nucleo atomico, in pratica, sembra non avere una costituzione omogenea nel senso che i nucleoni costituirebbero pacchetti di particelle fra loro legati insieme da debole energia, cosicchè la rottura del nucleo avverrebbe lungo un piano di clivaggio preferenziale (zona di minore resistenza) e a volte, quindi, in modo non simmetrico.

Per esempio il nucleo dell'Uranio si scinde per fissione sempre in due parti ineguali di cui una possiede i 2/5 dei protoni e l’altra i 3/5, +/- 1 o 2 neutroni di troppo che vengono espulsi generando radioattività.

Il nucleo atomico, in pratica, sembra non avere una costituzione omogenea nel senso che i nucleoni costituirebbero pacchetti di particelle fra loro legati insieme da debole energia, cosicchè la rottura del nucleo avverrebbe lungo un piano di clivaggio preferenziale (zona di minore resistenza) e a volte, quindi, in modo non simmetrico.

Dalle osservazioni sperimentali i pacchetti di nucleoni sembrerebbero costituiti per lo più da particelle a (nuclei di He). Se consideriamo ad esempio la trasmutazione

la ripartizione dei nucleoni avverrebbe secondo le seguenti modalità: 

Per inciso Kervran fa notare di non avere mai osservato una rottura di nucleo in più di due parti, determinate a loro volta esclusivamente da quelle che sono le configurazioni energeticamente più stabili e quindi più probabili a realizzarsi.

E' importante notare che mentre nel caso della radioattività naturale ciò avviene con emissione di particelle (radiazione), in una trasmutazione a debole energia si parte da un nuclide stabile e si giunge a due nuclidi altrettanto stabili, cioè senza emissione di radioattività.

Ovunque c'è vita, quindi lì avvengono trasmutazioni e se pensiamo che la vita, in particolare nella sua forma batterica, permea di sé ogni oggetto animato e inanimato, ecco che emergono spunti di immenso interesse per una più chiara interpretazione di fenomeni che in apparenza non dovrebbero avere nulla a che fare con essa.

Ad esempio, fra i complessi studi che Kervran ha dedicato alla geologia e al mondo inorganico, troviamo una risposta in questo senso al problema del progressivo sgretolamento di molti dei nostri più bei monumenti. Negli strati più superficiali di essi molti studiosi hanno riscontrato un aumento del calcio ed una corrispondente diminuzione del silicio. Kervran, dopo verifiche minuziose di questo processo, lo ha spiegato brillantemente con la trasmutazione

che avviene normalmente nel mondo biologico.

Nelle zone più deteriorate dei monumenti studiati, oltre ad un aumento di solfato di calcio, diversi autori hanno riscontrato la presenza di numerosi ceppi di streptomiceti. Questo micro-organismi opererebbero la trasmutazione sopra descritta traendo il carbonio probabilmente dal CO2 atmosferico, visto che tutto il processo avviene solo negli strati più superficiali.

Ma vediamo più da vicino il problema dal punto di vista biologico.

Già dal 1600 un chimico di nome Jan Baptista Helmont aveva notato come un salice da lui piantato in un vaso di argilla contenente 90 chili di terra, fosse cresciuto di 75 chili dopo 5 anni, restando costante il peso della terra e avendolo "nutrito" solo con acqua distillata o piovana.

Ma ancora, il 19 gennaio 1799, il chimico Louis-Nicolas Vauquelin pubblicò i risultati di una ricerca da lui compiuta e di recente ripetuta e confermata da Kervran, dalla quale risultava che una gallina alimentata con avena a contenuto noto di calcio, rende, con uova e feci, una quantità di questo elemento quattro volte superiore a quella ingerita!

Sempre nel '700 William Prout "scoperse che quando nascono i pulcini, essi contengono quattro volte più calce di quella presente in origine nell'uovo e che, inoltre, il contenuto di calce nel guscio non è cambiato" (Tompkins e Bird, 1973).

Kervran ha poi valutato la possibilità che tale calcio in eccesso fosse mobilizzato dalle ossa. Lo scheletro della gallina contiene circa 25 gr. di Ca, 5 gr. del quale (20%) rappresentano la quota massima mobilizzabile. In un uovo vi sono circa 2 gr. di calcio e infatti, dopo 3 giorni di dieta acalcica, la gallina depone uova con guscio morbido. L'incredibile è che la somministrazione di potassio con l'alimentazione fa deporre di nuovo alla gallina uova normali! Ossia avviene: 

che rappresenta una delle tre vie attraverso le quali in natura è possibile giungere al calcio. Le altre due sono dal magnesio e dal silicio:

Una normale fonte di potassio per la gallina può essere per esempio la mica (doppio silicato di Al e K) presente nel terreno, il cui silicio va inoltre ad accumularsi nella membrana sottostante al guscio dell'uovo costituendo un'altra via di formazione del calcio all'interno dello stesso guscio.

La trasmutazione Si-Ca è molto diffusa in natura anche nelle piante. Ad esempio, è noto che un terreno coltivato a erbetta verde necessita di molto calcio; quando ne è impoverito compaiono le margherite che, trasmutando in silicio il calcio, ne arricchiscono enormemente il terreno una volta sfiorite. Ecco un bell'esempio di come, col tempo, il terreno possa ricostruirsi da solo senza bisogno di concimi chimici che, inserendosi in modo anomalo nella dinamica di questi processi, finiscono per causare gravi danni piuttosto che benefici.

Su queste basi è inoltre comprensibile l'effetto remineralizzante e ricalcificante osseo di alimenti ricchi di silicio come il miglio e il frumento (65/68%) e ricchi di magnesio come il grano saraceno. Non è un caso, infatti, che da sempre in medicina popolare si usi l'equiseto (Equiseturn arvensis) sotto forma di decotto, carbone vegetale o altre preparazioni come ricalcificante nelle fratture, osteoporosi e casi analoghi. Un'analisi delle ceneri della pianta rivela la presenza del 70.64% di silicio! (Leclerc).

Nella formazione del calcio, il magnesio non è certo meno importante del potassio e del silicio, anche perché è implicato nella formazione di fosforo e quindi di fosfato di calcio. Un bilancio positivo di Mg corrisponde sempre ad un bilancio positivo di Ca e P, viceversa un bilancio negativo.

Kervran ha rilevato che non è mai ottenibile fosfato di calcio in assenza di fluoro, e che le trasmutazioni implicate in questo processo sono:

Se si considerano inoltre i rapporti fra questi elementi e la vitamina D, il paratormone, la calcitonina e tutti gli altri ormoni, ci si rende conto come una rilettura del metabolismo calcio-fosforo in questa chiave potrebbe farcelo apparire molto diverso da come ora è considerato.

Analogamente andrebbe ridiscusso, oltre che l'attendibilità, lo stesso significato di tanti tests eseguiti a scopo diagnostico come il carico di calcio (inorganico!) somministrato in corso di test di Pak per lo studio del metabolismo Ca-P nei pazienti affetti da calcolosi renale. E' legittimo infatti pensare che l’eziopatogenesi della calcolosi nelle sue varie forme, vista in questa luce, abbia a che fare non tanto con l'ingestione del calcio in quanto tale (o perlomeno non solo), ma con meccanismi ben più complessi. Basti pensare allo stretto legame che si riscontra fra calcolosi a stampo di triplo di fosfato ammonio-magnesiaco e infezione urinaria sostenuta sempre e solo da batteri ureolitici come Proteus, Escherichia Coli, Pseudomonas.

Sempre sotto questa luce e facendo riferimento al le ultime trasmutazioni descritte, è da considerare il problema della carie dentaria e del significato della sua profilassi con fluoro, peraltro di discussa innocuità nei confronti dell'intero organismo.

La soluzione del problema potrebbe stare non tanto nella presenza di certi batteri, quanto nell'assenza di quello o di quei ceppi in grado di operare la trasmutazione

che fornisce un elemento indispensabile alla produzione del fosfato di calcio.

Ritornando alla trasmutazione Mg + O = Ca, invece, ci rendiamo più facilmente conto del meccanismo di formazione della corazza di aragoste e granchi, della costituzione del corallo, dolomitico internamente e calcareo in superficie grazie all'apporto di ossigeno della stessa acqua di mare, e del perché la tetania ipocalcemica cede al magnesio piuttosto che al calcio.

E' utile ricordare, ai fini pratici, che il magnesio può essere somministrato come cloruro o come solfato di Mg.

Da tutte queste considerazioni emerge quindi l'indicazione alla somministrazione di potassio, silicio e magnesio ogniqualvolta necessiti aumentare il calcio nell'organismo. Assumere direttamente questo elemento, invece, molte volte porta ad una sua deposizione anomala nei diversi parenchimi con insorgenza di calcificazioni patologiche nei vari organi e nelle arterie, portando rapidamente all'irreversibilità le lesioni arteriosclerotiche.

Già da quanto detto emerge chiaramente quale sostanziale differenza esista fra le usuali reazioni chimiche e le trasmutazioni a debole energia. Mentre le prime coinvolgono solo gli elettroni dei rispettivi atomi che prendono parte alla reazione (elettroniche), le secondo interessano direttamente i nuclei atomici (nucleari).

A pensarci bene, questa è anche la differenza sostanziale che esiste fra la chimica classica e l'alchimia, ritenuta in genere una scienza di interesse solo storico, madre degenere della chimica moderna.

Kervran ha invece dimostrato la realtà e la normale diffusione naturale di questi processi.

Ne risulta così un'immagine nuova e di sconcertante dinamicità della materia vivente e non vivente. Un bell'esempio di questo fatto ci viene dagli studi di Kervran circa l'avvelenamento da ossido di Carbonio (CO) nei lavoratori a stretto contatto con stufe in ghisa, lastre metalliche arroventate o saldatori, senza che nell'aria inspirata si fosse mai trovata traccia di CO.

Già negli anni dal 1935 al 1939 Kervran era stato attirato dal problema, già denunciato dalle massime autorità in medicina del lavoro un po' in tutti i paesi del mondo, senza che si fosse trovata un'interpretazione soddisfacente del fenomeno. Le sue ricerche lo portarono a formulare un'ipotesi tanto plausibile e coerente coi dati osservati, che nessuno finora è riuscito a smentire: l'azoto atmosferico (N 2) , attivato dall'intenso calore (già a pochi metri da una lastra incandescente l'avvelenamento non si verifica) si trasmuta in CO secondo la scrittura:

E' importante osservare che l'azoto atmosferico non si trova mai allo stato atomico (N) ma sempre e solo allo stato molecolare (N 2) , energeticamente più stabile, e che N 2 e CO hanno la stessa massa atomica (differenze compaiono solo alla quarta cifra decimale).

Secondo la già discussa concezione di Kervran del nucleo atomico, il nucleo del C sarebbe costituito da 3 elioni (nuclei di Elio o particelle a) e quello dell'O da 4 elioni per un totale di 7 elioni che costituiscono, a loro volta, il nucleo dell'azoto molecolare (N2).

La ragione dell'inesistenza di azoto atomico (N) starebbe nell'impossibilità di una divisione della molecola di CO in due parti uguali.

In altre parole N 2 e CO sarebbero due diversi arrangiamenti di un'unica configurazione nucleare. La distanza fra i nuclei di azoto in N 2 è di 1. 12 Armstrong, mentre quella fra C e O è di 1.09 Armstrong, ossia CO è una molecola più compatta e quindi più energetica.

Questo apporto di energia sarebbe fornito, nel caso dell'intossicazione da CO, dall'irraggiamento che sì verifica in stretta prossimità della lastra o della stufa incandescente.

Inoltre, secondo gli studi di Kervran, in natura avverrebbe anche normalmente:

come per la formazione del silicio nei gambi dei cereali e della silice che riveste la membrana delle Diatomee. Tra l'altro questa trasmutazione è stata verificata nel 1959 in Canada mediante un acceleratore dì particelle. Questo potrebbe anche dare una risposta al problema dell'origine del silicio nella primitiva atmosfera terrestre, ricchissima di NH3 , e quindi delle più antiche rocce silicee che hanno costituito il manto solido del nostro pianeta. Con successive trasmutazioni del tipo: 

potrebbe poi spiegarsi l'origine dei metalli.

Gli studi di Kervran su problemi di geologia sono peraltro estremamente numerosi e confermati dagli stessi geologi in molti casi come unica ipotesi plausibile per spiegare molti fenomeni naturali rimasti per lungo tempo oscuri nei loro più intimi meccanismi di realizzazione.

I diversi modi di arrangiamento della configurazione nucleare che sta alla base delle molecole di azoto, ossido di carbonio e silicio sono stati verificati da Kervran per tutti gli isotopi stabili dei rispettivi atomi di 

...carbonio

Invece,   non è possibile perchè darebbe un'inesistente numero di massa 31 per l'azoto e per il silicio. Infatti il massimo a cui si può giungere in natura è   con numero di massa 30.

In campo medico quindi andrà ridiscussa la biochimica e la fisiopatologia di molti processi morbosi nonché le loro stesse possibilità terapeutiche.

Il problema della silicosi, ad esempio, potrebbe essere dovuto a trasmutazione: 

 

Dopotutto la silice appena respirata è radiotrasparente, mentre l'immagine radiopaca caratteristica dei noduli miliarici compare anche 10 o 15 anni dopo.

Così andrebbe ridiscusso tutto il problema del bilancio azotato nell'organismo umano e del rapporto fra azoto e carboidrati. L'azoto ingerito risulta infatti essere sempre maggiore di quello emesso.

Questo dato è stato verificato sperimentalmente da Kervran non solo nel ratto e nel cane, ma anche nell'uorno.

Nei lavoratori ai pozzi petroliferi nel Sahara, studiati per sei mesi, Kervran aveva notato un bilancio positivo di azoto di 9 gr. al giorno che aumentava a 13.7 gr. nel mese di luglio quando, col caldo particolarmente intenso, si mangia meno occorrendo meno calorie per soddisfare le esigenze del metabolismo.

In queste condizioni meno azoto viene eliminato perché parte di esso è trasformato in carboidrati. Esiste infatti nell'organismo la possibilità di produzione endogena di azoto che è tanto più piccola quanto maggiore ne è l'ingestione. In altre parole tanto più azoto alimentare è disponibile per venire trasformato in carboidrati, tanto meno si rende necessaria una sua produzione endogena.

Lo stesso accade se l'introito di azoto è nullo e aumenta invece l'assunzione di carboidrati.

Nel rammentare uno dei suoi esperimenti Kervran scrive:

“un uomo completamente a digiuno elimina un totale di 12 gr al giorno di nitrogeno, di cui da 115 fino a 1/10 viene eliminato attraverso le feci. Quando viene nutrito di zucchero, la secrezione di nitrogeno si riduce a non più di 6.3 gr per giorno. Il corpo non deve mettere da parte carboidrati dalle riserve dei tessuti".

Inversamente un organismo nutrito con alimenti che contengono niente zuccheri e solo piccole quantità di azoto, ne produce molto quale fonte degli indispensabili carboidrati.

Un altro elegante esempio di questo processo lo troviamo nel regno vegetale, a riprova del fatto che i meccanismi elementari della vita sono sempre i medesimi perché, evidentemente, consentono il massimo rendimento con la minor spesa: "rami completi delle loro foglie vengono rimossi da una pianta e posti in una buia, controllata atmosfera. Il nitrogeno, misurato all'inizio dell'esperimento, è di 13.64 mg di nitrogeno organico. Dopo 10 giorni le foglie sono completamente morte e il nitrogeno organico si è trasformato in nitrogeno inorganico (NH.) nella quantità di 22.8 mg. Da dove è venuto? La risposta, benché sino ad ora ignorata, è chiara: c'è stata una diminuzione, coincidentalmente, di 82 mg del carbonio presente. Sembrerebbe che il carbonio sì fosse trasmutato in nitrogeno! (Incidentalmente, questo sembra spiegare come i carboidrati nella paglia del letame si trasmutino in ammoniaca)".

In pratica sembra che in natura ove viene generato azoto, li scompare il carbonio e ove l'azoto scompare, compaiono i carboidrati. Tutto questo ci porta per esempio a riflettere su quanto accade a livello epato-intestinale nei pazienti con insufficienza epatica grave e a trarne ulteriori e più precise indicazioni circa l'alimentazione più corretta e le terapie più idonee. Che in questa situazione un apporto di carboidrati sia sicuramente utile e auspicabile, è infatti un dato noto da tempo che contribuisce a controllare gli effetti della intossicazione ammoniacale più o meno sempre presente.

Nel 1959 Kervran fu incaricato ufficialmente dal governo francese di riesaminare i sorprendenti e non spiegabili risultati di un'indagine compiuta da un'équipe di 10 medici militari sui lavoratori dei pozzi petroliferi del Sahara. I dati di maggior interesse erano quelli di un aumento dell'escrezione di potassio col sudore in corrispondenza di un'aumentata introduzione di sodio col cibo (addirittura con assunzione di compresse di sale!). Rispetto al Na eliminato col sudore si osservava un aumento dell'80% del Cl e del 100% del K.

Nonostante il lavoro si svolgesse sotto il sole di quella latitudine, per di più su una piattaforma metallica in piena estate, e la temperatura all'ombra superasse quella corporea, nessun lavoratore accusava la minima prostrazione da calore.

La risposta a questo apparente paradosso sta nella trasmutazione operata dall'organismo:

endotermica (che richiede calore) e che si verifica a temperature superiori ai 30 gradi. Questo risulterebbe essere uno dei più efficienti meccanismi di resistenza al calore e di termoregolazione messi in atto dall'organismo. Al contrario sembra che il Mg aumenti la resistenza al freddo. In cifre ogni lavoratore trasmutava ogni giorno 0.45 gr di Na e 0.31 gr di 0 in 0.76 gr di K.

Identici valori sono stati ottenuti sempre nel 1959 in uno studio compiuto dalla Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio su lavoratori addetti ad altoforni.

Kervran ha inoltre calcolato in 4 eV (elettronvolts) l'energia necessaria per la suddetta trasmutazione, cioè 3500 volte maggiore di quella richiesta nella reazione chimica di fusione, e che potrebbe essere fornita dalle radiazioni U‑V di lunghezza d'onda di 3000A.

Senza dilungarci oltre in questa panoramica è interessante tuttavia ricordare che è stato osservato un ruolo diretto di controllo di queste trasmutazioni da parte degli ormoni corticosurrenalici. Gli stessi morbi di Addison e Cushing andrebbero probabilmente ristudiati da questo punto di vista anche per le eventuali nuove prospettive terapeutiche che ne potrebbero derivare.

La stessa pompa Sodio/Potassio (Na/K), così fondamentale nell'assicurare il corretto potenziale di membrana di qualsiasi cellula, va reinterpretata in chiave di trasmutazione del sodio in potassio a livello delle stesse membrane cellulari. In breve si è osservato che:

1        l'aumento extracellulare del sodio inibisce la permeabilità della membrana al potassio con blocco della pompa ben prima che possano venir raggiunte le concentrazioni osservate nella realtà;

2        l'aumento intracellulare di Potassio (K) corrisponde a una diminuzione di Na e O;

3        l'anossia blocca il fenomeno.

Anche qui va chiarito il ruolo del cortisolo e dell'aldosterone, perché il mantenimento dei corretti potenziali di membrana è essenziale per mantenere quel gradiente elettrico fra cellule parenchimali, interstizio e sangue che garantisce il continuo flusso di energia e il corretto interscambio dei metaboliti. Se questo gradiente tende a zero, lo spostamento dei metaboliti viene determinato sempre meno da forze di tipo elettrico, o meglio elettromagnetico, e sempre più di tipo osmotico, slittando, appunto, verso un equilibrio osmotico.

In natura, inoltre, il sodio non è legato strettamente solo al potassio, ma anche al magnesio secondo la trasmutazione:

In geologia, ad esempio, è noto che tanto più un giacimento è antico, tanto meno sodio e più potassio e magnesio contiene. Lo stesso accade in tratti di mare esclusi, e il tutto sempre ad opera di micro-organismi.

La minuziosa e non preconcetta osservazione degli eventi naturali è sempre stata la fonte ispiratrice più feconda per Kervran. E' infatti osservando l'abbondante formazione di salnitro (nitrato di potassio) su un muro della sua casa al mare, verniciato a calce, che ha ipotizzato prima e verificato poi la trasmutazione del calcio in potassio con liberazione di idrogeno:

Non solo, quindi, come più sopra abbiamo visto, dal potassio si può ottenere calcio, ma anche l'inverso. E questo avviene in natura anche per il magnesio nella sintesi della clorofilla:

Infatti, un ettaro di terreno, che contiene in media 30 ~ 120 kg di Mg, si esaurirebbe in soli due anni se non avvenisse questa trasmutazione.

Il fatto straordinario poi è che si ritiene che siano solo le piante a rifornire di ossigeno l'aria che respiriamo, ma dall'ultima trasmutazione scritta appare chiaro che di pari passo alla sintesi della clorofilla si libera ossigeno direttamente dal terreno ad opera dei batteri. Il calcio poi si ricostruisce per altre vie come la già mostrata trasmutazione del silicio.

Tutta la Terra è quindi un immenso polmone ed è facile rendersi conto di come i danni prodotti da un'agricoltura basata sulla filosofia dello sfruttamento delle risorse naturali (così del resto come tutto il nostro sistema economico!) arrechi danni che vanno ben al di là di quanto possiamo prevedere con la nostra scarsa conoscenza dei sistemi viventi.

Dagli studi finora compiuti da Kervran sembra che le trasmutazioni avvengano sempre per spostamento in più o in meno di un nucleo di idrogeno, carbonio o ossigeno e secondo certe modalità che tuttavia non appaiono troppo rigide.

Ad esempio è più facile, statisticamente parlando, passare da un elemento con numero atomico (Z) dispari a quello con Z pari che lo segue (come da , 11Na a 12Mg) piuttosto che a quello che lo precede (come da 11Na a i 10Ne).

Così. come non si è mai osservata alcuna trasmutazione che implichi +O che dia un elemento con Z superiore a 20 (20Ca).

La più frequente nel mondo animale è: 

Kervran ipotizza quindi che oltre Z = 20 la struttura del nucleo atomico cambi. Infatti oltre il calcio, che ha 20 protoni e 20 neutroni, oltre Z = 20 troviamo solo elementi rari, in biologia, gli oligoelementi, dei quali il più abbondante è il ferro (56/26Fe). 

Tuttavia anche qui sembrano valide le regole enunciate prima. Si osserva infatti

Trasmutazioni di questo tipo, in cui è implicata l'acquisizione o la cessione di una particella (x da parte del nucleo di un atomo, se ne sono osservate molte e confermerebbero il modello di nucleo proposto da Kervran che abbiamo discusso all'inizio.

Nell'esempio precedente si può ipotizzare il nucleo del Fe come composto da 13u. di cui uno, dispari, in posizione sterica più instabile e quindi più facilmente cedibile.

Sempre riguardo al ferro, in biologia è da tempo noto il suo stretto legame col rame (%Cu) che tuttavia rimane per molti aspetti oscuro e richiederebbe ulteriori studi in questa prospettiva.

"Per il momento ‑ osserva Kervran ‑ non è possibile dire se il passaggio dal ferro al rame avviene per movimento di un 'blocco' = Li oppure per l'apporto di 3 protoni ceduti al ferro dal gruppo metile, situato all'estremità della catena enzimatica... lo steso avverrebbe per il passaggio da 50 Sn a 53 I,

Se veniamo ora a considerare il problema della sede in cui queste trasmutazioni si verificherebbero più facilmente, l'attenzione cade inevitabilmente sulle membrane cellulari.

Già nel 1941 Albert Szent-Gyórgyi, premio Nobel 1937, aveva posto l'accento sulle proprietà semiconduttrici delle proteine, confermate in seguito anche in numerose altre molecole organiche fra cui gli stessi acidi nucleici (DNA e RNA), composti aromatici ed eterociclici, betacarotene, ecc...

"L'organismo ( disse ) è attraversato da un flusso invisibile, le cui particelle, gli elettroni, ecc., portano in se l'energia, la carica, l’informazione e hanno la funzione di carburante di tutti i processi vitali".

E' su queste basi che, con successivi studi, alcuni biofisici hanno addirittura postulato nelle membrane l'esistenza di materia allo stato di plasma, cioè gas ionizzato in cui nuotano liberamente elettroni, protoni, neutroni e altre particelle. Questo quarto stato della materia (oltre al solido, liquido e gassoso che tutti conosciamo) lo si incontra normalmente nel nucleo delle stelle a temperature di milioni di gradi, ma gli studiosi di elettronica dello stato solido hanno riscontrato un gas di elettroni anche nei semiconduttori a temperatura ambiente e quindi anche nelle sostanze organiche dotate di tali proprietà.

Che le membrane cellulari abbiano caratteristiche energetiche molto peculiari emerge anche dagli studi elettronografici (una recente evoluzione rumena del metodo Kirlian) di Dimitrescu e Herivan (fenomeno dovuto a emissione fredda di elettroni) a livello della membrana cellulare e delle membrane di tutti gli organuli cellulari metabolicamente più attivi come i mitocondri, il nucleo, il reticolo endoplasmatico e il centrosoma.

Almeno due sono le trasmutazioni verificate a livello di membrana:

che spiega in modo più soddisfacente la pompa del sodio, e la trasmutazione: che avviene attraverso la membrana dei globuli rossi.

Altre sedi particolarmente importanti per l'ampio sviluppo di membrane che ne caratterizza la struttura, sono i mitocondri.

Lehninger, nel 1966, aveva notato che la scomparsa intramitocondriale di calcio è accompagnata dall'emissione di un protone e dalla corrispondente comparsa di potassio proprio come descritto dalla trasmutazione:

Nello stesso anno infatti Hagiwara ha messo in evidenza come la contrattilità della fibra muscolare non è tanto in relazione alla concentrazione del calcio quanto a quella del potassio.

Lo stesso Kervran, del resto, in accordo coi dati di Lehninger, ha mostrato come calcio e magnesio siano legati da una correlazione inversa mediante la trasmutazione:

che avviene proprio nei mitocondri grazie all'intervento dell'enzima magnesio-adenosin-trifosfatasi (Mg++ - ATPasi).

Questo può inoltre fornire una soddisfacente spiegazione di come il magnesio sia perfettamente in grado di correggere i sintomi della tetania ipocalcemica. Del resto è un dato acquisito che i pazienti con insufficienza renale grave non vanno incontro a tetania ipocalcemica, nonostante i bassi valori di calcemia sempre presenti, proprio grazie alla natura1e~ipermagnesiemìa che caratterizza questa situazione.

Dopo quanto esposto, abbiamo ragione di credere che stia qui anche la spiegazione dell'intimo meccanismo patogenetico della spasmofilia, sindrome polimorfa (piuttosto che malattia) di cui molto si parla. Gli studi più recenti indicano in una non meglio precisata diminuzione del calcio intracitoplasmatico la causa della ipereccitabilità neuromuscolare.

Già nel 1962 Vasington e Murphy avevano messo in evidenza che la maggior parte del Ca intracitoplasmatico (in realtà circa il 97%) era localizzato nei mitocondri (2.5 micromoli/mg di proteine).

 

Mentre il tasso di calcio e di magnesio è per lo più normale in questi pazienti, incostanti modificazioni si ritrovavano nella calciuria delle 24 ore (alta nel 30% dei casi), nella fosforemia (bassa nel 30%) e nel magnesio eritrocitario (basso nel 30% dei casi). Nonostante i valori plasmatici di paratormone siano per lo più normali e quelli di calcitonina e 250H-colecalciferolo non significativamente bassi in alcuni casi, è tuttavia molto probabile che queste sostanze e altri ormoni abbiano un ruolo di fondamentale importanza in questi complessi meccanismi. Si è osservato infatti che terapie cortísoniche e situazioni come gravidanza e pubertà possono scatenare la sintomatologia.

Considerata poi la comprovata utilità della vitamina D e dei sali di Mg, P e Ca nel migliorare i sintomi, è molto probabile che il problema consista in una alterazione dei meccanismi preposti a trasmutazioni come:

incluso il ruolo, in quest'ultima, dell'enzima Mg++ATPasi e degli stessi ormoni.

Non dimentichiamoci del resto che i sintomi della spasmofilia sono quasi sempre innescati da situazioni di stress psicoemotivo e di conflitto esistenziale, facendo così intravedere la possibile via attraverso la quale fattori psichici, mediante la via di amplificazione ipotalamo-ipofisi-sistema neuroendocrino, possono pilotare le più fini attività enzimatiche cellulari preposte, tra l'altro, alle molteplici reazioni di trasmutazione che consentono un annonico svolgersi dei processi vitali.

Le più frequenti dimostrate da Kervran nel mondo biologico possono essere così sinteticamente rappresentate:

                             

Lasciando alla lettura dei testi di Kervran un maggiore approfondimento di questi temi, abbiamo voluto tuttavia sollecitare con questa breve sintesi, l'interesse per una problematica che le scienze biologiche e mediche in prima istanza, ma anche le geologiche e ambientali non possono più ignorare.

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