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Carne Mangia Carne?
by DANI
Il tema del
vegetarianesimo è uno dei temi più discussi negli ultimi anni. Sempre più
gente sembra orientata a diffidare della purezza della carne animale, o a
rifiutarla per motivi ideologici, o per rispetto per gli animali, o per altri
motivi.
Ma quanto
conviene non mangiare carne? E' veramente così terribile per la salute? No, non
è terribile. Anzi, a molta gente serve mangiare carne. Perché? Perché simile
attira simile, e finché si hanno in sé pensieri di distruzione estrema, di
abuso, di violenza e di morte allora è necessario mangiare carne. E' necessario
mangiarla perché altrimenti non si possono trascendere quei pensieri. Perché?
Perché la realtà è fatta di pensieri. Ed anche la forma quindi è fatta di
pensieri. E molta gente ha ancora dentro di sé tali pensieri negativi, e quindi
ha molta voglia di carne.
Se non si dà
alla forma ciò di cui ha bisogno data la sua composizione di pensieri
momentanea, allora la forma non può essere in salute. Solo nel momento in cui
si trascendono tutti i pensieri che attirano la carne come cibo nella propria
realtà, allora in quel momento la propria forma non avrà alcun più desiderio
di carne. Ed oltretutto, fino a quel momento la propria forma non sarà pronta
per una dieta vegetariana. Quindi se si cerca di forzare la propria evoluzione
adottando una dieta vegetariana quando la propria forma richiede ancora carne
(cioè si ha voglia di mangiare carne), non si fa altro che autodanneggiarsi.
Mangiare carne
quindi è necessario fino ad una certa fase dell'evoluzione. E quando non sarà
più necessaria, il corpo ve lo farà capire, poiché non avrà più voglia di
carne. La parte non semplice sta nel riuscire a percepire ciò che il corpo
richiede. Spesso i pensieri inviati dai media e da altre parti influenzano molto
il proprio pensiero.
Per ascoltare il
proprio corpo, è sufficiente allontanare tutti i pensieri che interferiscono
nella comunicazione tra mente e corpo e sentire quello di cui si ha voglia. Le
"voglie" rappresentano di solito ciò che il corpo desidera in quel
momento, e cioè ciò di cui ha bisogno. E' importante quindi ascoltare il
proprio corpo riguardo la propria alimentazione. E comprendere che una dieta
vegetariana forzata può essere solo dannosa alla forma se non è pronta a
sostenerla.
La dieta
vegetariana comporta solitamente l'esclusione dalla propria dieta di carne
animale (ed anche umana, per i cannibali!) e pesce. Di solito si chiama vegana
la dieta che esclude anche uova, latte e derivati. Che dire di questi ultimi?
Mi sembra chiaro
che nel prelevare il latte dalla mucca o da altro animale non ci sia
distruzione. Vi è solamente l'appropriazione impropria di un qualcosa che non
è proprio. E di certo la mucca non offre il latte, perché se lo offrisse
spontaneamente allora lo farebbe da sola senza che qualcuno debba mungerla!
Quindi anche qui vi è dietro un pensiero da trascendere, ed è quello della
appropriazione impropria di una proprietà altrui. Cioè senza che quell'altro
lo offra spontaneamente, si prende qualcosa di suo personale.
Qui bisogna
distinguere tra possesso e proprietà. Per possesso intendo un oggetto che non
fa parte dell'essere stesso, ma è un qualcosa che è "nelle proprie
mani". Per proprietà invece intendo ciò che costituisce l'essere stesso.
Ad esempio, io posseggo un orologio ma sono proprietario del mio braccio e del
mio sangue. Quindi, data questa distinzione, c'è differenza se mi approprio di
una proprietà o di un possesso altrui. Nel caso della mucca, il latte è sua
proprietà. E si danneggia la forma stessa. Nel caso invece di un oggetto la
situazione è diversa. Perché? Perché posso ridarglielo. Posso cioè
ribilanciare dare ed avere. Ad esempio, prendo una penna perché mi serve dalla
scrivania del mio collega e poi la ripongo dov'era. E quando torna gli dico che
l'ho utilizzata. Glielo dico per correttezza. E ribilancio il prestito a livello
energetico, attraverso un semplice "grazie".
Non posso forse
ringraziare la mucca o altro animale per la carne o il latte che mi dona e
quindi ribilanciare a livello energetico dare ed avere? No. Perché? Perché la
benedizione o ringraziamento vale come bilanciamento automatico a livello
energetico solo se vi sono pensieri puri in gioco. Negli altri casi, non vale.
Bisogna vivere i propri pensieri negativi, viverli e trascenderli.
Sarebbe come
uccidere una persona, chiederle scusa e quindi cavarsela così. O, come fa la
chiesa cattolica attraverso la confessione, confessarsi a qualcuno per ciò che
si ha fatto, recitare due preghiere e tutto è a posto. Se così fosse, dove sta
l'evoluzione? Se mi si perdona sempre tutto e non sperimento mai le
conseguenze delle mie azioni (cioè di ciò che penso), che senso avrebbero
l'evoluzione e l'apprendimento?
Quando penso
qualcosa, che sia frutto di mio ragionamento o di manipolazione, tendo poi a
manifestarlo nella realtà. Ma come faccio a capire che sbaglio se mi si perdona
sempre tutto? Cioè se non mi si fa capire che sbaglio? Sperimentare la
conseguenza delle proprie azioni significa comprendere perché una cosa è
sbagliata o meno. Se si ha dentro il pensiero di uccidere un altro essere,
allora attireremo persone che hanno dentro questo stesso pensiero, e che quindi
tenderanno ad uccidere noi stessi! Capite quindi come il pensiero che si ha
dentro attiri le proprie esperienze?
Il
ringraziamento è una sorta di benedizione. Ringraziando una persona, la si grazia, cioè la si benedice.
Ed in questo modo, si riequilibrano le energie tra dare ed avere, senza dover
contraccambiare a livello fisico. Questo metodo di riequilibrio attraverso la
benedizione è necessario per mantenere tutto in equilibrio, dato che altrimenti
sarebbe molto difficile mantenere il tutto in equilibrio a livello fisico.
Quando non si può, si ringrazia, e quindi si benedice l'altro e si bilancia il
tutto. Semplice, no? Per questo da sempre sin da bambini si insegna ai piccoli a
ringraziare sempre. Perché in realtà è una forma di benedizione, cioè di
ringraziamento.
Quindi, se si
utilizza un possesso altrui senza chiedere il permesso, o perché ci si
dimentica o perché non è fisicamente possibile, si può ribilanciare
tranquillamente tutto anche a posteriori se lo si ringrazia. Questo tipo di
appropriazione non è negativo, fa parte della vita quotidiana. E non è
necessario trascendere alcun pensiero particolare, perché non è un
atteggiamento da eliminare. Fa parte della vita. E si possono ribilanciare le
energie senza problemi.
Quindi è
normale che, una volta trascesi i pensieri di appropriazione di una proprietà
altrui, allora anche il desiderio del latte e dei suoi derivati verrà meno.
Semplicemente perché la forma non avrà più in sé tali pensieri e quindi non
avrà più bisogno di latte e derivati per rimanere in salute.
Che dire invece
delle uova? Nel caso delle uova, vi è distruzione. Perché si mangia comunque
un essere vivente. Si mangia in sostanza un essere in crescita non ancora
completamente formato. E' come mangiare un feto umano. E quindi? Anche qui lo
stesso discorso della carne. Una volta trasceso il pensiero della distruzione di
un altro essere in crescita allora il corpo non avrà più alcun desiderio né
bisogno di mangiare uova.
Quindi cosa si
mangia quando si trascendono tutti questi pensieri? Si mangia ciò che viene
offerto dall'ambiente in cui viviamo. E le uniche cose che sono esplicitamente
offerte sono frutta, verdura e cereali. Questo è tutto ciò che offre la Terra,
che è la nostra casa ed il nostro giardino. E che dobbiamo quindi curare con
tutto il nostro amore.
Con tale cibo
offerto dalla Terra e dalla natura stessa per nutrirci, abbiamo tutto ciò di
cui il nostro corpo necessita. E con questo cibo, si posso creare un'infinita di
pietanze prelibate! L'unico limite può essere solo la creatività umana.
Si arriverà mai
un giorno a vivere d'aria? Potenzialmente sì, ma è difficile che ciò avverrà
mai. Perché mangiare è un piacere. Ed è anche un modo per le persone e le
altre specie di ritrovarsi, stare vicini e vivere in comunità. E dato che
frutta, verdura e cereali sono semplici forme fisiche che sono state create
proprio per nutrire forme più complesse, non vi è alcun pensiero distruttivo
legato al mangiare tale cibo.
Anche il fare
esperienza di essere mangiati da forme più complesse è comunque un'esperienza
che insegna, se viene fatta spontaneamente e con amore.
Frutta, verdura e cereali sono forme che, pur non avendo una mente sviluppata,
hanno un corpo emotivo molto sviluppato. Percepiscono le energie di ciò che sta
attorno. La consapevolezza pura (Dio) creò tali forme fisiche per fare una
forte esperienza emotiva, concentrandosi cioè sulla ricezione di tutte le
energie che si percepiscono attraverso l'interazione con l'ambiente. Per questo
sono forme estremamente sensibili.
Perché si
fanno mangiare? Perché tali forme non sono altro che le forme che vengono prima
degli animali e degli uomini nella scala evolutiva.
E quindi si fanno mangiare da loro per cominciare a fare esperienza indiretta
di che cosa sia una forma più complessa. Allo stesso modo esse si nutrono
di vermi e terra. E di acqua. Gli elementi terra, acqua, fuoco e aria sono
forme di vita ancora più semplici. E così sempre più in basso fino ad
arrivare alle particelle elementari che sono la forma più semplice esistente.
Ora, se così
è, perché allora anche gli animali che, nella scala evolutiva vengono prima
dell'essere umano, non si lasciano mangiare per fare esperienza di una forma più
evoluta? Perché gli animali sono forme che furono create immortali, come
l'essere umano. E quindi non sono
create per morire. Quindi mangiarle significa incorporare in sé il pensiero
della distruzione e della morte. Le piante, invece, non furono create per
essere immortali. E quindi mangiarle non implica incorporare in sé
pensieri di morte e distruzione. Anzi, vi è una benedizione reciproca: si
ringraziano le piante per offrirsi come cibo, ed allo stesso modo le piante
ringraziano per offrire loro la possibilità di sperimentare forme più
complesse.
Tutto è
consapevolezza. Quindi mangiando qualcosa assorbiamo la sua consapevolezza.
E quindi tale consapevolezza può giovare dello sperimentare una forma più
complessa. Tali consapevolezze rimangono per sempre dentro di noi una volta
mangiate? No, vi rimangono fintantoché non le eliminiamo attraverso le feci e
l'urina corporei.
Questo vi dà
una visione completamente nuova delle feci e dell'urina, no? Le feci e l'urina
non dovrebbero scaricare tossine o cibo di scarto, ma soltanto quelle sostanze
che contengono la consapevolezza di ciò che si mangia.
E queste sostanze tornano alla
terra. E quindi la terra le ridona alle specie di piante mangiate che quindi,
reincorporando la consapevolezza entrata nelle forme animali ed umane, porta
nuova esperienza e comprensione. E così evolvono.