Cause dell’impotenza dell’uomo.

INDICE

Quali sono i meccanismi che rendono l’uomo impotente? Qui di seguito sono trattati i più importanti.

La paura

La paura è l’emozione che governa l’ego. La paura condiziona l’uomo in tutte le sue manifestazioni. Per sentirsi sicuro l’uomo si affida ad una serie di meccanismi aleatori quali: stato sociale, assicurazioni (sulla vita, sulla salute, sui furti, incidenti, ecc),. La paura spinge l’uomo a: lotta, difesa, aggressione, guerra, odio, ecc.

L’insicurezza è la mancanza di fiducia in se stessi e/o nel mondo.

I cristiani credono a un Dio onnipotente e tuttavia stipulano assicurazioni. Il che vuol dire: fidarsi di Dio è bene, ma l’assicurazione è meglio. Se ci fosse la fiducia di fondo in Dio e in noi, non ci sarebbe la paura.

Conseguenze della paura: ci aggrappiamo ai dogmi, ai giudizi, a un posto di lavoro, ad una certa persona, a sistemi di credenze. Questi legami ci bloccano nella nostra evoluzione. Siamo perennemente preoccupati e ci atteggiamo a vittime. Ciò blocca l’energia in noi e la capacità di pensare.

Dobbiamo sapere che se abbiamo paura non facciamo altro che attirare su di noi proprio quello che temiamo. Con la presa di coscienza della nostra natura divina immortale, gradualmente supereremo anche la paura della morte che per il nostro Essere spirituale non esiste.

Il peccato

Il peccato è estremamente utile per dominare gli uomini, per renderli dipendenti. Le religioni lo fanno molto abilmente da millenni. Si dice agli esseri umani: “Siete tutti peccatori”. E subito essi hanno la coscienza sporca e quindi sono facilmente manipolabili. Quando etichettiamo qualcuno come peccatore lo giudichiamo. Quindi facciamo esattamente ciò che Gesù Cristo ha respinto. E’ incomprensibile come tanti uomini si rendano di loro volontà impotenti dichiarandosi peccatori.

Il peccato è stato trattato ampiamente in precedenza.

Il vittimismo, la superstizione (Scaricare la propria responsabilità)

Il gioco della vittima è estremamente amato, perché è comodo. Chi può definirsi vittima, ha normalmente dalla sua la maggioranza degli uomini ed ottiene affetto e attenzione, forse persino ammirazione se sa sopportare con coraggio il suo duro destino di vittima. Ma essere vittima significa essere impotente. Raramente noi ammettiamo la nostra responsabilità per ciò che ci accade. Quasi sempre dobbiamo trovare un colpevole.

Il giudizio (Introdursi negli affari degli altri)

Molti sentono la spinta irrefrenabile ad intromettersi negli affari degli altri, a dire cosa hanno sbagliato e che cosa dovrebbero fare. Noi sappiamo sempre cosa si deve fare, perché noi siamo i buoni. Questo comportamento avviene sia a livello del singolo, sia a livello politico che religioso. Intromettersi negli affari degli altri significa sempre anche giudicarli: e i giudizi creano sempre conflitti. Le persone che hanno conflitti interiori cercano sempre di risolvere i conflitti degli altri. Tuttavia anche gli altri la pensano così di noi. Si chiama ingerenza reciproca.

Non dovremmo mai giudicare i pensieri che riceviamo. Non dovremmo considerarli come positivi/negativi, buoni/cattivi, belli/brutti, ecc, ma semplicemente una pura e preziosa esperienza di vita.

Quando guardiamo altri esseri, vediamoli sempre come esseri divini che si esprimono nella materia. Se giudichiamo il loro comportamento come buono o cattivo, positivo o negativo, allora creiamo in noi stessi una percezione limitata; noi diventeremo tutto quello che percepiamo, perché questo pensiero viene registrato come sentimento nel nostro essere. In questo modo rendiamo vittima il nostro stesso Sé, perché siamo noi, non gli altri, a fare esperienza delle conseguenze del nostro giudizio. Il sentimento registrato nella nostra anima costituirà un precedente in base al quale continueremo a giudicare le nostre stesse azioni e il nostro stesso essere (...chi giudica il prossimo, giudica sé stesso).

Quando condanniamo qualcuno per qualcosa, condanniamo solo gli aspetti di noi stessi che vediamo in lui. Per questo è facile riconoscerli; per questo la nostra attenzione si fissa su quegli aspetti. L’altro essere è servito solo come specchio dei giudizi che allignano dentro di noi, è servito come strumento per comprendere i giudizi su noi stessi che mutuiamo dagli altri.

Purtroppo siamo portati continuamente a giudicare chiunque e qualunque situazione ; sappiamo che è difficile non giudicare, perché è l’essenza stessa dell’ego che porta al giudizio. Se ci convinciamo, prima in teoria, e poi anche in pratica, vedremo che il giudizio fa parte della dualità che soltanto confonde e allontana dall’unione, vedremo che tutto si frantumerà, tutti gli schemi salteranno.

Dio, nostro Padre, non giudica nessuno dei Suoi figli, perché altrimenti giudicherebbe Se Stesso. Egli ci ha dato la libertà assoluta di pensare e fare qualsiasi cosa, allo scopo di conoscere chi veramente siamo. Ma per conoscere chi noi siamo dobbiamo prima sperimentare chi non siamo.

Quello che abbiamo riconosciuto in noi, mediante l’analisi dei nostri sentimenti e delle forme-pensiero irrisolti (nostre debolezze), che si esprimono tramite le nostre emozioni, dovremmo dissolverlo per mezzo della Forza di disfacimento insita nell’Espiazione di cui si è trattato in precedenza. In questo ci può aiutare anche una respirazione cosciente. Ricordiamoci che portare rancore distrugge la nostra salute.

La ricerca del mondo esteriore (La proiezione)

Ci siamo abituati a cercare sempre fuori di noi l’aiuto che ci serve, le soluzioni dei problemi, le risposte alle nostre domande. Anche questo dimostra che evidentemente non abbiamo fiducia nel nostro potere e nella nostra saggezza. Che ancora una volta cediamo il nostro potere ad altri.

Andiamo da degli esperti naturalmente : da medici, psicologi, giuristi, astrologi, grafologi, veggenti, ecc. Essi dovrebbero pensare al nostro posto, dovrebbero risolvere i nostri problemi. E questa è una cosa pericolosa ; perché deleghiamo ad altri la nostra capacità di pensare. Gli altri sono tutto, noi non siamo nulla. Lo si vede bene anche nelle schiere di persone che vanno in pellegrinaggio, da guru o da santoni, nei santuari per chiedere grazia ed intercessione. Anche i cristiani ancora oggi aspettano colui che possa portare definitivamente la pace sulla terra : il Messia. E’ comodo. Non dobbiamo fare altro che aspettare. E per quanto ancora ? Nel frattempo ci ammazziamo a vicenda consolandoci del fatto che “il nuovo modo di pensare” non è ancora nato in noi perché lo Spirito di Dio non ci ha ancora visitati. Ma se la pace ed un nuovo modo di pensare possono arrivare all’umanità solamente attraverso lo Spirito di Dio, che cosa aspetta ancora Dio ? Pare che Dio se la prenda davvero comoda. O si tratta di altro ? Noi aspettiamo Dio, e Dio aspetta noi. E questo porta al blocco totale della situazione.

Dobbiamo essere noi a muoverci e non Dio, poiché Egli rispetta sempre il nostro libero arbitrio. Se si muovesse Lui, dove sarebbe la nostra libera volontà ? Si dice : “Aiutati che Dio ti aiuta”.

Le complicazioni (La complessità della vita)

La verità è molto semplice e alla portata di tutti. Non occorre conseguire diplomi o lauree per comprendere la vita. Eppure l’uomo sembra non poter fare a meno di rendere la realtà complicata.

Prendiamo per esempio l’amore. Praticare l’amore è semplice ; ma definire ed analizzare l’amore è altamente complicato, così complicato che non resta più tempo per l’amore.

La complessità nel campo della sanità è tale che non si riesce più a coprirne i costi. Un esperto, parlando dei vertiginosi costi nella sanità, ha sostenuto che nel corso di una gravidanza sono sufficienti tre ecografie. E’ pazzesco ! E come venivano al mondo i bambini in passato ? E come fanno le donne indiane, africane, sudamericane a contribuire all’esplosione demografica senza ecografia ? E c’è chi definisce la nostra complessa alta tecnologia progresso. Ma forse si tratta più di confusione mentale.

La razionalità (L’analisi)

Per la scienza e per il management l’intelletto, l’analisi, sono, e sono sempre state, di fondamentale importanza. Dobbiamo comprendere che confidando unicamente nell’analisi limitiamo fortemente le nostre possibilità. L’intelletto, asservito all’ego, non prevede futuro e ha a disposizione sempre solo un piccolo numero di informazioni su cui basare le proprie decisioni. Per chi confida solo sull’intelletto, la possibilità di prendere decisioni errate è enormemente alta.

I successi davvero strepitosi assai di rado si basano su considerazioni puramente razionali. La ragione cerca la conoscenza nel mondo esteriore, ma la vera conoscenza è interiore. Chi si affida esclusivamente alla ragione è in fondo sempre insicuro.

Esistono numerosi fatti che testimoniano come le scoperte più eclatanti nella storia dell’uomo siano nate da geniali intuizioni. G. Galilei scopri che la terra era tonda e girava intorno al sole grazie ad una geniale intuizione. Anche Albert Einstein concepì la Teoria Generale della Relatività grazie ad una geniale intuizione, e questo vale per tanti altri geni.

Intelletto o intuito ?

    L’intelletto è quella forma di pensiero che ci viene proposta solitamente a scuola e nell’ambiente di lavoro, come quella più elevata. L’intelletto in fondo è qualcosa di artificiale : ha sempre bisogno di dimostrazioni e di prove. L’intuito non necessita delle dimostrazioni, almeno all’inizio. L’intuito è una cosa che non si può insegnare. E’ una facoltà, una percezione della nostra coscienza. Chi segue il proprio intuito in fondo segue la propria coscienza. L’intuito è creativo, è la manifestazione della propria ed unica individualità.

L’intelletto è al servizio del nostro ego, il quale ha il compito di interpretare i comandi dello spirito e di realizzarli nella materia attraverso il corpo. Tramite l’ego, il nostro Essere fa le sue esperienze nella materia. Nei primi tre livelli dell’evoluzione il nostro spirito si è immerso completamente nella materia per farne esperienza, e per questo ha dimenticato la sua vera identità e la sua origine. In queste fasi evolutive, dovevamo sperimentare pienamente la polarità.

L’ego si è così sviluppato sempre di più, alimentato da dogmi, regole, leggi, convenzioni sociali, ecc. Esso vede e crede solo a quest’unica esistenza terrena e si identifica solo con il corpo e la mente deviata. L’ego alterato si serve in prevalenza dell’emisfero sinistro del cervello, quello razionale, che riempie di nozioni e concetti che formano il sapere umano, l’intellettualismo. L’intellettuale è mentale e non ascolta i propri sentimenti e le proprie emozioni.

L’intuito è tutto l’essere, corpo compreso. L’intuito è una facoltà della nostra mente corretta che si serve dell’emisfero destro del nostro cervello. Possiamo sviluppare il nostro intuito attraverso la riflessione, la meditazione, la presa di coscienza (Consapevolezza), attività creative (musica, canto, pittura, poesia, ecc.), nonché tramite adeguati esercizi di respirazione e di rilassamento. Il nostro compito è quello di stabilire un equilibrio tra l’intelletto e l’intuito, tra l’emisfero destro e quello sinistro del cervello.

L’intuizione è la facoltà della nostra mente corretta che è Una con Dio.

Mancanza di coscienza critica (Incapacità di pensare in modo autonomo e logico)

Il nostro modo di pensare è stato per un tempo molto lungo (per decine di millenni) condizionato dalla cosiddetta consapevolezza sociale, ossia dall’opinione pubblica. L’uomo da secoli pensa solo in termini di logica aristotelica, basata sul concetto di  “o questo, o quello”. E ci risulta molto difficile pensare con una logica diversa : per esempio basata sul concetto di “sia questo, sia quello”. La logica corrente sceglie e ammette solo uno dei due poli : bene o male. Ma esiste un’altra logica che integra i due poli : bene e male.

Del resto Gesù, nel vangelo di Tommaso parla esplicitamente dell’altra logica, che tende ad integrare i due poli.

Egli disse : “Se fate diventare il due uno e quello che è interno come quello che è esterno e l’esterno come l’interno e ciò che è sopra come quello che è sotto e se fate del maschile e del femminile una cosa sola, così che il maschile non sia maschile e il femminile non sia femminile, se mettete più occhi al posto di un occhio e una mano al posto di un’altra mano e un piede al posto di un altro piede, un’immagine al posto di un’altra immagine, allora entrerete nel Regno” (dal Vangelo di Tommaso, 22)

Finché non penseremo in modo autonomo, con il nostro cervello, ricicleremo sempre nel binario morto della consapevolezza sociale e perciò non saremo creativi. Ci dibatteremo sempre negli stessi problemi. La disoccupazione esiste perché non c’è lavoro e il lavoro non c’è perché non siamo creativi, non abbiamo più la genialità che crea nuove possibilità di lavoro.

Come possiamo cambiare la nostra realtà?

Il nostro Essere spirituale (Spirito + Anima), che è la nostra essenza, è dotato dal Padre di potere assoluto e di libera volontà. Il nostro possiamo rifletterlo anche nella materia, e questo è proprio il nostro compito: nobilitare la materia fino a renderla immortale. Prendiamo per esempio il nostro corpo: finché viviamo nell’ego, il nostro corpo è destinato ad ammalarsi, ad invecchiare e a morire. Ma, se raggiungiamo l’illuminazione, esso guarisce e ringiovanisce, senza essere più soggetto alla morte. Infatti gli illuminati non muoiono, bensì ascendono, cioè spiritualizzano (elevando la frequenza di vibrazione) il loro corpo il quale diventa invisibile ad occhio umano.

Il principio della libera volontà

Ogni uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio e pertanto ha in sé il potere assoluto e la libera volontà. La libera volontà vuol dire che l’uomo può pensare ciò che vuole. E ciò significa che noi non siamo vittime o schiavi dei nostri pensieri, bensì ne siamo i creatori. E tutto ciò che l’uomo pensa, sente, crede e immagina si manifesta. Questo dà all’uomo un potere immenso. Per l’uomo tutto è possibile ! Ma significa anche qualcos’altro e cioè totale responsabilità. La libertà di pensare ciò che vogliamo significa che siamo responsabili di tutto ciò che pensiamo. E questo ha delle conseguenze poiché il nostro pensiero si ripercuote sui nostri sentimenti e sulle nostre azioni. La libertà ha sempre a che fare con la responsabilità.

Nessuno costringe l’uomo a pensare che il mondo sia cattivo, è lui che decide così, è lui solo ad esserne responsabile ! Il principio della libera volontà significa anche che nessuno, nessun Messia, ha il diritto di salvare l’uomo contro la sua volontà.

Se l’uomo ha il potere di cambiare la propria realtà come vuole e in ogni istante, allora il futuro non è prevedibile. E’ possibile prevedere il futuro solo di quelle persone che non cambiano il loro modo di pensare oppure non lo cambiano improvvisamente. Ma se uno cambia il proprio modo di pensare cambia anche il suo futuro, indipendentemente da quanto ha previsto il veggente.

Se il futuro non è prevedibile, significa che non può semplicemente esistere un piano immutabile né per l’umanità, né per il singolo individuo ! Altrimenti sarebbe in contrasto con la libera volontà.

La libera volontà testimonia dell’amore totale e incondizionato di Dio-Padre verso i Suoi figli.

Alcune conseguenze immediate della libera volontà :

“Ciò che vedo in una persona, lo divento ; se vedo Dio, divento Dio ; se vedo polvere, divento polvere.”

Il potenziale dell’uomo

Il potenziale umano è illimitato come quello di Dio-Padre. Il potenziale creativo umano è costituito dai due principi creatori : Consapevolezza (Intelligenza) ed Energia.

Dalla fisica sappiamo che tutto è energia. Ma l’energia da sola non basta. Abbiamo bisogno anche della consapevolezza, cioè dell’intelligenza che non dipende dal grado di istruzione. Un’intelligenza che ci aiuti a prendere le giuste decisioni.

Sia la consapevolezza, sia l’energia (che viene attivata dalla consapevolezza) sono illimitate, non hanno confini. L’energia è vibrazione ; quanto più elevata è la vibrazione tanto più grande è l’energia. Se l’intelligenza e l’energia (forza) dell’uomo sono limitate è perché egli stesso le limita.

L’intelletto dell’uomo è limitato, ma la sua anima (cuore) ha un potere illimitato. Il nostro “pensiero di testa”, cioè quello che procede dalla analisi, è sempre limitato. Con la testa noi giudichiamo (e condanniamo) e sprofondiamo sempre più in problemi che sono sempre più numerosi e complessi.

Non possiamo risolvere i problemi di una vita illimitata pensando in modo limitato.

Il pensiero limitato, analitico dell’uomo ha sede nell’emisfero sinistro della corteccia cerebrale (la parte maschile). L’uomo comune si identifica con questa parte di sé, cioè con la personalità che è un prodotto dell’intelletto. Nell’intelletto albergano dubbio e paura, che nascono quando l’uomo razionale pensa al futuro che non conosce, nonché il senso di colpa, originato dal passato, per gli errori che crede di aver commesso.

Ma l’uomo possiede anche un’altra realtà che è illimitata. Essa si trova nell’emisfero destro della corteccia cerebrale del cervello (la parte femminile) che è sede delle facoltà intuitive, della saggezza, della capacità di sintesi e analogica. E’ la parte collegata al cuore (anima) che produce il “pensiero del cuore”.

L’uomo che si è risvegliato tende sempre più a sviluppare la sua realtà illimitata poiché si identifica con il suo spirito che è onnipotente ed immortale.

Con l’aiuto della saggezza di questa parte illimitata siamo in grado di risolvere tutti i nostri problemi.

L’uomo che si identifica con la propria anima, non ha più paure, dubbi o sensi di colpa. Esiste la fiducia totale nella vita, in Dio, in se stessi. Il passato e il futuro non esistono : esiste solo l’eterno presente. Egli si fa condurre principalmente dall’intuito, dai sentimenti, dal cuore ed è in grado di integrare in una perfetta unità la mente e il cuore.

Da quanto sopra detto deriva il principio fondamentale per creare la nostra realtà, la nostra vita :

Se vogliamo cambiare la nostra realtà dobbiamo prima cambiare noi               stessi.

Per cambiare noi stessi dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare.

Finché vogliamo migliorare il mondo volendo cambiare gli altri, creiamo nuovi conflitti. Ne è un esempio eloquente il comunismo di stampo sovietico, in cui si è creduto a lungo di dover imporre questa “dottrina di salvezza” al maggior numero di persone possibili. Ne è risultato oppressione, conflitti e guerre.

Neanche i cristiani hanno dato un buon esempio.

Ciò che vale per l’umanità o per un popolo, vale anche per il singolo individuo. Dice un’antica saggezza : se uno pulisce davanti alla propria porta, è pulito dappertutto. Ma dove pulisce l’ONU ? Dove puliscono le religioni ? Dove puliscono i virtuosi ? Dove puliscono i partiti politici ? Puliscono forse davanti alla propria porta ?

In fondo sarebbe semplice ! Eppure pochi riescono a realizzarlo.

Per questo i nostri politici non riusciranno mai a risolvere i problemi. Un politico è per definizione uno che si intromette nelle faccende degli altri e giudica.

Esiste quindi un’unica persona al mondo che deve cambiare, e quella persona sono io.

Per cambiare la nostra realtà, abbiamo a disposizione vari strumenti o criteri.

La legge di risonanza o dello specchio

Questa legge è molto utile e se applicata correttamente ci può aiutare molto a riconoscerci.

Quando qualcuno ti irrita è probabilmente perché:

a)     Vedi in lui una parte di te stesso che non ti piace. Rifiuti di vedere quella qualità in te e non ti piace vederla nemmeno in un altro;

b)     Il modo in cui quella persona ti maltratta rispecchia il modo in cui maltratti te stesso;

c)     Ti ricorda qualche problema al quale sei attaccato: qualcuno che non hai perdonato, qualche limitazione con la quale non ti sei riconciliato;

d)     Non ti permette di distorcere la verità come fai di solito, oppure non si presta al tuo gioco, non sostiene le tue illusioni preferite, non vuole ignorare ciò che è ovvio.

Qualunque sia la situazione che ti disturba, può essere volta a tuo vantaggio oppure essere sprecata. Puoi scegliere di guardare dentro di te e cercare quale paura sepolta, o quale dolore nascosto, o quale rabbia repressa siano stati riattivati e portati in superficie, oppure di guardare fuori e dare la colpa a qualcun altro, accusare qualcuno di volerti usare.

Puoi imparare e crescere grazie a questa situazione, oppure perdere una preziosa occasione. In questo caso il cosmo (la vita) deve prendersi la briga di ricreare nuovamente la stessa situazione, per un numero infinito di volte, finché alla fine non riuscirai a capire.

Quando ti rendi conto che qualcuno ti sta facendo soffrire, devi essere grato a quella persona perché in quel momento è il tuo insegnante. Essendo esattamente quello che è, ha “premuto un pulsante” nel tuo subconscio. Ora questo “pulsante” può diventare consapevole e tu hai fatto un passo in più verso la libertà.

Lasciare andare

Lasciare andare ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi più velocemente e con minor sforzo che qualsiasi altro metodo. Questo tema va considerato dal punto di vista della fisica e non della psicologia. ; la vita non è un “problema” psicologico, la vita è un “problema” che rientra nel campo della fisica.

Potere sulla vita e sulla morte

Vivere significa fluire. Lo sapevano già gli antichi greci : panta rhei = tutto scorre. Se vivere significa davvero “fluire”, è chiaro che trattenere conduce alla morte. Ciò che tratteniamo non può più muoversi, non può più scorrere. E ciò che non può più muoversi è morto. Immaginiamoci la vita come un fiume ; un fiume che non scorra più non è più un fiume.

Sicuramente conosciamo il sicuro metodo per “uccidere” un matrimonio. Occorre solo trattenere con sufficiente decisione il partner ; egli non può più muoversi e ciò conduce prima o poi alla morte del matrimonio. Trattenendo possiamo uccidere tutto ; è solo una questione di tempo.

Immaginiamo di fare un tiro con l’arco. Che dobbiamo fare per raggiungere l’obiettivo ? Dobbiamo tendere l’arco (energia) ; dobbiamo mirare (intelligenza) ; e dobbiamo lasciare andare.

Lasciare andare è la via più veloce e più economica per raggiungere tutti gli obiettivi.

Questa è una legge universale !

Proviamo a pensare cosa succede se il tiratore tende l’arco e poi non lo lascia andare. Va a finire che si stanca e se aumenta la tensione, l’arco si spezza.

Quando qualcuno si ammala per aver lavorato troppo si dice : “Ha teso troppo l’arco .“

Lasciare andare ha a che fare con la vita. trattenere ha a che fare con i blocchi, la malattia e la morte.

L’attivazione della nostra intelligenza universale

Vediamo ora cos’è questo lasciar andare e cosa significa precisamente.

Abbiamo constatato che il potenziale di un essere umano è composto di intelligenza (consapevolezza) ed energia. Ed abbiamo anche constatato che si deve impiegare il massimo di intelligenza ed energia se si vogliono raggiungere i propri obiettivi il più velocemente possibile e con il minore sforzo. Questo vale anche per la soluzione dei problemi.

Come si attiva l’intelligenza o consapevolezza universale ?

La risposta è : Lasciar andare.

E cosa significa lasciar andare ?

Accettare la realtà presente.

Se vogliamo passare il più rapidamente possibile dalla realtà presente a quella che desideriamo che sia, non dobbiamo trattenere ciò che è ora. Come può lo stato di ciò che è trasformarsi in ciò che desideriamo, se noi lo tratteniamo ? Trattenere lo stato di ciò che è significa bloccarlo. Accettare lo stato di ciò che è significa lasciarlo andare. E allora succede che lo stato di ciò che è cambia. La situazione presente è quella che è e non possiamo cambiarla. E se è così non ha senso prendersela, la cosa non cambierebbe. Se non accettiamo la situazione attuale, facciamo una cosa assolutamente illogica. Creiamo infatti un conflitto tra noi e ciò che è. Un conflitto costa energia e denaro e blocca anche l’intelligenza.

Qualcuno può obiettare che tutto il mondo è in lotta contro una qualche situazione presente; anche il Papa e l’ONU. E’ vero! E proprio per questo i problemi non vengono risolti, anzi se ne creano di nuovi. Non si risolvono i problemi lottando contro lo stato di ciò che è (persone o situazioni).

Questo non ha nulla a che fare con la psicologia o con la filosofia ; è pura logica e pura fisica. Il conflitto crea opposizione e non ci aiuta a risolvere i nostri problemi.

Non giudicare.

Non accettare qualcosa significa condannarla. Se non la condanniamo più, la possiamo accettare più facilmente. Lasciar andare significa quindi anche non giudicare (buono/cattivo) continuamente persone e situazioni.  Questo rientra nella legge di azione e reazione.

Se giudichiamo (condanniamo) persone e situazioni, blocchiamo la vita ; blocco significa conflitto e conflitto significa opposizione. Giudicare significa dividere qualcosa che è intero ; e due parti divise creano conflitto. Purtroppo il mondo cerca di raggiungere i propri obiettivi attraverso i conflitti.

Fissare l’obiettivo, ma non preoccuparsi di come raggiungerlo (Non pensare alla strada che si prenderà).

Abbiamo visto che lasciar andare attiva l’intelligenza universale che esiste in ogni essere umano.

Se voglio raggiungere un determinato obiettivo e mi concentro su un unico percorso, mi limito totalmente. E’ puro pensiero di testa che blocca il pensiero di cuore, l’intelligenza universale.

Questo non vuol dire abolire tutte le strategie. Una strategia di massima che fissa gli obiettivi e la direzione ci deve essere, ma entro questa ci deve essere la massima libertà. C’è un altro detto che dice : “occuparsi ma non preoccuparsi”. Dimentichiamoci dei risultati, delle ricompense, dei soldi, della fama, del consenso; concentriamo la mente e il corpo unicamente sull’esperienza che stiamo facendo.

Se siamo ammalati, il nostro obiettivo è quello di tornare sani. Se ci fissiamo su un determinato metodo o una determinata terapia, limitiamo la nostra intelligenza universale. Il nostro cuore, la vita, il nostro Dio, sa molto meglio del nostro pensiero di testa come possiamo guarire il più presto possibile.

Non lottare per un obiettivo o contro la situazione attuale.

Lotta significa trattenere e significa conflitto. Quindi abbiamo di nuovo opposizione e inutile spreco di energia e tempo. E trattenere limita la nostra intelligenza universale. Perché significa rimanere fissati al nostro pensiero di testa, e questo limita totalmente la nostra intelligenza. E’ vero che possiamo raggiungere gli obiettivi anche con la lotta ; ma a che prezzo ? Lasciando andare raggiungiamo i nostri obiettivi più velocemente e con minor sforzo che con la sola lotta. E soprattutto li raggiungiamo anche se il nostro avversario è fisicamente più forte di noi. Può essere che l’avversario sia una certa malattia. Lasciar andare implica anche avere pazienza, saper aspettare che i frutti maturino.

Non concentrarsi sull’obiettivo

Se ci concentriamo ostinatamente sul nostro obiettivo, significa che lo tratteniamo, che limitiamo la nostra intelligenza, perché non riusciamo più a pensare in modo chiaro e sciolto. Concentrarsi significa infatti escludere.

E’ bene chiarire che l’obiettivo deve esserci ; ma se ci concentriamo troppo su di esso, non percepiamo completamente il presente e non possiamo quindi comportarci in modo ottimale. La concentrazione porta inoltre all’irrigidimento.

Non dubitare del risultato (Fede e Fiducia)

Il dubbio nasce dal pensiero di testa e limita totalmente la nostra intelligenza universale. Il dubbio è il contrario della fiducia ; e senza fiducia non possiamo attivare la nostra intelligenza. Lasciar andare significa aver fiducia ; fiducia nella vita, nell’infinita saggezza in ogni essere umano . Chi non ha fiducia, non può lasciar andare, deve aggrapparsi a tutto. La mancanza di fiducia nella vita è un’azione che porterà naturalmente alla corrispondente reazione.

Chi non ha fiducia nella vita, non può aspettarsi che la vita lo sostenga, che gli porti qualcosa di buono. E con ciò si limita assai fortemente le sue possibilità.

Chi vuole raggiungere un obiettivo e contemporaneamente dubita di riuscirci veramente, non ha grandi probabilità di farcela. Il dubbio blocca il flusso della vita.

Gesù sapeva tutto questo e lo esprimeva così : ”Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile”.

Ed è così perché grazie al lasciar andare (fede, fiducia) la vita può scorrere e la nostra intelligenza universale può manifestarsi. L’intelligenza universale viene anche definita come super-consapevolezza, oppure Dio.

Chi avanza fiducioso nella direzione indicata dai propri sogni e cerca di vivere la vita che si era immaginata va incontro a un successo inaspettato.

Vivere l’attimo. Una sorprendente scoperta : lo stato di vita ideale

Tutti gli atteggiamenti che abbiamo descritto (non-accettare, giudicare, lottare, ecc.) hanno un minimo comune denominatore. Quale ?

Cerchiamo di scoprirlo con alcuni esempi.

Non- accettare. Che cosa significa ? Significa non accettare ciò che è ORA, cioè la situazione attuale.

Paragonare : o paragono qualcosa che è ORA con qualcosa che è stato in precedenza o con qualcosa che dovrà essere in futuro. Oppure paragono me stesso QUI con un’altra persona che è LI’.

Sensi di colpa : qui è il passato che influisce sul mio presente.

Tutti gli atteggiamenti, senza eccezione, che causano una perdita di energia o un blocco di energia e una limitazione dell’intelligenza universale, hanno a che fare con il trattenere, provengono dalla nostra mente deviata e sono l’incapacità di vivere nel qui-ed-ora.

Quindi : chi non è capace di vivere nel qui-ed-ora, spreca/blocca l’energia e limita la sua intelligenza.

Si può definire perciò il lasciar andare come la capacità di vivere nel qui-ed-ora.

Chi non è capace di vivere nel qui-ed-ora, vive sempre nel passato e nel futuro. Ma la vita non si svolge né nel passato, né nel futuro. La vita si svolge ORA. Non esiste nulla al di fuori di ORA. E quindi non c’è di meglio da fare che accettare questo ORA. In questo modo ci allineiamo con la vita, ossia non abbiamo conflitti con la vita, e ciò significa :

disporre del massimo di intelligenza e di energia.

Funziona come un circuito elettrico. La corrente (la corrente della vita) scorre più velocemente dove minore è la resistenza ; lo sa chiunque. Nel momento in cui abbandoniamo il qui-ed-ora, creiamo resistenza e conflitto, e questo frena la corrente della vita, frena il raggiungimento dei nostri obiettivi, frena la soluzione dei nostri problemi.

Lasciar andare significa lasciar andare il proprio piccolo ego, perché possa agire il nostro spirito.

La vita al di fuori del qui-ed-ora è del tutto insicura. Esiste un’unica sicurezza assoluta, ed è dentro di noi. Questa sicurezza assoluta si raggiunge vivendo nel qui-ed-ora.

Provare per credere !

Riassumendo :

Lasciar andare significa concretamente :

·      Accettare lo stato di ciò che E’ (la situazione attuale)

·      Non giudicare, non condannare

·      Non pensare alla strada che si prenderà

·      Non lottare contro lo stato di ciò che è o per ciò che dovrebbe essere

·      Non concentrarsi sull’obiettivo

·      Non dubitare di raggiungere l’obiettivo

·      Vivere l’attimo.

Per meglio sintetizzare l’argomento, vogliamo riportare una poesia dal titolo “La mia mente è un regno per me” scritta da Sir Edward Dyer, un poeta vissuto nel XVI secolo.

La mente è un regno per me,

le gioie che vi trovo sono tali

che essa supera ogni altra beatitudine

che la terra ci offra o faccia crescere in natura;

anche se mi manca tanto di ciò che

la maggior parte degli uomini ha,

la mia mente mi impedisce di bramare.

 

Né ai fasti principeschi, né a magazzini ben forniti

né alla smaliziata presenza di spirito

che lenisce un ricordo penoso,

né alle belle fattezze che nutrono l’occhio affettuoso

a nessuna di queste cedo schiavo:

perché? La mia mente basta per tutte.

 

Vedo come l’abbondanza spesso è causa di indigestione,

e come gli arrampicatori precipitosi presto cadono;

vedo come i potenti sono tutti minacciati da disgrazie.

Essi vivono nella fatica e nell’ansia:

tali cure la mia mente non potrebbe mai sopportare.

Contento di vivere, questa è la mia posizione;

non ho bisogno d’altro.

 

Mi impegno a non portare alcun altero dominio;

vedete, ciò che mi manca mi viene offerto dalla mente:

in questo modo trionfo come un re,

contento di quanto la mia mente mi porta.

Alcuni hanno troppo e vorrebbero di più;

io ho poco e non cerco nient’altro.

 

Sono solo poveri, anche se possiedono tanto.

E io che ho poche scorte sono ricco;

loro poveri, io ricco; essi chiedono, io dò:

loro provano mancanza, io mi ritiro;

loro si struggono, io vivo.

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